Non so esattamente cosa aspettarmi. La giornata ha preso una piega storta quando, all'ora di pranzo, sono entrata in cucina e ho trovato Giulia e Leo confabulare davanti ai fornelli. Di cosa stessero parlando? Non ne ho assolutamente idea, visto che si sono ammutoliti all'istante non appena ho messo piede nella stanza.
Ho deciso di non darci troppo peso. Già sono abbastanza agitata per la registrazione di oggi pomeriggio, e sinceramente voglio restare concentrata.
"Sei nervosa?" mi chiede Samuele, sedendosi accanto a me in sala relax.
Annuisco un po', cercando di forzare un sorriso. Il fatto che dall'altro capo della stanza ci siano Giulia, Leo, Rosa e Riccardo che parlottano fitto fitto lanciandomi ogni tanto delle occhiatacce, certo non aiuta.
"Non pensare a niente. Sei qui per te stessa, non di certo per gli altri" mormora lui, lasciandomi per un attimo interdetta. Parlare con Samuele è strano. Non è di certo un tipo chiacchierone, anzi. Però a volte ho l'impressione che sia in grado quasi di leggermi il pensiero, e ciò un po' mi inquieta e un po' mi affascina.
"Beh, che si dice qui? Stai in ansia?" interviene Sangiovanni, accovacciandosi davanti a me e posandomi le mani sulle ginocchia.
"No no, ora mi calmo. Giusto un po' di adrenalina pre-esibizione, ci sta" ribatto, cercando di convincere me stessa, più che lui.
"Ragazzi ci siamo, entrate pure in studio" viene a chiamarci uno dei ragazzi della produzione, facendomi immediatamente scattare in piedi.
Entro in studio a passo spedito, cercando di ignorare, per quanto possibile, le urla del pubblico e i miei compagni, che parlano e urlano carichi di eccitazione e ansia.
Devo concentrarmi. Assolutamente. Ne va della mia permanenza qui.
"Buonasera a tutti e benvenuti a questa nuova puntata di Amici!" annuncia Maria, entrando nello studio accompagnata dagli scrosci degli applausi.
"Allora, vi spiego un po' cosa succede ora. A turno scendete dai banchi, portate la maglia lì davanti al vostro professore, e vi esibite. In base alla vostra esibizione, il professore può decidere se confermare o meno la vostra maglia. Tutto chiaro?" chiede lei, scrutandoci uno per uno.
Guardo i professori dal mio banco, cercando di ignorare il brivido che mi è risalito lungo il collo. Se possibile, hanno un'aria ancora più minacciosa della scorsa settimana.
"Spero mi chiamino subito. Stare qui ad aspettare sarebbe estenuante" sussurro rivolgendomi a Leo, seduto accanto a me.
"Eh già" si limita a dire lui, tagliando corto. Strano. Fino a qualche giorno fa era così gentile con me.
Faccio finta di nulla e mi volto di nuovo, ritornando nei miei pensieri. Magari sarà semplicemente nervoso. In fondo è più che giusto.
Iniziano a chiamarci uno dopo l'altro, e per il momento la situazione sembra andare piuttosto bene. Samuele poi, è stato spaziale.
Leo poi, mi ha davvero sorpresa. Ha cantato 'Tu non mi basti mai', una delle mie canzoni preferite. Sono rimasta in silenzio per tutta l'esibizione, immobile, cercando di evitare di scoppiare a piangere.
"Signorina, va tutto bene lassù'?" mi interpella Maria, forse vedendo la mia espressione.
"Si si" mi affretto a dire, cercando di ricompormi.
"Ti è piaciuta l'esibizione di Leo?" incalza lei.
"Molto. Lui è proprio bravo" dico, mentre lui si volta a guardarmi con un'espressione indecifrabile.
"Scendi va, che tocca a te. Porta la maglia davanti ad Anna" ordina, facendomi raggelare per un attimo.
Scendo lentamente le scale, pregando di non inciampare o di non fare figuracce.
"Allora, la nostra Nausicaa qui presente stasera ci porta un brano della giovanissima Billie Eilish, e, come le ho chiesto, ce lo porta al pianoforte" mi presenta la Pettinelli, facendomi un cenno di incoraggiamento mentre mi siedo al piano.
"Quali sono le difficoltà del brano, Anna?" chiede Maria.
"Beh, sono senza dubbio più intenzionali che tecniche. Lei ha di per sé questa femminilità innata, e l'importante è saperla incanalare. Il compito è proprio quello" risponde la mia prof.
"Va bene Nausicaa, quando sei pronta, vai" esclama Maria, dandomi il permesso di iniziare.
Prendo un respiro profondo, e, piano piano, mi avvicino al microfono.
"My Lucifer is lonely..." dico, prima di iniziare a suonare le prime note.
Cerco di ancorarmi al piano fino all'ultimo secondo, ma questa esibizione, purtroppo, non può durare per sempre.
Concludo la canzone tra gli applausi del pubblico, e immediatamente mi volto verso la professoressa. Soddisfatta, pare soddisfatta. Ma ora è tutto da vedere.
"Anna?" la interpella Maria, mentre mi alzo in piedi e mi piazzo davanti al pianoforte.
"Beh, è stata brava. Brava, brava brava. Questo è quello che intendevo, vedi? Sei proprio magnetica, è difficile staccarti gli occhi di dosso. Maglia confermata, bravissima" esclama lei, annuendo con orgoglio.
Sento il cuore scoppiarmi di gioia, mentre mi avvicino e riprendo la mia maglia, stringendola forte a me.
Rientro in casetta con gli altri, per fortuna siamo ancora tutti quanti qui. Eppure, quel brusio alle mie spalle continua a persistere. Cerco di ignorarlo con tutte le mie forze, ma sento una vocina nella mia testa sussurrarmi che c'è qualcosa che non torna.
"Hai visto che hai spaccato?" mi sorprende la voce di Esa alle mie spalle, facendomi sobbalzare.
"Anche tu sei stato bravissimo. Davvero tanto" mi complimento a mia volta, stringendolo in un abbraccio.
"Ti ho vista un po' turbata, c'è qualcosa che non va?" chiede, sedendosi sul mio letto e tirandomi per il braccio, obbligandomi a sedermi accanto a lui.
"Ma no, è solo una sensazione. Passerà, ero molto agitata per via dell'esibizione" mento, cercando di forzare un sorriso.
"Non è vero, non è per quello. Ma non fa nulla. Quando ne vorrai parlare, sai dove trovarmi" conclude, dandomi un bacio sulla guancia e andando via.
Resto a fissare il vuoto per qualche istante, finchè Giulia non entra in camera e senza dire una parola si butta sul letto.
'Sarà stanca' penso. Guardo la mia felpa, posata ai piedi del letto, e in automatico mi sciolgo in un sorriso.
'Anche questa è andata'.
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Dammi modo di amare la tua parte peggiore- Amici 20
FanfictionAmici è una di quelle possibilità che non capitano tutti i giorni. E non capitano a chiunque, soprattutto. E quando ci sei dentro, tocchi quella felpa con le tue mani, sai che devi aggrappartici con tutte le tue forze, e tenertela stretta a più non...