Capitolo 2

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Apro il cancelletto della casetta, guardandomi intorno per cogliere ogni minimo dettaglio. Non mi sembra vero di poter essere qui. Ce l'ho fatta, per davvero. Sento il cuore esplodermi nel petto, quando finalmente entro in casa. Oh mio dio. Credo sia la casa più bella che io abbia mai visto. Insieme a me ci sono due altre ragazze, una ballerina e una delle altre cantanti.

"Dio, non mi sembra vero che ci siamo davvero!" esclama la ballerina, saltando sul divano.

Le sorrido, mentre continuo a guardarmi intorno, tra il rapito e l'estasiato. Mi sembra tutto così bello. 

"Te sei quella col nome strano ve'? Io me chiamo Giulia, piacere" mi si presenta, scendendo dal divano e piazzandomisi di fronte. 

"Si, ehm, Nausicaa, piacere mio" le rispondo, poco prima di venire letteralmente travolta insieme a lei dal tornado umano in cui si è trasformata l'altra ragazza. 

"Madonna rega nun ce sto a crede!" letteralmente urla nelle nostre orecchie. 

"Arianna te prego non urla', me fai diventa' sorda già dal primo giorno" scherza Giulia, mentre ci stringiamo tutte e tre in un abbraccio. 

"Raga, ma avete visto le stanze?" domando loro, affacciandomi nella prima camera da letto.

Gironzolo un po' per la casa, finchè non trovo una stanza con quattro letti, a differenza delle altre che ne hanno solo tre. Su ognuno dei letti c'è un biglietto, e su quello in fondo, vicino alla parete, troneggia la scritta 'Nausicaa Villa". 

Passo in rassegna gli altri letti, ma solo in quello nell'angolo opposto della stanza leggo il nome di Giulia. Gli altri due sono di una certa Martina, che credo sia la ballerina di latino, e di Letizia, che ricordo perfettamente essere la strepitosa cantante lirica. 

"Buonasera ragazze!" esclama la voce di Maria dalle pareti, facendoci sobbalzare, mentre sono intenta a sistemare i panni. 

"Maria, ci vuoi far fuori subito eh?" la riprendo, con la mano sul cuore dallo spavento. 

"Beh, come va? Ti stai ambientando?" mi domanda lei, sempre dall'alto. Mi sembra di parlare con qualche entità sovrannaturale, è piuttosto bizzarro. 

"Maria è tutto bellissimo qui" riesco a malapena a dire, senza riuscire a smettere di guardarmi intorno. 

"La tua stanza ti piace?"

"Un sacco! Stavo sistemando le mie cose" le spiego, mettendomi a piegare le mie camicie. Mi sento un po' a disagio, non so dove guardare. 

"Hai già telefonato a casa?" chiede lei. 

"Si, ho chiamato i miei genitori e i miei fratelli"

"Sono quelli lì nella foto appesa sul letto?" 

Annuisco e corro vicino alla foto, osservandola con orgoglio. Nonostante sia una foto ormai piuttosto vecchia, la conservo con cura, portandola sempre con me. 

"Raccontami un po' va'. Andate d'accordo con i tuoi fratelli?" mi invita Maria.

"Si dai, anche se sono un po' protettivi nei miei confronti. A volte un po' troppo" rivelo.

"Però so che siete molto legati, vero?" 

"Si, soprattutto negli ultimi anni diciamo. Da piccini non andavamo troppo d'accordo, perchè tra di loro si passano solo un anno, mentre io sono più piccola di loro di quattro e tre anni. Ero la sorellina rompiscatole, loro facevano tutto insieme e io volevo stare con loro, ed ero sempre tra i piedi. Fai conto che quando loro giocavano in camera da letto, mi prendevano e mi piazzavano sulla scrivania, in maniera che io non potessi scendere e non stessi tra le scatole" le spiego ridendo, mentre ricordo quei momenti che mamma racconta sempre. 

"E loro cosa pensano del fatto che sei qua?" 

"Mio padre non era troppo d'accordo in realtà. Lui è una persona estremamente razionale, molto rigido. Io invece sono sempre stata più istintiva, infatti ci siamo sempre scannati, ogni cosa è oggetto di discussione. Abbiamo due modi di vedere la vita totalmente diversi. Ma ormai ho imparato ad accettarlo. Discuteremo sempre, per qualsiasi cretinata. Ma non cambia assolutamente il fatto che sia mio padre, e che io sia sua figlia. So di poter contare su di lui, sempre."

"Ho capito, ho capito...e mamma invece?"

"Io e mamma siamo un duo indivisibile. Il fatto di essere due sole donne in una casa piena di maschi, ci ha unite ancora di più. Siamo veramente complici, ridiamo tantissimo, litighiamo anche, ma dopo cinque minuti ci passa. Lei è la mia roccia, senza di lei sarei veramente persa" ammetto, stringendo le spalle. 

"Na', scusame se te disturbo, ma te volevo di' che se vieni de là so arrivati pure l'altri" spunta Giulia facendo capolino dalla porta. 

"Va bene dai, vai di là, non ti trattengo di più. Divertitevi" ci saluta Maria, chiudendo il collegamento. 

Raggiungo il resto dei ragazzi in cucina, trovandomi un attimo spiazzata nel ritrovarmi tutta questa gente all'improvviso. 

Ci presentiamo tutti quanti tra di noi, anche se qualcuno già lo conoscevo dai casting. Scherzo un po' con Leonardo e Rosa che non riescono a far partire le loro sveglie, finchè guardandomi intorno non mi rendo conto che manca qualcuno. 

Gironzolo per la casa finchè non trovo Samuele con la sua sveglia in mano, seduto in un angolo della sala di ritrovo, quella in cui ci daranno tutte le comunicazioni ufficiali. 

"Ti sei persa?" mi domanda, alzando lo sguardo verso di me. 

"Ho notato che non c'eri di là. Tutto bene?" 

Lui annuisce, fissandomi un po' titubante. 

"Posso? Se vuoi stare solo me lo puoi dire eh, non me la prendo" lo rassicuro, indicando il posto accanto a lui. 

"Nono, vieni, tranquilla" acconsente, spostandosi per farmi spazio. 

"Tutto ok?" ripeto, osservandolo con attenzione. 

"Si si, devo ancora ambientarmi, ma sono felice. A volte ho bisogno di isolarmi un po', tutto qua" mi spiega con semplicità. 

Ha un qualcosa di particolare Samuele. Forse il modo di parlare, il modo di muoversi. Qualsiasi cosa faccia è reale, vera. 

"Comunque ti volevo dire che sei stata bravissima. Io ti trovo molto interessante...cioè, come cantante intendo" biascica, diventando rosso fino alle radici dei capelli. 

Scoppio a ridere d'istinto, scuotendo la testa. 

"Si, ho capito, tranquillo. Anche tu sei fortissimo" gli dico, guadagnandomi un mezzo sorrisino compiaciuto. 

"Beh? Che fate qua da soli?" ci interrompe Sangiovanni, entrando nella stanza. 

"Stavamo chiacchierando, nulla di che? Che si dice di là?" domando, mentre lui si siede accanto a me e mi cinge il braccio con le spalle. Buffo come, pur avendo quasi cinque anni meno di me, accanto a lui sembri una dodicenne. 

"Si stanno organizzando per cena, ma la vedo malissimo, rimarremo a digiuno sicuro stasera" scherza lui, iniziando a giocare distrattamente con i miei capelli. 

E difatti, dopo qualche istante, piomba nella stanza Giulia, soffermandosi per un istante sul braccio di Sangiovanni, attorno alle mie spalle. 

"Oh rega' venite? Ce serve na mano pe' cucina', sennò se potemo magna' solo patatine" ci richiama, rivolgendo a me e Sangiovanni un'occhiata strana. Non ci faccio troppo caso, e mi alzo, tornando in cucina. 

Mi guardo intorno, mentre i ragazzi chiacchierano. Tutta questa confusione, questa gente, mi riempie il cuore. Ci sono, ci sono davvero.  

Dammi modo di amare la tua parte peggiore- Amici 20Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora