Capitolo 30

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Non so con quale coraggio stamattina io sia venuta qui a lezione. Ho passato la notte interamente con gli occhi sbarrati, a girarmi e rigirarmi nel letto, in preda ad un costante senso di ansia. 

Esattamente non so perchè io sia così preoccupata, in realtà. Leo sembra abbastanza sicuro, e inoltre non ci è stato detto quali saranno le conseguenze di questo televoto. Però io sento che c'è qualcosa che non va, e continuo a logorarmi, domandandomi cosa diavolo sia. 

"Buongiorno" saluto la coach, entrando in saletta. Resettiamo tutto, e pensiamo a lavorare. Sono qui per questo, in fondo. 

Se non altro, la preoccupazione per Leonardo mi ha fatto rimuovere totalmente quella per l'assegnazione di questa settimana. Non so come sia venuto in mente alla Pettinelli, di darmi una canzone del genere. Vocalmente me la cavo anche, il problema è che non so proprio come affrontarla. 

"Ancora imparanoiata per Rock You Soul?" mi domanda Raffaella, come se mi avesse letto nel pensiero. 

Annuisco vagamente, mentre mi tolgo la giacca e inizio a riscaldare la voce. 

Dopo quasi due ore praticamente inutili, visto che non faccio nessun miglioramento, Raffaella stoppa la base. 

"Allora, dobbiamo risolvere sta cosa, perchè così non possiamo esibirci in puntata, lo sai? Non va proprio" mi rimprovera, e io non posso che essere d'accordo. 

"Si può sapere dove sta il problema? Sei proprio bloccata".

"Non lo so, ti giuro che non lo so. È come se mi vergognassi a far uscire questo mio lato, ecco"

"E questo l'ho capito, e ci può stare. Ma se vuoi fare questo mestiere devi abbattere tutti i muri, tutte le insicurezze. Non c'è nulla di male se mostri a qualcuno che crolli anche tu, se dici 'ti voglio bene', non puoi vivere sempre con il freno a mano tirato, perchè a volte per orgoglio ti tieni dentro delle cose e perdi dei treni che poi non passeranno più, te lo dico per esperienza. Liberati, lascia andare tutto, non ti vergognare mai dei tuoi sentimenti". 

Ascolto il discorso di Raffaella, che mi colpisce proprio nel vivo. Mi ha analizzato alla perfezione, e non riesco a capire come abbia fatto. 

"Non mi guardare così, va bene che so vecchia, ma mica so nata ieri eh!? Già quando abbiamo provato il duetto me so accorta de come ve guardavate, lui te se magna co gli occhi, tu sei più brava a nasconderlo, ma manco te scherzi" esclama, lasciandomi impietrita. 

"Eh? Ma io veramente...." balbetto, sentendo il viso diventarmi viola. 

"Se se, vabbè dai, vogliamo provare questo l'ultima volta e poi passiamo all'inedito?" scherza lei, scuotendo la testa. 

"Si, per favore" dico io in tono quasi supplichevole, sperando con tutto il cuore di riprendere colore il prima possibile. 


Rientro in casetta un po' sovrappensiero, a causa delle prove andate veramente, veramente male. Rimugino sulle parole di Raffaella mentre cerco distrattamente in dispensa qualcosa da mettere sotto i denti. 

"Ohi, sei tornata. Com'è andata?" mi saluta Leo, rientrando ora da lezione.  

"Ciao! Tutto bene, ho provato l'inedito nuovo e anche la nuova assegnazione viene benissimo" mento spudoratamente, forzando un sorriso mentre mi volto verso di lui. Non è il caso di appesantirlo anche con i miei problemi, ha già tanto a cui pensare. 

"Non c'è nessuno ancora?" chiede, togliendosi la giacca e sedendosi al bancone. 

"Credo di no, ma non sono sicura, sono rientrata da tre secondi" rispondo, masticando svogliatamente un biscotto. Non ho tantissima fame. 

Restiamo in silenzio cinque minuti, scambiandoci qualche occhiata di tanto in tanto. 

"Senti, ti va di uscire di là a fumare? Così parliamo un po'" propone lui ad un tratto, alzandosi in piedi. 

"Va bene, mi infilo il giubbotto e ci sono" acconsento, lavandomi le mani. 

Ci incamminiamo verso la porta, attraversando tutta la casetta. 

Mi apre la porta, facendomi galantemente passare per prima, e finalmente mi siedo sul divanetto, iniziando a farmi una sigaretta. 

Leo si accomoda accanto a me, emettendo un breve sospiro che non mi sfugge. 

"Che c'è?" gli domando, mentre mi frugo nelle tasche alla ricerca di un accendino. 

Lui non risponde, limitandosi ad aspirare dalla sigaretta. 

Ha i gomiti poggiati sulle ginocchia, lo sguardo perso nel vuoto. Sembra parecchio giù. 

"Ohi, tutto bene?" insisto, posando immediatamente la sigaretta nel posacenere e girandomi verso di lui.

Gli afferro di forza un braccio, mettendolo intorno alle mie spalle, e accavallo le mie gambe sulle sue, avvicinandomi parecchio. 

Gli accarezzo il viso con una mano, e lo sento pian piano cedere, mentre si volta verso di me. 

"Mi vuoi dire che hai?" ripeto ancora. 

"Sto uno schifo Na. Sono due settimane che va sempre peggio, mi sento costantemente mancare il terreno sotto ai piedi, mi prendono mille paranoie" confessa. 

"Che paranoie?" 

"St'ultimo posto mi ha proprio destabilizzato...e se stessi sbagliando tutto, di nuovo? Se non fossi adatto a fare questo lavoro?" 

"Leo, ma si può sapere che ti sei fumato stamattina? Qui dentro non c'è nessuno, nessuno che è più pronto di te. Non voglio sentirti dire mai più una cosa del genere, mi fai innervosire in una maniera che non immagini" lo minaccio, riuscendo a strappargli un mezzo sorriso. 

"Non mi guardare così, guai a te se ti sento dire mezza parola su questo discorso" continuo, cercando di restare seria. 

"Va bene, va bene, scusa" mi sfotte lui, alzando le mani in segno di resa, come spesso fa quando bisticciamo. 

"Sei proprio cretino" esclamo io, scuotendo la testa. Ci scambiamo uno sguardo, e poi scoppiamo a ridere entrambi. 

Ad un tratto lui smette di ridere e mi fissa, con un sorriso strano in viso. 

"Grazie Na" mi dice, allungando una mano per accarezzarmi il viso. 

"E di che, dico solo la verità. Sto qui apposta, per toglierti la benda dagli occhi. Come faresti senza di me?" ribatto, con tono di finta superiorità. 

"Eh già" sussurra lui, continuando a strofinare il suo pollice sul mio zigomo. 

"Na...." 

"Dimmi tutto" 

"Te l'ho mai detto che sei bellissima?" chiede, con un filo di voce. 

"Ehm, in realtà si, ma non credo volessi farmi esattamente un complimento" gli faccio notare, per non fargli vedere che mi sono imbarazzata. 

"Mmh, in effetti hai ragione" conviene, e prima che io possa dire qualsiasi cosa, mi posa anche l'altra mano sul viso e mi bacia. 

Ci baciamo per quelle che sembrano veramente delle ore, ma la cosa non mi dispiace, anzi. Non lo ammetterei mai davanti a lui, ma averlo così vicino mi era mancato, e pure parecchio. 

"Che tipa che sei" mi prende in giro, quando ci stacchiamo. 

"Ma stai zitto" lo rimbecco io, affondando il viso nell'incavo del suo collo. 


Buongiorno a tutti! Scusate per il ritardo di questi ultimi giorni, ma sono stata davvero impegnatissima! Non ve lo assicuro, ma stasera dovrei pubblicare un nuovo capitolo, al massimo domani mattina. 

Grazie mille per i messaggi e le visualizzazioni, siete sempre dolcissime e carinissime 💚

Dammi modo di amare la tua parte peggiore- Amici 20Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora