Capitolo 12

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Questa sarà una giornata strana. Percepisco proprio la fregatura dietro l'angolo. Sarà che, dopo settimane, stamattina Leo mi ha offerto il caffè, ma non solo. Mi sento proprio strana. 

Infatti appena arrivo negli studi, girovago per un po', sperando di intravedere Samuele. Ho bisogno di parlare con lui. E per fortuna lo trovo in sala relax, nella sua ora di pausa. 

"Buongiorno" mi saluta lui, con il suo solito sorriso tenero. 

"Che succede?" chiede subito, preoccupandosi quando vede la mia faccia tesa. 

"Niente Samu, ho delle vibrazioni negativissime per questa giornata...ah poi, non puoi capire, quell'altro ha ricominciato a fare il caffè pure per me" gli racconto, alzando il sopracciglio con sarcarmo. 

"E...non è un bene?" domanda lui, perplesso. 

"No, perchè è un vano tentativo di ripulirsi la coscienza, che lascia il tempo che trova, sinceramente. Cioè, se vuole farmi il caffè, me contenta, però non cambia la sostanza di ciò che ha detto" spiego, armeggiando con la macchinetta del caffè per berne un secondo. Forse è questo il motivo del mio nervosismo. Bevo troppi caffè. 

Samuele mi guarda mentre scuote la testa, con un mezzo sorriso. 

"Mi dispiace che tu debba subire tutte le mie filippiche" mi scuso, avvicinandomi a lui e scompigliandogli i capelli. 

"Ma figurati, mi fai divertire tantissimo" risponde, infilandosi le mani in tasca. Restiamo a fissarci in silenzio per qualche secondo, quando l'occhio mi cade sull'orologio della sala relax. 

"Accidenti! Devo scappare, sarei dovuta essere in sala esattamente ORA" praticamente urlo, calando giù il caffè in un solo sorso. Corro via dalla sala, ignorando la mia gola che grida pietà a causa del liquido bollente, e apro la porta della sala 4 in fretta e furia, trovandomi davanti un'Anna Pettinelli molto, moltissimo contrariata. 

"Beh? Che succede stamattina? Sono settimane che mi spertico in complimenti sulla tua puntualità eh!" mi rimprovera con fare scherzoso, anche se colgo un fondo di verità, e ha assolutamente ragione. Devo concentrarmi. 

"Allora, iniziamo subito. Questa settimana ti do un compito non difficile, difficilissimo. Stravolgiamo tutto e ci portiamo non in un altro mondo, proprio in un altro universo, totalmente diverso dal tuo. Voglio metterti alla prova, vediamo cosa ne esce fuori" annuncia. 

Eccola qui, la fregatura che tanto attendevo. Servita su un piatto d'argento. 

Deglutisco ansiosamente, aspettando di sapere di che morte dovrò morire. 

"Ho scelto per te, cara la mia Nausicaa, una canzone uscita nel 1970, anno in cui forse non erano nati neanche i tuoi genitori, o si?"

"Si si, i miei sono del 68." le rispondo velocemente. 

"Vabbé, più o meno siamo lì. Ti dicevo, uscita nel 1970. Non credo che tu la conosca, perchè non è tra le più note dell'autore in questione. Il brano si chiama 'La casa in riva al mare', di Lucio Dalla" conclude, restando in silenzio per godersi la mia reazione. 

La guardo sbigottita. Dai su, è uno scherzo. Mi sta proprio prendendo in giro.

"Bene, allora, io ti ho lasciato qui tutto il materiale, è fondamentale che tu comprenda appieno il significato del brano e che ti cali perfettamente nella narrazione. Ora io vado, buon lavoro cara, e mi raccomando!" esclama lei, facendo per andarsene. 

Resto ancora per un secondo in trance, ma poi salto giù dallo sgabello. 

"Ma ma....quindi davvero?" le chiedo, la mia voce ridotta ad un sussurro. 

"Certo che si. Buona giornata" mi saluta, chiudendo la porta dietro di se. 

Fisso la porta, inerme, nella speranza che salti fuori qualcuno e urli "Scherzi a parte!" ma non avviene nulla di tutto ciò. 

"Iniziamo?" mi chiede piano la vocal coach, porgendomi i fogli, vedendomi fortemente turbata.

Rientro in casetta alla fine della giornata, stremata, stanca e sull'orlo di una crisi di pianto. Ho provato tutto il giorno, e mi sento come se stessi cercando di entrare in una casa senza averne le chiavi. 

"Che hai fatto?" mi chiede Samuele parandomisi davanti non appena mi vede, forse notando la mia faccia. 

In cucina ci sono Martina, Tommaso, Leonardo, Raffaele e Rosa, che si voltano tutti simultaneamente verso di noi. Mi sento osservata, e questo non mi fa bene per niente in questo momento. 

"Dalla" dico solo, facendo spostare Samuele e dirigendomi spedita verso la mia camera. 

"Eh?" Lui si volta a guardarmi, senza seguirmi. 

"Mi ha dato una canzone di Dalla. Non la so fare, mi viene da schifo, e alla prossima puntata me ne vado a casa. Scusate ma stasera non ho fame, buonanotte" spiego, correndo via appena in tempo, prima che le lacrime comincino a scorrermi inesorabili lungo le guance. 

Mi stendo sul letto, con il viso rivolto verso al muro, cercando di ripassare mentalmente la canzone. Quel che mi fa rabbia è che sia una canzone meravigliosa, e io di sicuro la renderò da schifo. Che vergogna. 

"Ohi" sento la voce di Martina sussurrare, mentre si siede piano sul letto. 

"Mi spieghi che succede per piacere?" 

"Non ce la faccio Marti. Questo è troppo per me, non sono all'altezza. Non è il mio mondo, e io non ho nessun biglietto, nessuna chiave per poterci entrare" mi sfogo finalmente. 

"La chiave ce l'hai, è inutile che tu menta a te stessa. Altrimenti, perchè Anna ti avrebbe dato un pezzo del genere? Perchè sa che puoi farcela. Lo sappiamo tutti" 

"Beh, non proprio tutti" commento sarcastica, tirandomi su a sedere. 

"Ma va, ma figurati, quelli si sono comportati come due cretini, e gliel'ho pure detto. Nausicaa tu ogni puntata vai e spacchi il culo a tutti, come si può pensare che tu non sia brava? Si sono fatti influenzare entrambi dai propri sentimenti, e Leonardo è stato più cretino ancora, perchè si è proprio fatto trascinare e ora si ritrova nel torto più completo" rivela lei, asciugandomi le lacrime con gentilezza. 

"Sentimenti?" chiedo, confusa. 

"Andiamo Na, davvero non ti sei accorta che Giulia muore dietro a Sangio? E voi due state molto spesso vicini, quindi lei ci ha rosicato. Solo che ora credo si sia accorta che aveva accannato tutta la linea" 

Resto un attimo perplessa, facendo due più due, e, d'istinto, scoppio a ridere, davanti ad una faccia sbigottita di Martina. 

"No, è che è buffa sta situazione, tutto qui" mi affretto a dire. Non tradirei mai il segreto di Sangiovanni. 

"Posso?" chiede un timoroso Samuele, facendo capolino dalla porta. 

"Si si, io intanto vado a cucinare. Ti aspetto a tavola eh" si raccomanda Martina, facendomi l'occhiolino. 

Mi alzo mentre Samuele mi si avvicina, e, senza dire nulla, mi abbraccia. 

"Mi dispiace di averti risposto male prima" dico, giocherellando con gli aghetti della sua felpa. 

"Ma va, figurati, me n'ero già dimenticato" mi tranquillizza lui, lasciandomi un bacio sulla fronte prima di sciogliere l'abbraccio. 

"Andiamo?" domanda, porgendomi la mano. 

Annuisco, un po' più serena. Forse non tutto è proprio perduto, forse una possibilità ce l'ho. 


Dammi modo di amare la tua parte peggiore- Amici 20Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora