Capitolo 48

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Resto a fissare i residui di caffè nel bicchierino di plastica, senza sapere esattamente cosa io ci stia cercando. Sono stata sveglia tutta la notte, cercando di soffocare i singhiozzi nel cuscino per non svegliare le mie compagne, finchè, alla sette e mezza, sono scivolata fuori dal letto, vestendomi in silenzio e andando in cucina, per buttare giù il primo caffè della giornata. Mi verrà una gastrite da qui a tre ore, ma non mi interessa. 

"Buongiorno" biascico, stropicciandomi gli occhi mentre entro in sala. 

"Ma che hai combinato?" chiede Raffaella, con un tono un po' preoccupato. Devo avere un aspetto orribile. 

Mi chino leggermente per guardarmi allo specchio alle spalle della mia vocal coach, e si, decisamente, ho un aspetto orribile. 

Gli occhi gonfi, con delle occhiaie che mi fanno assumere le sembianze di un panda, il naso rosso, e le labbra screpolate. Per non parlare del mio colorito cadaverico. Un  capolavoro, non c'è che dire. 

Prima che io possa dire qualsiasi cosa, la porta si spalanca, rivelando la vispa figura di Anna. 

"Buongiorno! Beh, che è quella faccia? Me pari 'n cadavere Nausicaa, animo su! Che mo ce pensiamo noi" esclama, entrando nella stanza. 

"Allora, come stai? Non hai dormito stanotte, ve'?" 

Faccio un cenno di diniego con la testa, mentre tiro su con il naso. 

Dio, ma come sono arrivata a ridurmi così?

"Tesoro, dunque, mettiamola così: io faccio finta di non sapere niente delle vostre dinamiche in casetta, di cosa succede, eccetera eccetera, ma quello che io non accetto, in maniera assoluta, è che la mia allieva venga umiliata in questo modo davanti a tutti. Quindi, dopo tutta la sceneggiata di ieri sera, ho pensato ad una cosa: loro hanno detto che sei carnale, che ogni cosa che fai esprime sensualità, giusto?" 

Annuisco lievemente, cercando di ricacciare indietro le lacrime. 

"E allora facciamo che noi, tutto questo sesso, mo glielo facciamo vedere. Anzi, glielo sbattiamo proprio in faccia" afferma, facendomi restare allibita. 

"Cioè?" balbetto, strabuzzando gli occhi. 

"E mo te lo spiego, cara la mia Nausicaa. Vedrai" dice, con un sorrisetto compiaciuto. 


Butto la sigaretta nel posacenere, sprofondando ancora di più nel divanetto fuori dalla casetta. I brani che mi ha assegnato Anna sono particolari, ma sicuramente adatti a me, quindi non mi preoccupano più di tanto. È tutto il resto a preoccuparmi. Viviamo nella stessa casa, e non so per quanto tempo potrò continuare ad evitarlo, anche perchè Leo pare non voler demordere. Sono tre giorni che cerca in ogni modo di parlarmi, ma io fuggo letteralmente via ogni volta. 

"Disturbo?" sento la voce di Tancredi alla mia destra. 

"No no, figurati, vieni pure" concedo, spostandomi per farlo sedere. 

"Come stai?" domanda, accendendosi una sigaretta. 

"Sto" rispondo, inspirando profondamente mentre pesco un'altra sigaretta dal pacchetto che mi offre. 

Restiamo in silenzio per qualche minuto, mentre osserviamo il sole calare pian piano. 

"Posso dirti cosa penso?" salta su ad un tratto. 

"Dimmi pure"

"Se Rudy lo avesse chiesto a me, avrei detto che avevo preferito te. Enula è stata brava, è vero, ma io mi sono accorto di una cosa, e diciamo che tutto mi è stato molto più chiaro" inizia, mentre mi volto a guardarlo con aria interrogativa. 

"Prima di iniziare a cantare, ti sei guardata per un secondo a guardare Leo. E poi ho capito, che stavi cantando per lui, no?" 

Annuisco, sempre senza parlare, mentre prendo un tiro di sigaretta. 

"Mi dispiace tanto per quello che è successo dopo, davvero" mormora, allungando un braccio per cingermi le spalle ed accarezzarmi i capelli, mentre nascondo il viso contro il suo petto, le lacrime che scorrono senza che io riesca più a trattenerle. 

"Scusa. Non so proprio cosa mi prenda. Non riesco a controllarmi, non ero mai stata così male" mi affretto a dire, asciugandomi gli occhi. 

"Lo so, è normale. Si vedeva anche da prima, da come lo guardavi, che eri molto presa. Però, se posso darti un consiglio, devi cercare di tirarti su. In fondo sei qui per un motivo preciso Nausicaa, e non puoi permettere che le faccende personali interferiscano con quello che è il tuo percorso. Poi io me lo ricordo com'eri, ti guardavo da casa, e mi avevi colpito proprio per questo, perchè eri forte, cazzuta, avevi gli occhi della tigre. E non mi va giù che tu ti sia ridotta in questo stato, non posso proprio accettarlo".

Il discorso di Tancredi mi colpisce, facendomi scattare come una molla nel cervello. Ha ragione. 

Ha perfettamente ragione. 

Mi asciugo le lacrime, gli lascio un bacio sulla guancia e mi alzo, gettando la sigaretta nel posacenere. 

Io sono qui per cantare, sono qui per me. Sono qui per vincere. E non sarà certo Leonardo Lamacchia, a cambiare le cose. 

'Ha ragione Anna. Adesso ti faccio vedere io'. 

Dammi modo di amare la tua parte peggiore- Amici 20Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora