Non dovrei tremare. Lo so.
'Andiamo' mi dico, cercando di arrestare il tremolio incessante delle mie gambe.
'Hai fatto mille competizioni, mille saggi, stai tranquilla. Non serve aver paura'.
Eppure, quando il tizio della produzione mi dice "Vai, è il tuo turno" sento lo stomaco attorcigliarsi e la forte, fortissima voglia di girare i tacchi e correre via.
"Ciao, buonasera" mi saluta Maria, non appena metto piede nello studio. La saluto con un cenno, sorridendole, mentre mi guardo intorno un po' spaesata. Alcuni allievi delle edizioni precedenti sono sui banchi, altri sono già seduti sugli spalti, visto che il loro banco è già stato preso.
"Allora, ripeto come funziona: tu ora ti esibisci, e uno dei tre professori di canto può abbassare la leva in qualsiasi momento, così come gli altri professori possono rialzarla e ridarti la base. Nel momento in cui tutti e tre abbassano la leva, sei automaticamente eliminata. Tutto chiaro?" mi chiede.
Non le rispondo subito. Sono incantata a fissare gli spalti. Ho sognato per una vita di essere qui.
"Pronto? Ci sei?" sento Maria richiamarmi, ridacchiando.
"Eh? Si, mi scusi, ero un attimo distratta" le dico, riscuotendomi e facendo ridere tutto il pubblico.
Perfetto, prima figuraccia, andata. E non sono passati nemmeno cinque minuti.
"Allora, parliamo un po' di te: diciamo subito che sei una persona un po' particolare, a partire dal nome, vero?" domanda, leggendo la cartellina che tiene in mano.
Annuisco, sorridendo nervosamente.
"Lei si chiama Nausicaa, ha ventidue anni e viene da Milano, giusto? Studia canto e pianoforte dall'età di nove anni. Alla domanda 'Descriviti in tre parole' risponde: sono pasticciona, un po' folle e piuttosto bizzarra. Senza dubbio sono un soggetto particolare". Legge, mentre annuisco piano.
"Beh, pasticciona mi sembra un po' strano, visto il lavoro che fai, no?" fa lei, guardandomi, senza smettere di ridere. Io alzo le spalle, sorridendole a mia volta. Dio, che imbarazzo.
"Professione, insegnante di pugilato" legge ancora, godendosi l'espressione stupefatta dell'intero studio.
Se non altro, non posso dire di non esserci abituata. Fisicamente sono piuttosto minuta, e a nessuno è mai venuto in mente che in realtà io passi molto tempo della mia vita in palestra a tirare pugni ad un sacco.
"Dai su, cominciamo. Dimmi quando sei pronta e mandiamo la base. Lei canta The Monster, di Rihanna."
Mi posiziono al centro dello studio, prendendo un respiro profondo.
'Sta tranquilla'.
La musica parte, e immediatamente, mi rilasso, iniziando a cantare. Già dai primi versi, tuttavia, mentre sia Arisa che Anna sembrano entusiaste, intravedo Rudy fare delle smorfie di disappunto, che mi infastidiscono non poco. Maledizione, sono qui, ad esibirmi, è l'occasione della mia vita. E vedere un adulto che fa le faccette, è a dir poco irritante. Cerco di concentrarmi, ma poco prima che io inizi il ritornello, abbassa la leva, togliendo la base, che però mi viene ridata quasi immediatamente da Anna, mentre Rudy scuote la testa, palesemente in disaccordo. Eh no eh.
Non ci vedo più. Sento un senso di rivalsa montarmi dentro, inarrestabile.
'Ah si? E ora ti faccio vedere io' penso.
Non era in programma, lo so. Avevo deciso di non farlo. Però quando nel ritornello arriva il momento di alzare di un semitono, per cantare gli 'Ooh', caratteristici della canzone, mi prende il matto e alzo. Alzo molto di più. Alzo come so fare benissimo, essendo io un soprano leggero.
Vedo gli occhi dei professori sbarrarsi per la sorpresa, e continuo a cantare, soddisfattissima.
La canzone finisce, e io resto ferma, al centro del palco, stordita dagli scrosci degli applausi. Ormai è andata. Il gioco è fatto.
"Rudy ti ha tolto la base, quindi presuppongo che voglia dire 'no banco'" dice Maria, voltandosi verso di lui.
"Si, io ti ho tolto la base perchè onestamente non mi sei sembrata tanto convincente, e la scelta del brano non mi è sembrata adeguata. Sono rimasto sorpreso quando ho sentito che sei un soprano, non lo avrei mai detto" ammette infine, mentre Arisa e Anna annuiscono vistosamente.
"Arisa, banco si o banco no?" passa avanti Maria.
"Allora, a me sei piaciuta molto, devo dire la verità. Però ho altri banchi da assegnare, mi dispiace" dice, con aria di scuse.
Annuisco, cercando di mascherare la delusione. Due possibilità su tre sono andate. Mi rimane solo la Pettinelli, che guardo, cercando di non sembrare troppo disperata.
"Anche a me sei piaciuta molto, e io il banco invece te lo do!" esclama lei, entusiasta.
Oddio. Non ci posso credere. Non è possibile.
"Quindi Nausicaa entra nella scuola, e fa parte della squadra di Anna Pettinelli!" annuncia Maria, indicandomi uno sgabello su cui è posata una felpa di Amici.
La MIA felpa di Amici.
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Dammi modo di amare la tua parte peggiore- Amici 20
FanfictionAmici è una di quelle possibilità che non capitano tutti i giorni. E non capitano a chiunque, soprattutto. E quando ci sei dentro, tocchi quella felpa con le tue mani, sai che devi aggrappartici con tutte le tue forze, e tenertela stretta a più non...