Leonardo è rimasto abbastanza tranquillo per tutta la serata. Se non avessi imparato, un poco, a conoscerlo, potrei dire che sta davvero bene, che non si sente morire dentro. Ma io lo so che vorrebbe solo prendere a calci il muro, trovarsi ovunque, tranne che qui, in mezzo a tutte queste persone.
Lo osservo di sottecchi dal divano ogni tanto, seduto al tavolo intento a far finta di seguire il discorso di Martina e Rosa, mentre disegna con le dita dei cerchi sul tavolo.
Ad un tratto lo vedo alzarsi di scatto e camminare spedito verso la sua stanza, i pugni serrati.
"Ale scusami se ti interrompo, ma devo proprio andare in bagno" mento, spostando gentilmente la mano che Alessandro ha poggiato sul mio ginocchio mentre chiacchieravamo con Luca.
Busso piano alla porta della sua stanza, pregando mentalmente che non mi mandi a quel paese.
"Posso?" chiedo, aprendo la porta e sbirciando, trovandolo steso sul letto.
"Non c'è bisogno Na, sto bene, davvero" si affretta a dire, facendo per mettersi a sedere.
Io scuoto la testa, avvicinandomi a lui e obbligandolo a stendersi, sistemandomi accanto a lui, voltandomi su un fianco in modo da guardarlo negli occhi.
Ci fissiamo per qualche istante senza dire nulla, mentre gli accarezzo piano il braccio con la punta delle dita.
"Volevi chiedermi qualcosa?" domanda, con un filo di voce.
"No. Volevo solo stare vicino a te. Se vorrai, sarai tu a dirmi qualcosa. Basta che tu sappia che io sono dalla tua parte" rispondo, puntellandomi su un gomito per sollevarmi leggermente rispetto a lui, che di tutta risposta mi si avvicina con il viso e mi lascia un bacio tenerissimo sulle labbra, prima di circondarmi con il braccio e farmi avvicinare ancora di più a sé.
"Mi sono sentito terribilmente a disagio oggi" confessa.
"Lo so. Me ne sono accorta. Ma non capisco il perchè Leo".
"Allora ti ricordi quando ho fatto Sanremo qualche anno fa? Ecco, e ti ricordi anche com'ero?"
"Beh, eri più piccolo, avevi i capelli più lunghi, eri più 'rotondello', e quindi?"
"Eh...."
Oh. Quindi è questo il problema.
"Scusami, non volevo essere indelicata" sussurro, mortificata.
"Tranquilla, non potevi saperlo. Niente, in linea di massima non ho un buonissimo rapporto con il mio corpo Na, tutto qui. Per anni ho portato addosso questo senso di angoscia che riuscivo a placare soprattutto con il cibo, con quelle abbuffate fatte di notte per non farmi scoprire da nessuno"
"Ho capito Leo, ma ora non è più così, no? Cioè, non serve che te lo dica io che sei un bel ragazzo, no?" dico, sforzandomi di mantenere la voce ferma e di non diventare viola dall'imbarazzo.
Lui mi guarda, scuote la testa sbuffando e sorride.
"Non è questo Na, è che quando sono sul palco io mi sento sicuro di me, di quello che sono, ma appena stacco le mani dall'asta e devo muovermi, mi sento come se tutti quei chili ce li avessi ancora addosso, e quindi sento di dover essere qualcuno che in realtà non sono, perchè nella mia testa in quel momento io sono ancora Leo, il ragazzino simpatico e grassottello".
Ascolto il suo sfogo in silenzio, accarezzandogli piano la guancia mentre cerco di trovare le parole giuste.
"Leo, secondo me sbagli il tipo di approccio. Non devi cercare di nascondere questo tuo lato, anzi, accoglierlo e cercare di farlo tuo. Se ora sei la persona che sei, è anche grazie a quel ragazzino simpatico e grassottello, è una parte del tuo vissuto che rimarrà sempre con te, ma non prenderlo come un fardello, un segreto da nascondere. Fallo vedere a tutti, urla al mondo: 'io sono anche questo', mettilo nelle tue esibizioni. Non devi fingere di essere qualcuno che non sei, perchè le persone che ti amano, lo fanno per quello che sei, anche con il tuo passato" dico, mentre lui mi guarda con degli occhi che mi fanno sciogliere il cuore. Sembra così indifeso in questo momento, che vorrei stringerlo a me e non lasciarlo più. Lo vedo così pensieroso, preoccupato, come se avesse capito il mio discorso, ma non ci credesse fino in fondo. E mi si spezza il cuore, perchè vorrei fare qualcosa per farlo sentire meglio, così raccolgo le ultime briciole di intraprendenza e coraggio che mi sono rimaste e prendo un respiro profondo, cercando di controllare l'imbarazzo.
"Allora, mettiamola così: Leonardo il ragazzino bruttino e goffo non c'è più, vero? Adesso abbiamo Leonardo che ha 26 anni, è ad Amici, ed è un gran figo" esclamo, facendolo scoppiare a ridere.
"Non ridere, sono seria! Sei bello Leonardo, e sono proprio le cose che tu ritieni siano difetti, a renderti ancora più bello" concludo, con il volto viola dalla vergogna.
"Sei tutta rossa" mi prende in giro, accarezzandomi i capelli.
"Lo so. Tu hai capito però?" insisto, ignorandolo.
"Insomma" fa lui, esitante.
"Eh ma allora sei proprio di coccio però" lo rimprovero, dandogli una spinta leggera per scherzare.
Lui si mette a ridere, tirandomi ancora più vicina a sé, la sua mano posata pericolosamente troppo vicina alla fine della mia schiena.
"Davvero lo pensi?" chiede.
"Cosa?"
"Che sono bello"
Oh.
'Dai su Nausicaa, non fare la scema'.
"Beh, si. E anche parecchio, se proprio vogliamo dirla tutta" ammetto, riavviandomi una ciocca di capelli per dissimulare la vergogna, mentre lui, di tutta risposta, mi prende il viso con le mani e mi bacia.
È un bacio diverso da tutti quelli che ci siamo dati fino ad ora, sotto tutti i punti di vista. Sarà la sua mano che mi accarezza piano la parte della schiena scoperta dalla felpa che si è leggermente sollevata, sarà che lo sento per la prima volta così vulnerabile da essere totalmente se stesso fino in fondo. Non so cosa sia di preciso, so solo che gli circondo la vita con la gamba libera, ancorandomi in maniera ancora più serrata, mentre rispondo al bacio.
E mentre di solito mi pongo dei limiti, sto sempre bene attenta a controllarmi per non andare mai oltre, stavolta non ce la faccio proprio, è più forte di me.
Sento il suo bacino premere contro di me, e per un attimo mi dimentico totalmente di dove sono, e del fatto che ci siano le telecamere, mentre le sue dita scivolano lungo la mia schiena, arrivando a carezzare dolcemente l'elastico dei miei pantaloni.
Proprio in quel momento, per fortuna, sentiamo un tonfo sordo provenire dalla cucina, che ci fa sobbalzare e ci riporta bruscamente alla realtà.
Ci guardiamo, e scoppiamo a ridere, all'unisono.
"Forse è meglio che vada" affermo, facendo per alzarmi.
"Aspetta, vieni, ti devo dire una cosa" mi trattiene lui, facendosi improvvisamente serio.
Avvicino il viso alle sue labbra, per fare in modo che mi parli all'orecchio.
"Grazie di tutto, davvero. Era da tanto tempo che non stavo così bene e non mi sentivo così libero con qualcuno" sussurra, e devo fare un grande, grandissimo sforzo, per non mettermi a baciarlo di nuovo. Finirebbe malissimo, e sinceramente preferirei evitare.
"E poi, c'è un'altra cosa" mi informa, avvicinandosi ancora di più e mettendosi la mano davanti alla bocca, per ulteriore sicurezza.
"Dimmi" lo incito io, preoccupata da tutto questo mistero.
"Non sai cosa darei per poter fare l'amore con te".
Resto due secondi interdetta, il sangue che mi affluisce sul volto, facendomi diventare cremisi mentre lui si allontana con un sorrisetto, compiaciuto dalla mia reazione.
"Buonanotte Leo" dico solo, alzandomi e uscendo.
Mi dirigo verso la mia stanza, e mi tuffo sul letto, le farfalle nello stomaco per quanto è appena successo.
È una sensazione strana, nuova, che mi fa stare incredibilmente bene. Come non ero mai stata prima.
'Non sai cosa darei per poter fare l'amore con te'. Quella frase mi continua a vagare per il cervello, finchè non mi rendo conto che un sorriso enorme mi si è stampato sulla faccia, e non accenna a voler andar via.
'Anche io Leo' ammetto a me stessa.
'Anche io'.
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Dammi modo di amare la tua parte peggiore- Amici 20
Hayran KurguAmici è una di quelle possibilità che non capitano tutti i giorni. E non capitano a chiunque, soprattutto. E quando ci sei dentro, tocchi quella felpa con le tue mani, sai che devi aggrappartici con tutte le tue forze, e tenertela stretta a più non...