Capitolo 19 [revisionato]

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Camila era sicura che la bionda le avrebbe fatto la stessa domanda di sempre, ma con sua sorpresa non lo fece. Facendole segno di aspettare, rientrò nella grande casa piastrellata e se ne andò pochi minuti dopo. In quel periodo la bruna non aveva smesso di respirare affannosamente.

Quando André le chiese chi fosse la persona a cui aveva fatto più male, il primo nome che le venne in mente era quello di Lauren, ma ripensandoci non sapeva dove abitava o dove trovarla. Anche se il bruno aveva suggerito di iniziare con la parte più difficile, Camila sapeva che la situazione con Dinah era molto simile a quella che aveva con quella dagli occhi verdi.

Conoscendo l'indirizzo della sua vecchia casa, si diresse verso di essa, sperando che non si fosse trasferita come Normani e Ally e persino, supponeva, Lauren. Fortunatamente, è stata la bionda ad aprire la porta e non i suoi genitori o nessuno dei suoi fratelli. La stessa bionda che è uscita un paio di minuti dopo.

- "Dammi un motivo per cui vale la pena ascoltarti" disse Dinah non appena uscì, chiudendo la cerniera della giacca bordeaux che si era appena messa.

In quel momento Camila era pensierosa. Non aveva pensato a nessun motivo lungo la strada, voleva solo parlarle, punto. Avrebbe potuto rispondere in modo freddo e scortese ma sapeva che se voleva riconquistare la più alta, avrebbe dovuto strisciare. Con lei e con tutte

- "Perché sono stata stupida" sospirò, fissando le sue pupille scure.

Dinah rimase in silenzio, fissando quella che una volta era la sua migliore amica più intima mentre aggrottava la fronte. Se Camila pensava che con un "Sono stata stupida" avrebbe ottenuto il suo perdono, si sbagliava di grosso. Ma anche così, annuì prima di iniziare a camminare verso una panca di legno non lontano dalla casa.

Camila sospirò un po' sollevata, perché sebbene sapesse che Dinah era un osso duro poteva almeno avere l'opportunità di spiegarsi e scusarsi, sapendo in anticipo che la bionda avrebbe avuto difficoltà ad accettare le sue scuse.

- "Ti avverto che non ho molto tempo, ho delle cose da fare" ha spiegato, sedendosi sulla panchina nel cuore della notte.

Non appena Dinah lo disse, il ricordo di Lauren che diceva parole simili giorni prima entrò nella sua mente causandole un nodo alla gola. Ma non c'era la bruna dagli occhi verdi di fronte a lei, c'era la bionda con gli occhi scuri come la notte.

- "Io-io, io-volevo..." balbettò Camila.

- "Non dirmi che è difficile parlare adesso" sbuffò Dinah, incrociando le braccia.

- "Dai Camila, non fare l'idiota, dillo, è facile" pensò tra sé.

Ma non poteva. Non per l'orgoglio, ma per la paura del rifiuto. Dinah era stata come una sorella per lei, e il solo pensiero che non la potesse perdonare le fece tremare le ginocchia. Nel cuore della notte mentre la leggera brezza inondava l'ambiente, Camila si strofinava le mani cercando di calmare i nervi. Non voleva guardare la bionda negli occhi sapendo che se lo avesse fatto non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime, e di conseguenza non avrebbe saputo spiegarsi.

Era vero che appena un mese prima, quando nessuna del vecchio gruppo delle cinque si era fatta viva non aveva pensato a loro, e che accettassero o no il suo perdono era qualcosa di irrilevante. Ma in quel momento, dopo aver sentito di nuovo l'affetto di Normani e Ally, le parole di dolore di Dinah e, ​​naturalmente, della stessa Lauren, sentire un "ti perdono" era tutto ciò di cui aveva bisogno per dormire bene la notte. 

La più alta, notando il silenzio e i gesti di Camila, si schiarì la gola, facendole capire che stava perdendo quel poco tempo che aveva. Le ci vollero non più di dieci secondi per parlare.

Cenizas || Camren || Traduzione ITA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora