Capitolo 1 [revisionato]

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"Tu non l'hai mai amata, Camila. L'unica cosa che volevi era non rimanere sola. O forse la usavi per avere qualcosa di bello nella tua miserabile vita; ma tu non la amavi, Camila. Perché tu non distruggi le persone che ami"

"L'hai presa in giro come volevi tu. Non ti è mai interessata la sua felicità ma solo la tua e questo è molto egoista, Camila"

"Ti credevamo nostra amica, una persona diversa ma adesso tanto io come le altre ci siamo rese conto che le uniche cose che uscivano dalla tua bocca erano bugie"

Col respiro affannato e un brivido che percorreva la sua spina dorsale, Camila si svegliò quella mattina di Aprile ricordando le frasi che le sue vecchie migliori amiche le avevano detto sette anni prima, quando erano adolescenti. Perché adesso? Perché dopo tanto tempo?

Sospirando guardò la sveglia digitale sul suo comodino che segnava le 7:32. Mancava ancora mezzora a che suonasse. Disattivò la sveglia e posò i suoi delicati piedi scalzi sul pavimento in legno di casa sua e si alzò dal letto per andare verso il bagno.

Aveva ancora quelle frasi fisse nella mente. Forse non era stata una buona idea tornare nella città dov'era cresciuta. Forse non lo era stata neanche aprire la sua propria clinica dentale privata lì. Forse, solo forse, avrebbe dovuto restare nella città dove aveva cominciato la sua carriera da odontoiatra. Lontana da tutti i suoi familiari e i suoi vecchi amici, da tutti i ricordi che aveva creato lì fino al suo diciottesimo compleanno, ma soprattutto lontana da lei.

Camila aveva speso i suoi risparmi per una piccola casa fuori città. Non voleva troppo rumore né vicini di casa. Era su un unico piano che disponeva di una piccola cucina collegata alla sala e due camere; quella degli ospiti e quella padronale. Dopo c'era il bagno e infine un parcheggio privato davanti alla veranda. Non aveva bisogno di una villa per lei da sola, quindi le andava bene.

Dopo aver sentito l'acqua calda della doccia scorrere sul suo corpo per quindici minuti tornò in camera avvolta da un asciugamano azzurro e si fermò davanti all'armadio. Sin da piccola si faceva la stessa domanda davanti ad esso tutte le mattine.

-Avanti Camila, cosa mettiamo oggi? Un Jersey? Una maglietta? - si chiedeva mentre cercava nell'armadio.

Qualche minuto dopo si decise per un Jersey leggero beige con dei Jeans attillati accompagnati da degli stivaletti bassi neri. Non perse tempo a mettersi degli accessori dato che con il camice bianco sarebbero stati inutili, quindi si pettinò i suoi lunghi capelli scuri dopo essersi truccata molto basic e andò in cucina.

Casa di Camila non era niente di che. Durante l'anno che aveva vissuto lì fino ad ora aveva mantenuto il bianco delle pareti che spiccavano con il pavimento in legno e queste erano decorate solo da due cornici che aveva appeso con la speranza di aggiungere qualche foto. Ma la verità era che dopo quasi quattrocento giorni che viveva lì, avevano ancora la stessa immagine di quando le aveva comprate. Secondo lei non aveva trovato nessuna foto che la facesse sentire orgogliosa di vederla tutte le mattine, ma Camila era così; una ragazza di venticinque anni che si dedicava esclusivamente alla sua clinica senza nessun'altra eccezione.

Avendo mezzora di tempo in più potè tardare a fare colazione e accompagnò il suo solito succo d'arancia con una bel pancake coperto di Nutella. Non tardò a preparare la sua borsa e a prendere le chiavi della sua Citröen C4 parcheggiata davanti alla veranda. La strada per arrivare alla clinica le sembrava più lunga del solito. Nonostante fosse più presto c'era molto più traffico e pedoni, fatto che associò all'inizio della scuola. Pensando a quest'ultima cosa fece una faccia schifata mentre accelerava.

Tutto ciò che aveva a che vedere con l'avere dei figli e formare una famiglia non faceva per lei. Questi pensieri erano nati col passare degli anni dopo che la sua famiglia si separasse. L'ultima cosa che sapeva dei suoi genitori era che erano tornati a Cuba, altro motivo per il quale era tornata nella città in cui era cresciuta. In cambio, sua sorella piccola Sofia aveva scelto di restare e finire gli studi in un'altra città. L'ultima volta che ci aveva parlato era tre anni prima e da quanto le aveva detto la più piccola voleva studiare pedagogia.

Cenizas || Camren || Traduzione ITA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora