·Tae·
Non riesco quasi a credere che sarò esposto alla sua nudità, come se quello a disagio dovessi essere io e non lui. Il principe non si fa quasi toccare, la prima volta che ci ho provato è rimasto pietrificato e li sento anch'io i pettegolezzi su di lui che affermano che sia gelido. Non lo è, non lo è proprio per niente, è un ragazzo sensibile con il peso di una grande responsabilità, che si chiude in sé stesso e non fa altro che lavorare, ritrovandosi solo nella sua dimensione. È buffo, non lo sopporto, eppure nessuno mi sta costringendo a difenderlo, ma, benché i nostri caratteri siano così distinti, entrambi abbiamo quella peculiarità di costruirci da soli i nostri momenti speciali, di cercare ciò che è sconosciuto, di apprendere da quello che rimane silenzioso e muta nel tempo.
Abbiamo voglia di libertà, io e Jungkook.
Io la esprimo fregandomene dei termini e modi che uso e facendo amicizia con tutti, mentre lui si richiude in sé stesso per non farsi notare e vive al di fuori di ciò per cui è nato.
Siamo diversi, ma abbiamo un obiettivo comune.
Ed io sono qui a pensare alle sue caratteristiche positive, mentre lui si sta lentamente spogliando. Posso solo vedere il rossore sulle sue spalle, forse per l'alta temperatura, che oscura parte della visuale col vapore. Non so se ringraziarla o maledirla.
Invece di rimanere imbambolato, mi appresto ad aiutarlo, ma lui si scosta come bruciato
«Non toccarmi adesso...e non guardare, non c'è bisogno»
Chissà perché mi sono ritrovato in una tale situazione, cosa diamine significa che non c'è bisogno di guardare?
Ho il cervello talmente in pappa che non ho nemmeno voglia di rifletterci su, lo farò e basta
«Ho chiuso gli occhi»
Sento l'acqua venir versata con leggerezza
«Puoi avvicinarti» pronuncia con tono quasi impercettibile.
Riapro gli occhi e prendo un panno soffice ed una spugna, mi metto dietro di lui, al bordo della vasca, con la sua schiena vicino al viso.
Mi sento le guance bollenti e il cuore a mille.
È questa l'attrazione fisica?
Dalle descrizioni di Jooheon non mi è mai apparsa così poetica e complicata allo stesso tempo. O forse sono io che lo rendo così poetico e complicato
«Ah- piano Tae, l'acqua scotta»
Annuisco anche se non può vedermi e passo più delicatamente la spugna, facendo dei movimenti circolari.
La situazione è inverosimile, sembra un sogno, ha anche lo stesso colorito sbiadito dei ricordi, forse è il vapore
«Siete molto rigido» dico piano
«Se ti rivolgi con certi termini, non credo che mi scioglierò»
Abbasso lo sguardo, colpevole
«Cerca di rilassarti, per favore» riformulo, schiarendomi la voce
«Ora va meglio» si esprime incurvando le labbra in un sorriso, che scaturisce a sua volta un sorriso in me.
Senza permessi, inizio a massaggiargli le imponenti spalle e lui chiude gli occhi, pian piano si lascia anche scivolare lentamente nell'acqua, fino a farsi ricoprire la bocca, mentre le mie mani si dedicano allle morbide ciocche fradice. Eseguo movimenti lenti e leggeri, rilassandomi in contemporanea a Jungkook. Sento le palpebre farsi più pesanti, la schiena cedere; appoggio l'avambraccio sul bordo della vasca e la testa su di esso, socchiudendo gli occhi.
Mi sento bene.
Dopo tanto, mi sento finalmente bene, rilassato, con tutta la stanchezza che si riversa nelle membra pesanti, impedita nei giorni trascorsi dallo stress e dalla frustrazione, dalla mancanza di qualcuno nelle mie notti, divenute insonni.
Non devo addormentarmi. Anche se il tepore mi sta invitando, non devo abbandonarmi al sonno, devo rimanere sveglio per me e per lui.
Afferro con pigrizia un prodotto che profuma di fiori del giardino reale e me ne impregno le mani.
Il corvino un po' si risveglia al sentire i movimenti intorpiditi delle dita sulla sua cute e dopo svariati minuti, si rialza.
La mia mente è impegnata al pensiero di andare a dormire, divengo quasi lungi dall'essere padrone delle mie azioni, con gesti spontanei mi ritrovo nella camera del principe.
Tengo gli occhi chiusi mentre strofino la stoffa contro la sua pelle per poterlo asciugare, lui mugola.
Tengo gli occhi chiusi anche mentre si cambia e quando li riapro, non vedo comunque nulla: qualsiasi candela è stata spenta, ma la sua presenza è palesemente vicina
«Taehyung...vorresti restare?» sussurra ansimante al mio orecchio.
Non so se è per il momento, per Jungkook, forse per me è una giornata strana o ho troppo sonno e troppa stanchezza addosso per poter tenere il solito distacco
«Resto»·Kook·
Poche e semplici lettere hanno cambiato completamente una cosa che sembrava cristallizzata. Se non fossi distrutto, salterei dalla gioia; posso solo sorridere, tanto non può vedermi. Ha abbassato la guardia per un qualche motivo, voglio godermi finché posso quest'istante, imprimermelo nella memoria, e farne un ricordo prezioso.
Avvicino timidamente la mano alla sua e le nostre dita si intrecciano senza stringersi.
Lo avvicino al letto e pian piano ci sediamo.
Taehyung apre le coperte invitandomi ad entrare e, dopo che ho preso posto, lui esita ad entrare, per soggezione e disabitudine probabilmente. Si libera di alcuni indumenti prima di infilarsi tra i morbidi tessuti ed espirare di conforto.
Ammetto che se stessi realmente ragionando, sarei nel panico. Ora come ora, voglio solo dormire e averlo accanto, ed ho tutti i requisiti per farlo, voglio evitare di crearmi complessi una volta nella vita.
Si posiziona e per sbaglio le nostre dita si sfiorano. Le ritiriamo in un millesimo di secondo
«Allora...buonanotte» dice incerto
«Buonanotte»
Vorrei che mi abbracciasse e che mi permettesse di stargli vicino in ogni modo. La realtà di oggi è stata più simile ad un sogno ed il mio cuore batte ancor forte per tale motivo. Sento finalmente di poter stare sereno.
STAI LEGGENDO
𝕶𝖎𝖓𝖌 ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
FanficInghilterra, X secolo. Per la prima volta nel Medioevo, l'Inghilterra fu unificata in un unico regno dal re Atelstano. · Jungkook è il futuro erede al trono, da sempre vittima delle pretese dei suoi genitori. Taehyung è un umile servo, trasgressivo...