Chapter Fifteenth

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·Kookie·

Mi rilasso dopo le parole di Taehyung, sperando che nessuno dei due si faccia più domande. Chi sapeva che avrei dovuto farmi un quadro completo sul personaggio di Gguk?
«Oggi il tempo è davvero caldo, non trovate?» commenta il moro dando un'occhiata al cielo azzurro, privo di ogni nuvola
«Secondo te, dopo tutto il lavoro che ho fatto sotto il sole, non mi sono accorto del caldo?» fa Jooheon un po' irritato
«Non avete lavorato entrambi?» chiedo a bassa voce.
Che bella la timidezza
«Si, la differenza è che questo bellimbusto ha lavorato in stalla, io invece, ho lavorato fuori e credo anche di essermi bruciato le spalle nonostante le creme protettive che mi ha dato Taehyung»
Lo guardo stranito, aggrottando le sopracciglia.
Mi chiedo come dei contadini possano avere delle creme protettive
«Come fate ad avere delle creme protettive?»
«Diciamo che Tae è davvero, ma davvero, fissato con la cura del corpo: capelli, creme, bagni, pulizia del viso. Seriamente, come fa a fare quella roba fastidiosa dopo aver lavorato per ore ed ore, lo sa solo lui»
«Ci tengo» scrolla le spalle il moro.
Lo osservo, constatando che la sua pelle sembri molto morbida.
Taehyung incrocia il mio sguardo; il suo viso appare buffo, dato l'enorme pezzo di panino che sta mordendo.
Senza quasi accorgermene, continuo a guardarlo e lui scuote la testa, probabilmente chiedendosi il perché del mio sguardo.
Sposto gli occhi altrove, percependo dell'imbarazzo pervadermi
«Ma tu non mangi?» mi chiede Jooheon dopo un po' di silenzio.
Scuoto la testa in segno negativo, tornando poi ad osservare il paesaggio intorno a me.
Dopo poco, i due ragazzi terminano di mangiare e noto con la coda dell'occhio che si scambiano uno sguardo di cui non comprendo il significato.
Ci alziamo dalla tovaglia, io provvedo a piegarla e loro ripongono tutto il resto nel cesto
«Phew. Abbiamo finito finalmente» fa il rosso passandosi una mano sulla fronte, ad asciugarsi il sudore. Stringe gli occhi e si stiracchia
«Ragazzi, a breve torneremo a lavorare, quindi io sfrutterò questo breve tempo di risposo all'interno della stalla, a dormire»
«Okay, risanati, io porto Gguk a fare una passeggiata» fa Taehyung dandomi una pacca sulla spalla.
Lo guardo un po' intimorito.
La prima volta che abbiamo passato del tempo insieme, non ci siamo comportati molto da amici e non abbiamo nemmeno preso argomenti specifici. La seconda...beh, sono rimasto solo pochi minuti.
Ed io non so fare amicizia
«A dopo» cantilena il rosso allontanandosi.
Tae mi prende per mano e stavolta non lo allontano
«Su andiamo» fa sorridendo.
Carino.
Iniziamo a camminare tenendoci per mano e ad ogni passo, sento il disagio salirmi, tanto da portarmi ad abbassare lo sguardo sui miei stessi piedi
«Non parli molto, vero?» mi domanda il moro interrompendo il silenzio
«In realtà...sono una persona davvero loquace, solo...credo di essere timido»
Il maggiore ridacchia
«Davvero? Non lo avrei mai detto» fa palesemente ironico, stringendomi un po' di più la mano.
Arrossisco di poco
«Facciamo una cosa: io dico alcune parole e tu le ricolleghi ai tuoi gusti o alle esperienze personali»
«Ci sto»
Il ragazzo si guarda intorno velocemente, spostando gli occhi da una parte all'altra del cortile
«In questo momento mi viene solo 'lavoro'»
«Per ora passo»
Non voglio mentirgli, gli ho detto fin troppe balle
«Uh, non deve piacerti per nulla»
Scrollo le spalle alla sua affermazione
«Io lavoro tutto il giorno in mezzo alla natura. Non entro praticamente mai a palazzo, capita solo talvolta quando manca del personale. Ti giuro, la struttura del palazzo per me è davvero affascinante, mi piace moltissimo osservarlo e lavorare lì per un po', sarebbe bello»
«È per questo che mi hai chiesto del lavoro?»
Annuisce, rendendo i suoi occhi ancora più vispi e curiosi
«Muoio dalla voglia di sapere come vivono i reali»
Rido amareggiato
«Fidati, è meno interessante e bello di quanto ti immagini»
«Non spegnere i miei sogni così, Gguk. Cosa ci può essere di noioso in una vita in cui puoi fare tutto ciò che vuoi?»
«La visione che hai tu è dettata da delle fiabe e da un'idea generale. Fare i nobili è noioso...devi sapere una serie di cose inutili»
«Questo è vero, ma almeno non sgobbi tutto il giorno»
Sposto lo sguardo al cielo
«Beh...si»
«Dimmi Gguk, hai detto di avere sedici anni, giusto?»
«Si. Tu, invece?»
«Devo compierne 18»
«Avevo ragione a pensare che fossi più grande di me, allora»
«Si vede che sei piccolo» mi stuzzica
«Tks...sono pur sempre maturo»
«Si, anch'io lo dicevo alla tua età» mi guarda con monotonia
«Lasciamelo credere!» mi oppongo ironicamente
«Tu non mi hai lasciato credere nulla sul palazzo, spegnendo in maniera spregevole i miei sogni» dice mettendo un finto broncio
«Ma dai!» esclamo divertito, dandogli un colpetto sulla spalla.
Lui si mette a ridere, contagiandomi.
Ora si che mi sento meglio.
Dopo aver riso per qualche minuto, ritorna il silenzio, questa volta non di disagio, ma di serenità.
Camminiamo ancora a mani unite ed io mi perdo, come al mio solito, ad osservare il paesaggio.
Ad un certo punto, Taehyung mi afferra per la vita, facendomi gettare un urlo e trascinandomi a terra insieme a lui
«Tae-»
Mi ritrovo poco dopo sul suo corpo, da cui mi sposto praticamente subito, sentendo le orecchie infiammarsi e le gote surriscaldarsi
«Non sei neanche abituato all'affetto, non è così?» deduce sempre più divertito.
Quel suo sorriso.
Evito di guardarlo, mordendomi l'interno guancia per l'imbarazzo.
Perché deve fare così? Chi è che farebbe così? È strano forte. O forse sono io quello strano
«No...in effetti, non sono mai stato abituato a coccole, abbracci e queste cose qui. Pensa che le poche volte che mi abbracciano, divento di ghiaccio, entrando nel panico perché non so cosa fare» spiego.
Il moro scoppia nuovamente a ridere, quasi si tiene la pancia per le troppe risate
«Sei proprio un soggetto strano»
Io.
Mi rialzo sui gomiti e lo guardo, finalmente senza provare disagio
«E tu sei particolare»
Lui posiziona gli avambracci sotto la testa e chiude gli occhi.
Sospira
«Talvolta ho dei comportamenti insoliti, che non rispettano gli standard delle persone che mi circondano...alcuni mi reputano strano perché non do del 'voi', altri mi giudicano perché sono affettuoso. Dico io, non posso semplicemente vivere?»
Sorrido alle sue parole
«Magari fosse sul serio così semplice...le persone sono costantemente pressate e più si va avanti, peggio è»
Riapre gli occhi, osservandomi
«Questa cosa ti fa paura, vero?» chiede tralasciando ormai qualsiasi punta di ironia.
Annuisco convinto, mentre nella mia mente riaffiorano tutte quelle situazioni in cui mio padre mi ha raccomandato di dover diventare un buon re, ricordandomi che è un ruolo carico di responsabilità
«Ehi» mi richiama Tae a bassa voce, alzandomi il mento con due dita e puntando il suo sguardo nel mio.
Resto immobile a fissarlo, mentre lui si mette del tutto seduto
«Lo so che il futuro ti intimorisce, spesso spaventa anche me - mi fa un piccolo sorriso a labbra serrate - ma, fidati, qualsiasi cosa tu vorrai fare, riuscirai a farla, sembri un ragazzo con la testa apposto»
Accenno ad un sorriso, stringendomi un po' nelle spalle
«Grazie mille Taehyung, mi fa piacere che pensi certe cose di me»
Sposta le dita, privandomi del contatto a cui mi ero da poco abituato
«Voglio conoscerti meglio»
Jungkook, contieniti e non urlare dalla gioia
«Anche io» gli sorrido.
Lui esclama un 'aaaah', per poi scompigliarmi i capelli
«Ya!» esclamo a mia volta, lasciandomi cadere indietro per la sorpresa.
Ridiamo entrambi e ci alziamo dal prato
«Io purtroppo devo tornare a lavorare, altrimenti Jooheon potrebbe seriamente uccidermi»
Annuisco divertito
«Lo capirei sinceramente. Quindi...ci vediamo domani?»
«Io sono libero a pranzo e la sera sul tardi, passa quando vuoi»
Gli rivolgo un altro sorriso ad occhi luccicanti
«Allora, ci vediamo» lo saluto
«Ci si vede, testa di cocco» mi saluta a sua volta, per poi dirigersi nuovamente verso i campi da coltivare.
Roteo gli occhi al nomignolo, ma resto lo stesso con un sorriso da ebete in viso.
Voglio sul serio conoscerlo meglio.

𝐊𝐢𝐧𝐠  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora