Chapter Twenty-Sixth

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·Tae·

Come ogni mattina, mi alzo, mi sciacquo il viso, mi lavo e mi vesto, pronto a mettermi al lavoro.
La giornata oggi non promette per niente bene, ci sono delle nuvole grigie enormi ad occupare il cielo e l'aria è fresca rispetto ai giorni precedenti. Non che l'idea della pioggia mi dispiaccia, ma coltivare sotto un tempo del genere non è l'ideale; potrebbe rovinarsi un'intera giornata di lavoro e non mi andrebbe di rimediare il giorno dopo.
Prendo un respiro a pieni polmoni, inalando la freschezza mattutina che costeggia i campi.
Mi stiracchio e sbadiglio un paio di volte, prima di capire che dovrei iniziare a lavorare, invece di poltrire ulteriormente.
Mi alzo definitivamente ed esco, trovando Jooheon ad arare i campi
«Ce ne hai messo di tempo!» esclama sorridente.
Jooheon sorridente? Di prima mattina?
Mi fermo all'uscita della stalla e lo guardo stranito
«Mettiti a lavorare, scansafatiche!»
Okay o è andato a letto con qualcuno o è ubriaco.
Decido di non indagare e mi metto al lavoro.
Dopo circa un'ora di lavoro, il rosso mi si avvicina per passare anche lui ai lavori a mano e, mentre continuo a svolgere il mio compito, mi sento i suoi occhi addosso
«Ma si può sapere che ti prende?» chiedo scocciato
«Con Gguk come va?»
Sembra stia ammiccando
«Fammi indovinare: vorresti che ti ringraziassi per quello che ha fatto Sunmi?» chiedo alzando un sopracciglio
«Ha fatto Sunmi? Guarda che l'idea di allontanarsi è stata mia, non sua» fa contrariato
«Senti, Gguk lo ha portato lei» ribadisco
«E sia. Ma, almeno, mi risponderesti alla prima domanda?»
«Con Gguk va tutto bene - faccio contento - anche se credo che mi nasconda qualcosa»
«Io sono rimasto all'idea che tu gli faccia un certo effetto»
«Certo che sei proprio un pervertito, la vuoi smettere di contare fandonie?»
«D'accordo, dovrei smetterla. Sono felice abbiate riappacificato»
«Tu non eri quello che diceva di non fidarsi?» lo stuzzico
«E sono ancora di quell'idea, ma sei più felice con la sua compagnia»
«Meno chiacchiere, più lavoro!» ci urla il feudatario dall'inizio del cortile.
Proprio oggi dovevano assegnarcelo.
Non pronunciamo altra parola e ci limitiamo a lanciarci sguardi per tutto il resto della mattina.

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«Questi sandwich sono deliziosi» commento beandomi dell'ottimo cibo
«L'ha portato Sunmi stamattina, dicendo che sarebbe passata stasera per stare un po' con noi»
«Che bello, è tanto che non passiamo del tempo insieme»
«Ultimamente è molto indaffarata»
«Non per passare il tempo con Gguk»
«Quella era una frecciatina con tanto di tono acido?» mi guarda Jooheon incredulo
«Scusa, è vero che ha passato tutto questo tempo con Gguk, escono pure insieme»
«Si e questo come ti fa sentire?» fa Honey a mo' di chiromante
«Messo da parte»
«Messo da parte o geloso?»
«Messo da parte, qui non si tratta di sentimenti amorosi, ma di principio. C'ero prima io, sia con lei che con Gguk»
«Certo che quando vuoi, sei davvero infantile» commenta storcendo il naso.
Metto il broncio
«Non mi interessa»
Non ho tutti i torti...giusto?

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Il sole sta calando ed io con lui; stasera sono davvero stanco e non vedo l'ora di andare a dormire.
Sunmi non è più venuta e a riguardo ci sono rimasto abbastanza male, avrei davvero voluto vederla.
Mi distendo totalmente sul fieno, inalando aria a pieni polmoni e rilassandomi, aspettando che il sole cali
«Taetae?»
Apro un occhio sulla figura di Sunmi sulla soglia del portone in legno della stalla
«Ehi» saluto stancamente con voce roca
«Avevo un pavimento in più da pulire, sarei voluta passare prima» fa col suo solito fare impacciato e carino, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Mi metto seduto e mi stiracchio
«Mi fa piacere che tu sia passata, mi mancavi» dico sinceramente, guardandola con occhioni lacrimanti per via del sonno. Sul suo viso spunta un sorriso e si fa avanti, entrando nella stalla.
Si lega il vestito all'altezza del ginocchio e si arrampica sul fieno, raggiungendomi.
Arrossisco un po' alla vista delle sue gambe, solitamente coperte, come tutte quelle delle ragazze d'altronde.
Anche se siamo contadini, tra di noi - almeno tutti coloro che lavorano negli interni della reggia - c'è sempre stato assoluto rispetto e pudore, dovuti anche al grado di cultura che ci hanno permesso coloro venuti prima di noi, che se per gli altri possono essere stati i genitori, per me sono stati i funzionari di corte e alcune guardie.
Porto il mio sguardo su Sunmi, ora accanto a me, e vedo che mi sta sorridendo
«Spero che questi extra terminino presto, ultimamente passi molto tempo solo con Gguk» dico con una punta di fastidio.
I suoi occhi si fanno più lucenti e enigmatici; con la mano destra si porta i lunghi e neri capelli all'indietro, lasciandoli ricadere sul lato sinistro
«Ti infastidisce?»
«Diciamo di si» ammetto distogliendo lo sguardo.
Ma i miei occhi vengono riportati sulla sua figura nel momento in cui Sunmi mi prende il mento tra le dita e gira il viso verso di lei.
Mi attira verso di sé e attacca le nostre bocche, cogliendomi alla sprovvista.
Nonostante il contatto inaspettato, non mi allontano, cerco di capire quali sensazioni si stiano creando all'interno della mia mente.
La mano di Sunmi nel frattempo passa dal mento al capo, comprimendo le nostre labbra e rendendo il contatto bagnato; porto la mia mano sul suo fianco.
Dopo questa mia azione, lei si sposta, mettendosi sul mio bacino, facendomi provare una sensazione molto simile all'imbarazzo, ma nonostante ciò, non mi sposto e lascio che la sua lingua penetri all'interno della mia bocca, facendoci sospirare.
Non ho la più pallida idea di cosa fare, come sentirmi o agire, credo sia una cosa normale sentirsi spaesati, in fondo è la prima volta che mi capita una cosa del genere e non so come ben interpretare le sensazioni che sto provando, non so nemmeno catalogarle in positive o negative, forse continuando capirò.
Così continuiamo a baciarci e lei inizia a muoversi su di me, provocandomi un leggero fastidio. Mentre mi bacia, il suo respiro inizia a farsi più pesante, mentre io cerco di seguirla nei movimenti, percependo solo una sensazione bagnata sulle labbra, un fastidio sul bacino, degli ansimi ed una grande confusione su ciò che provo.
Sunmi si sbottona velocemente i primi bottoni del suo vestito e fa scendere velocemente la sua mano al mio cavallo, sfiorandomi il petto e provocandomi brividi.
Mi sale leggermente il panico con la sua mano lì, non so come reagire.
Smette di baciarmi e ci guardiamo negli occhi: mi sorride, ma con un sorriso diverso dal solito, esprimente desiderio.
Si fa un po' più indietro col bacino e mi sbottona i pantaloni. Ricomincia a baciarmi e la sua mano si insidia nel mio intimo, sfiorando il mio membro.

Non mi piace.

La fermo afferrandole le braccia e allontanandola con delicatezza. La guardo negli occhi e scuoto leggermente il capo, sperando che capisca che non voglio.
È come se la mia voce fosse scomparsa, forse per lo shock di una nuova esperienza o un sentimento che si avvicina al pentimento per le azioni compiute.
Le sensazioni che poco fa mi annebbiavano la mente erano di natura negativa ed io non me ne sono accorto immediatamente
«Tae, tutto bene?»

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora