Chapter Thirteenth

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·Tae·

«Ah...che bello» dico stendendomi finalmente sul prato, accanto al rosso.
Stasera c'è un tramonto mozzafiato, i ridotti raggi solari illuminano debolmente la vegetazione che ci circonda, conferendole una luce rossastra, mentre il leggero venticello smuove ogni foglia, ogni singolo filo di erba, così come le ciocche dei miei capelli, mentre il mio corpo, a contatto con l'erba, trova la stessa pace del mio cuore, cullato dall'atmosfera autunnale che inizia a farsi sentire
«Bello un corno. Abbiamo sgobbato tutto il giorno per timore ed ora mi fa male tutto. In più, non è venuto nessuno»
Ovviamente Jooheon riesce a distruggere il minimo di quiete ritrovata
«Beh, significa che svolgiamo un ottimo lavoro» dico sorridente.
Il rosso mi guarda contrario
«Oppure che non ci cagano neanche per sbaglio perché è il lavoro più faticoso»
«Honni! In genere sei una persona così solare...che ti succede?»
Alla mia domanda, Jooheon sposta il viso dalla parte opposta alla mia
«Honey» lo richiamo dolcemente
«Niente...»
«Dai, non ti credo. E poi sei sempre tu che mi inciti a sforgarmi»
«Si, ma non capiresti...non ne capisci nulla»
Le sue parole, lo ammetto, mi fanno rimanere abbastanza male, ma nonostante ciò, so che Jooheon avrà sicuramente una ragione per dirmele
«Non vuoi proprio dirmi nulla?»
«Ehi»

·Kook·

I due ragazzi sobbalzano al mio richiamo, mettendosi immediatamente seduti e girati verso di me
«Che spavento!» esclama il ragazzo dai capelli rossi.
Benché abbia parlato lui, il mio sguardo è rimasto fisso sul moro e così, anche il suo su di me.
Il rosso sembra accorgersene
«Ehm...okay. Io vado a lavarmi, voi coversate pure»
Si alza ed attira la mia attenzione solo nel momento in cui poggia una mano sulla mia spalla.
Lo fisso immutato
«La prossima, vedi di non farmi venire un infarto, cosetto» va per poi allontanarsi.
Sbatto più volte le palpebre dopo questa sua frase, ma la risata di Taehyung riporta i miei occhi su di lui.
Il ragazzo smette di ridere e mi guarda con viso sereno
«Che fai, non ti siedi?»
Annuisco frettolosamente e mi siedo.
Sento il mio corpo rigidissimo e il battito cardiaco che accelera.
Sarà questa la timidezza?
Non riesco a spiccicare parola, sono troppo nervoso. Tento di nascondere il mio respiro un po' mozzato e mi fisso i piedi
«...sai, hai un taglio davvero buffo, sembri una noce di cocco» commenta il moro.
Lo guardo a metà tra lo stranito e il contrariato
«Significa che mi stanno male?» chiedo.
Lui mi rivolge ancora una volta i suoi occhi vispi
«Assolutamente no. Solo, mi ricordi proprio il cocco, l'unico cocco in queste terre» sorride
«Bel modo che hai di approcciarti alle persone» faccio ironico, lasciandomi scappare un sorriso divertito.
Lui tira fuori lo sguardo di sfida
«Sempre meglio di te che non parli»
Mi sento arrossire
«Se non c'è niente da dire, non parlo. Non mi sembra sia tanto insensato»
«Ush e allora perché sei qui se non vuoi parlare?»
Accidenti.
Distolgo lo sguardo
«Vedi...ecco...stavo solo passeggiando e vi ho visti. Volevo salutarti» mento.
In realtà no, volevo assolutamente vederti e parlarti perché sei simpatico, ma sono troppo orgoglioso e timido per ammetterlo
«Pff non ci credo» fa soffiandosi un ciuffetto di capelli dalla fronte.
Gonfio di poco le guance
«E tu che ne puoi sapere?»
«Ti sei seduto, significa che vuoi parlarmi»
«Sent-»
«Taci. Sai che ho ragione»
«Come sei antipatico»
«Mai quanto te, timidone» mi prende in giro
«Sei...ah! Cavolo» spazientisco.
Tenergli testa è difficile.
Lui scoppia a ridere.
Sembra sempre così sorridente e allegro
«Senti, invece di discutere su te che mi hai disperatamente cercato, dimmi, come ti chiami?»
«Jun-»
Mi blocco improvvisamente.
Non posso mica dire il mio vero nome.
Un nome, Jungkook!
«Mh?» mi guarda confuso il bruno
«M-mi chiamo...Gguk»
La fantasia
«Gguk? Che nome strano che hai» commenta Taehyung divertito
«Hai da ridire sul mio nome?» dico fintamente offeso, incrociando le braccia
«Assolutamente no»
Alza le mani in segno di resa
«Tu come ti chiami?»
Se sapesse che sono a conoscenza del suo vero nome, chissà cosa penserebbe. Se non mi avesse chiesto il nome, probabilmentee me sarei uscito con una delle mie, rivelandogli che so già chi è
«Io mi chiamo Taehyung»
Mi porge la sua mano ed io la stringo
«Bel nome» gli faccio sorridendogli
«Beh, grazie Gguk. Dimmi, perché l'altra sera sei fuggito?»
Aiuto
«Ehm...ecco, avevo una persona che mi aspettava»
E con "una persona" intendo tutti gli invitati al mio compleanno
«Oh...capisco»
«Tu perché non sei più venuto?»
«Te l'ho detto cosa ne penso. È stato più divertente passare la serata su quel ramo tanto alto»
Annuisco
«Ci vai spesso in quel posto?»
«In realtà non ci andavo da un bel po'. Stranamente, conoscendoti in quel modo brusco quella sera, mi era venuta voglia di andarci. E a proposito...scusa ancora per il colpo»
Ridacchio un po'
«Non mi hai fatto nulla di grave, Taehyung. Sto benissimo ora»
«Meglio così» aggiunge sorridendomi.
Quant'è bello...

«Dimmi, tu che lavoro fai? Presumo tu sia di queste parti»
Sposto nuovamente lo sguardo in basso
«Lavoro per lo più negli interni»
Bello mentire
«Oh, sarà per questo che allora non ci eravamo mai visti prima d'ora. Se l'avessi saputo, sarei entrato più volte a palazzo»
Sorrido sinceramente e lui ricambia
«Quindi sei stato a palazzo più di una volta?» chiedo sempre più curioso
«Si, da piccolo ci andavo spessissimo, ma avevo paura, così restavo semplicemente nel cortile. Raggiungevo il cortile verso sera, di modo che nessuno mi vedesse» racconta spensierato
«E che ci venivi a fare lì?»
«Non so...mi incuriosiva quel posto così grande e possente. E poi...il gusto del proibito»
Lo guardo confuso
«Il gusto del proibito? Che c'è di bello nel proibito»
Taehyung mi guarda storto, scettico
«Scherzi, vero? È quel fascino della cosa che non puoi fare - sposta lo sguardo davanti a sé - quando qualcuno ti proibisce di fare una cosa e tu sei tentato dal farla e la fai solo per infrangere una regola»
Lo ascolto interessato, riflettendo: sarà ciò che ho provato io quando l'ho seguito oltre il cortile?
Era una bella sensazione, ma ammetto di essermi sentito un po' in colpa
«Ma infrangere le regole è sbagliato» gli faccio presente.
Lui si sforza, ma non riesce a trattenersi e scoppia a ridere, guadagnandosi altra confusione da parte mia
«Quanti anni hai, Gguk?»
«16»
«Beh, sei davvero innocente»
Aggrotto le sopracciglia.
Questa persona mi confonde. Prima mi manipola scherzante e poi mi confonde.
È sorprendente.
Sposto anch'io lo sguardo davanti a me e noto che il sole ormai è tramontato quasi del tutto.
Mi alzo e mi batto un po' i vestiti per aggiustarli
«Io devo andare, è tardi»
Taehyung mi guarda dal basso, un po' dispiaciuto
«Di già?»
Annuisco un po' tristemente
«Uff...Mi trovi qui, torna pure quando vuoi»
Gli sorrido dolcemente e annuisco di nuovo, per poi allontanarmi, lasciandolo solo su quell'enorme distesa d'erba incontro al tramontato.

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