Chapter Eighty-Fifth

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·Tae·

«Ma non è colpa tua, dopotutto» concludo il discorso

«Sai, ti ho portato lontano dagli altri perché ho capito che c'è qualcosa che ti turba»

«Beh...lo sai già perché. Taehyung, io non ce la faccio più a sottostare agli altri, non voglio...diventare re»
Mi avvicino a lui e con due dita gli alzo il viso
«Queste parole, quando le pronunci, devono essere forti, anche se tu non ti senti tale nel momento in cui le dici»
Mi guarda con occhi tristi e annuisce debolmente
«Tu cosa ne pensi?» mi chiede quasi impaurito.
Lo osservo, incapace di formulare una risposta. In realtà, io non ci ho pensato. Ho sempre vissuto nel presente, non mi sono posto domande per il futuro e la presenza di Jungkook è ancora una novità nella mia vita, non credevo di dovermi fare problemi tanto presto.
Però ha ragione
«I-io credo che un re che non vuole prendersi cura del suo regno sia inutile» piagnucola stringendo le mie due dita
«Sono stupido, so che la mia è un'occasione, ma-»
«Forse stai solo avendo coscienza...forse il nostro rapporto non è stato altro che una spinta per poterti ribellare. Sei un ragazzo intelligente, se fosse ciò che vuoi realmente, non abbandoneresti tutto per me. Ma, in fondo, tu sapevi che non facesse al caso tuo fin dall'inizio» pronuncio serio e sconsolato. Il ragazzo di fronte a me inizia a piangere silenziosamente, così opto per portarlo su una panca lontana dalla confusione. Ci sediamo
«Che devo fare? Non posso abdicare prima ancora di essere salito al trono»
«Tuo padre potrebbe nominare un successore»
Vedo Kook torturarsi le mani
«Sono nel panico. Con mio padre non puoi affrontarla in chiacchiere ed io non mi fido di come parlo, sono troppo impulsivo, rischierei di farmi sbattere in galera. E poi...ultimamente mi pressano davvero tanto, penso abbiano notato un approccio differente da parte mia, soprattutto Madame»
Lo guardo serio, riflettendo bene sulle sue parole.
Eliminando la probabilità di risolvere le cose democraticamente e scartando l'ipotesi che Jungkook voglia cambiare idea, l'unica cosa che resta è la fuga
«Pensavi di scappare?»
Lo vedo ancora sull'orlo del pianto, così cerco di rassicurarlo poggiandogli una mano sul ginocchio
«S-sono così confuso...»
Lo vedo anche disperato, oltre che profondamente confuso, chissà che enorme fardello porta sulle spalle.
Lo abbraccio, donandogli almeno un rifugio corporeo al momento, sforzo la mente a metabolizzare il tutto e ad immedesimarmi un attimo. Io avrei tentato la fuga un sacco di volte. Ma lui potrebbe pentirsi dopo qualche giorno
«Devi pazientare e capire la tua strada. Io e Jooheon possiamo pensare ad una fuga, lui è esperto in materia, in più di un'occasione si è ritrovato a scappare da un paese o da una regione, per piccole cosette ma anche per enormi scandali, comunque è sempre tornato vivo»
So che Jungkook non avrebbe problemi a cambiare vita, ma l'ansia di lasciare il regno a qualcuno di sconosciuto lo blocca e penso sia normalissimo. Sarebbe egoista da parte mia chiedergli di abbandonare tutto per la sua felicità, qui non si tratta di una storiella adolescenziale, di cui si narra nelle raccolte. Ci siamo noi, gli sfigati di turno.
È che siamo immaturi sotto questo aspetto, ci vorrebbe un adulto intelligente, un po' come Madame
«E se chiedessimo aiuto a qualcuno?» propongo
«Ci ho già pensato, non è fattibile, Madame è passata dalla parte di quelli che mi pressano, sembra che non ci tenga neanche più a me»
Di riflesso, lo abbraccio
«Non ti ho mai visto così...»
«Tae, lo capisci che sei l'unica persona che ho?» fa ricominciando a piangere.
Al ché, lo prendo per le spalle e lo giro verso di me
«Guarda che non è così. Jooheon ci tiene a te, anche Ruben e anche Sunmi. E con Juliet non ci parlo molto, ma scommetto che ti vuole bene. Io lo capisco cosa significa sentirsi senza genitori, non avere quel tipo di supporto che ti aiuta ad andare avanti, ma puoi farcela anche senza di loro»
«Si, ma questa è una cosa troppo importante»
«Non capisco perché un ragazzo così giovane debba avere delle responsabilità così grandi»
«Anche tu lavori, per me è come un lavoro che devo portare a termine, ma non voglio. Per fare il re bisogna essere sicuri e aver voglia di mandare avanti un regno, ci vuole passione e...io non vado bene»
Lo vedo nei suoi occhi il riflesso della disperazione
«Questo non puoi saperlo, scommetto che tutti i principi si sentivano così alla tua età, è normale avere paura, ma secondo me sei un ragazzo molto responsabile e da grande saresti un grande re» dico sinceramente
«Ma da che parte stai? Io sono conscio di ciò che potrei riuscire a fare, ma non voglio farlo!»
«Magari non lo vuoi adesso, ma devi reprimere questa sensazione per evitare che ti spinga a scelte affrettate. Se sei in grado di mantenere la mente lucida, non reprimerla, vivila passivamente finché non sarai sicuro di ciò che senti. È molto più grande di te tutta questa storia, solo pochi mesi fa hai compreso i tuoi dubbi celati, questo cambiamento tutto insieme potrebbe risucchiarti e spingerti a decisioni non volute dal Jungkook del futuro. Pensaci»
Dico tutto questo tenendo lo sguardo nel suo, quasi senza battere ciglio
«Io penso che materrò la mia idea del tutto incondizionata, ma non devo prendere decisioni affrettate, hai ragione. Ma nel frattempo? Vivrò con un senso di angoscia» Jungkook e le sue paranoie, il lato di sé che più spesso mi incuriosisce
«Guarda che non sei solo e puoi sempre contare su di me. Ricordalo. E mentre vivrai potrai costruirti due piani di vita al posto di uno»
Annuisce e si asciuga le lacrime, tira su il naso e accenna un sorriso. Mi stringe a se, le sue soffici labbra mi lasciano un bacio vicino al collo.
Mi guarda con quegli occhietti bagnati e gonfi dopo le lacrime, il viso rossiccio a causa del pianto, le sopracciglia un po' aggrottate.
Gli sorrido per rassicurarlo
«Sei bellissimo, Kook»

***
Indovinate chi è il clown che non vuole si avvicini l'ultimo capitolo-

𝐊𝐢𝐧𝐠  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora