Chapter Fourty-Fifth

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·Tae·

Non è meraviglioso svegliarsi con i delicati raggi del sole che con dolcezza ti sfiorano le palpebre?
Qualunque cosa sarebbe meglio che essere svegliati dalle mani callose e possenti di Jooheon in un giorno in cui non devo lavorare, con tanto di urla e lamentele.
Mi fa male la spalla per quanto me la sta stringendo, a questo punto sarò costretto ad aprire gli occhi, persino un morto si sarebbe già svegliato
«Che diamine c'è!» esclamo puramente scocciato, tirandomi su
«Cazzo è da un sacco che ti sfracello la spalla in attesa di una tua reazione»
Mi strofino gli occhi con le nocche, per poi guardarlo assonnato
«Dammi un buon motivo, uno solo, per il quale avresti dovuto svegliarmi nell'unico giorno libero che ho al mese. Sembra quasi tu gioisca nel vedermi sofferente e privo di forze»
«Ma quanto cazzo parli»
Ha un'espressione accigliata. Mi passo una mano sul viso, tentando di acquistare lucidità
«Che ti preoccupa?»
«Sunmi è venuta da me super spaventata e mi ha chiesto aiuto, ma io non so come cacchio entrare nel castello e Jung-»
«Frena, frena, frena» metto in avanti le mani per incitarlo a smettere e a cessare i gesti teatrali.
Metto le mani come appoggio e scendo dall'accumulo di fieno, mentre Jooheon mi segue a ruota
«Portami da Sunmi e intanto mi spieghi»
Lo seguo
«Praticamente poco prima che ti svegliassi, Sunmi è corsa da me nel panico, dicendomi che Jungkook non accennava a svegliarsi...e di solito non ha il sonno così pesante. Ha provato anche a bagnargli le dita e parte delle braccia...non so come la cosa possa indurlo a svegliarlo, ma non ha funzionato»
Mi fermo sul posto, osservando i suoi occhi per capire se mi sta prendendo in giro
«Tae, non è uno scherzo»
Voce secca, occhi sgranati, muscoli tesi: è serio. Presa questa consapevolezza, inizio seriamente a preoccuparmi e Jooheon lo capisce probabilmente dalla mia espressione, così mi afferra il polso e mi trascina con se. Tra i vari e pessimi pensieri fattisi trada nella mia mente, ci sono anche quelli razionali
«Aspetta, ma perché ha chiamato noi? Che cosa possiamo fare, non hanno il medico migliore della città, se non del regno, al loro servizio?»
«Lo sappiamo solo noi. Sunmi lo ha detto solo a me e te perché ha paura che le possano in qualche modo attribuire la colpa perché è lei ad essere la sua serva per ora. In più, il medico Brown è in viaggio e c'è il suo sostituto»
«Non ho ancora capito cosa cambierebbe la nostra presenza»
«Tentiamo»
Di certo se posso fare qualcosa per Jungkook non mi tiro indietro.
Non rallentando il passo, giungiamo al palazzo. Osservato il perimetro, escogito un modo per entrare, sfruttando una finestra non molto osservata, Jooheon mi segue.
Aggirarsi nel castello di giorno non è esattamente l'impresa più facile di questo mondo, dato che è pieno di persone che fanno avanti e indietro, su e giù. Dopo essere entrati, infatti, sia io che Jooheon ci siamo muniti di veste lunga e velo rigido e spesso.
Lo so, è un classico
«Dove ci aspetta Sunmi?» sussurro
«Nella camera del principe»
«Sai dov'è?»
Mi guarda impietrito

«Io in realtà...credevo che tu lo sapessi»
Lo fisso incredulo, ad occhi sgranati, evitando di fermarmi ulteriormente
«Come hai potuto pensare ad una cosa simile?»
«Non sei già stato a palazzo?»
«Non nella sua stanza!»
Solo nel bagno...
«Fanculo. Sunmi me lo ha più o meno spiegato» afferma dirigendosi alle scale del piano superiore dalla parte est della fortezza.
Lo afferro per un braccio
«Lì ci stanno le stanze delle servitrici» asserisco
«Ah - si blocca - ecco perché il mio istinto mi stava conducendo lì»
«Dimmi che non hai seriamente dato retta a quella tua cosa che definisci tale»
Lo guardo irritato e con la preoccupazione che si fa sentire.
Fortunatamente, sono una persona paziente. Alzando il capo, scorgo una giovane che sta scendendo le scale, così mi pianto vicino alla sua figura
«Scusate, sapreste dirmi dov'è la stanza del principe?» chiedo rendendo la mia voce più stridula possibile.
Lei esprime uno sguardo un po' confuso
«Non vi ho mai viste qui e non conoscete l'alloggio del principe, chi siete?»
La compostezza e la rigidità prendono il posto dell'iniziale confusione.
Tossisco
«Saremmo nuove degli interni, non sappiamo come spostarci qui, nella loggia, e sembrano tutti così indaffarati, non abbiamo voluto disturbare nessun servitore maggiore» interviene Jooheon, sorprendendo la ragazza
«B-bene, allora prego, seguitemi, vi condurrò io»
Annuiamo energicamente, io sempre più impaziente.
La giovane ci guida al piano superiore dall'ala ovest e ci ritroviamo in un corridoio dalle pareti bianche particolarmente decorate, con un lungo tappeto viola a far strada fino all'ultima stanza. Luce che entra dalle enormi finestre alte, terminanti in archi acuti, tende di seta dai drappeggi delicati e riccamente decorati. Vi sono molteplici ritratti sulle pareti, fatti dai più famosi e talentuosi artisti - lì in mezzo c'è anche un ritratto fatto da Julius, un mio amico che nel giorno in cui gli è stato commissionato quel ritratto, ha quasi pianto dall'emozione. Sorrido al ricordo
«A me non è permesso andare oltre. Prego, in fondo a sinistra»
Ringraziamo la ragazza ci dirigiamo alla stanza, entriamo senza bussare - da veri e propri sprovveduti - e, per fortuna, ad attenderci ci sono Sunmi e il corpo disteso e inanimato di Jungkook.
Sunmi sobbalza vedendoci, assottiglia lo sguardo e sospira, probabilmente di sollievo
«Ragazzi! Presto, chiudete la porta ed entrate!»
Questa stanza è enorme e lussuosa.
Ci avviciniamo al corpo del principe, mi siedo in ginocchio accanto a Sunmi.
La guardo e scorgo nei suoi occhi una forte preoccupazione, istintivamente le porto una mano ad accarezzarle la spalla
«Va tutto bene, capiremo come fare»
Volgo gli occhi a Jungkook, scrutandolo dal viso fino alle gambe: ha un'espressione crucciata e le mani tese lungo i fianchi, il corpo dormiente, pur essendo tale, estranea sospiri veloci, è pallido
«Sta sognando»

𝐊𝐢𝐧𝐠  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora