Chapter Seventy-Fifth

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·Kook·

Ansia
«Vostra Altezza, potete salire, il vostro servo è già in carrozza»
Ancora più ansia.
Disorientato, annuisco al cocchiere e varco la soglia della carrozza con una spinta del piede destro. Entro in fretta e la prima cosa che faccio appena seduto è guardare fuori dal finestrino dalla parte opposta.
Voglio che tutto ciò finisca in fretta.
Faccio un lungo respiro e cerco di adagiarmi allo schienale
«Non temete, il vostro aspetto garantirà per voi...o almeno, questo è ciò che chiunque vi direbbe»
Rivolgo lo sguardo a Taehyung e tento di ignorare la sua bellezza stupefacente, troppo preso dall'ansia
«Non è ciò che mi aspetto che mi diciate voi, però»
Oggi non riesco ad essere rilassato e cortese, se comincerò ad essere acido non potrò farmene una colpa. E poi stare con Taehyung mi avrebbe aiutato forse, ma in questa settimana è stato come un'ombra, come se la sua presenza non fosse tale, ma solo un corpo vagante.
Ce l'ho anche con lui.
Eppure mi ha visto vulnerabile quel giorno, perché mi evita tanto non lo so. Ha avuto pure la faccia tosta di iniziare lui
«Avete ragione - abbassa il capo, grattandoselo - potrete riuscirci usufruendo del vostro autocontrollo, ne avete eccome. E siete abituato a queste situazioni scomode dal punto di vista sociale, non temete solo per qualche persona in più»
Tengo lo sguardo fisso sul pedaggio buio in movimento, costernato da alberi.
Non gli dirò che "qualche persona" è ben più rispetto a ciò che crede, non gli farò capire quanto sono spaventato e non gli chiederò di starmi accanto, perché non si merita la mia vulnerabilità.
Rimaniamo zitti fino alla destinazione.
La carrozza si ferma e la porta si apre: centinaia di occhi mi si proiettano addosso e i volti stupiti dei presenti alzano la tensione, i commenti li percepisco come piccoli sassolini in testa e diamine, dovrei davvero scendere ed entrare nella reggia.
E così faccio, a testa alta e spalle dritte, come il principe sicuro di sé che devo essere. Passo l'ingresso e ritrovo un rinfresco ricolmo di gente e luci, abiti sgargianti e cibo in abbondanza. Fa caldo, l'aria diviene asfissiante appena dei nobili iniziano ad avvicinarsi.
Devo farcela.
Ma sono in pani-
«È tutto apposto» mi sussurra il moro, stringendomi di poco la manica.
Un solo gesto basta a farmi respirare.
Sì, posso farcela.
Saluto i signori e mi intrattengo con qualche chiacchiera; man mano, si aggiungono sempre più persone a domandare sul mio percorso da principe, fino ad arrivare a tratti più intimi e battute scomode. Non ci sono abituato, piombo in un disagio pazzesco, soprattutto con le donne
«Scusate, sua Altezza avrebbe il desiderio di dissetarsi, vogliate scusarlo» si intromette Taehyung ponendo un braccio davanti a me. Parla con un'espressione seria e aggiunge un sorriso a fine della frase.
Com'è di consuetudine, tutti restano sorpresi dal suo modo insolito di porsi e dal suo fascino. La sua strategia funziona.

«Grazie, credo di aver sudato freddo» lo ringrazio sinceramente continuando a gustarmi il drink.
Mentre io sono tutto teso, lui si atteggia con fare rilassato e ambientato. È scioccante
«In realtà fa caldo, quindi il tuo sudore non è dovuto solo alla paura. Personalmente, credo siano insopportabili, chissà a cosa sarebbero arrivate pur di sapere qualcosa di piccante su di te»
Sorseggia anche lui il suo drink, mentre sembra analizzare la situazione
«Non capisco se mi dai sui nervi o se ti sto adorando»
«Sembri una donna quando te ne esci così»
«Tu non affronti le situazioni invece» metto il broncio
«Quello bloccato in mezzo ai suoi simili sei tu, non io»
Sbuffo sonoramente, intanto partono le danze carattetizzate dal suono raffinato degli archi.
Vado per spostarmi
«Dove vai?» chiede subito Tae
«È consuetudine ballare» dico con ovvietà.
Il tempo di arrivare al centro della sala, mi si avvicina più di una ragazza, decido di ballare con quella che mi appare più timida e seria, almeno sarò sicuro che balleremo e basta.

·Tae·

"Ballare è consuetudine" gne gne gne. Mi urta così tanto vederlo lì in mezzo, a mischiarsi con quelli della sua specie. Mi sento inferiore a loro, lo sono per rango sociale, ma detesto l'idea che una ragazza qualunque possa catturare la sua attenzione più di quanto faccia io. So benissimo che ha un debole per me, ma è così dannatamente cocciuto da tralasciare i suoi sentimenti, pur di averla vinta. E sì, mi urta che stia in mezzo a questa gente così superficiale, certo che poi si sente a disagio, non è il suo ambiente. Paradossalmente, mi sento meno spaesato io, forse per la mia abitudine ad adeguarmi.
Lo guardo da lontano, sta chiacchierando con la giovane e adesso le ha anche sorriso.
Che spettacolo spiacevole, vorrei prenderlo tra le mie braccia e ballarci insieme, cosa che rimarrà nei miei sogni, altrimenti gli causerei un sacco di problemi.
Ahi, preferirei leggere o disegnare in questo momento, ma non sono invisibile, non posso mica rifugiarmi chissà dove.
In più, fa caldo.
I miei pensieri iniziano a divagare tra le note della musica prodotta e la melodia mi riporta ad un motivetto famoso tra le locande del nostro paese.
Idea!
Schiocco le dita, dandomi del genio da solo, per poi sopraggiungere dove ci sono i musicisti dall'altra parte della sala. Mi avvicino con cautela e sussurro a ciascuno di loro una cosa che stravolgerà la serata. È tempo di lasciar perdere questa serietà costrutta.
In men che non si dica, la musica tramuta in un qualcosa di più veloce, caratteristico e paesano, rendendo l'atmosfera country e festaiola, tipica delle locande.
Mi piazzo al centro della pista e prendo a braccetto una ragazza qualsiasi
«Signori, vogliate gioire il gusto campagnolo della specialità di stasera!» esclamo con sorriso beffardo in volto.
Prendo la ragazza per la vita e la conduco nel ballo, facendole fare dei giri ed un volteggio, con tanto di casquet.
La mia strana trovata coinvolge più in fretta del previsto, si vede che si annoiavano anche loro.
E così inizia il vero divertimento.

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora