Chapter Twenty-Ninth

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·Tae·

«Dimmi che non hai fatto il coglione e ti sei allargato come feci io due anni fa»
Lo guardo interrogativo
«Questa me la devi raccontare: che hai combinato due anni fa?»
«Ho insistito con una ragazza e lei non mi ha più parlato»
«Ha fatto bene» dico con sguardo giudice.
Jooheon sospira frustrato
«Non ero stato cosi pressante! E, ad ogni modo, qui si sta parlando di te, non di me. Voglio sapere che hai combinato tu»
«A differenza tua, io non ho insistito a fare nulla; arrivati ad un certo punto, mi sono fermato, tutto qui»
Il rosso sgrana gli occhi
«E perché mai?»
«Non mi andava di continuare, non ieri»
Credo sia una mezza verità.
Speravo
«Tu sei strano»
«Non voglio correre»
«Okay Taehyung, essere altruisti va bene, ma lei voleva»
«Te l'ho detto che non mi pareva la volta ideale»
Distolgo lo sguardo
«E lei cosa ne pensa?» chiede tentando invano di trovare il mio sguardo
«Diciamo che non mi ha lasciato il tempo di spiegare, così mi ha urlato contro ed è scappata»
Jooheon fa una faccia incredula, per poi sbattere la testa contro il tronco dell'albero
«E tu non hai fatto nulla?»
«Non capisco perché dovrei giustificarmi con te, in fondo sarebbero anche fatti miei. Mi dà fastidio quando mi dai del caso perso, non volevo e non l'ho fatto, punto»
Mi alzo scazzato e scendo dall'albero, lasciando Jooheon da solo con tutto il cestino del pranzo da sistemare.
Quel ragazzo a volte mi irrita.
Anzi, spesso e volentieri.
Ultimamente non capisco cosa prende alla gente intorno a me, sono tutti più strani.
L'unico che rispetto a prima è normale è Gguk; nonostante io abbia ancora dubbi sulla sua persona, il nostro rapporto è tornato come prima, se non addirittura migliore e la cosa non fa altro che rendermi felice e voglioso di passare del tempo con lui.
Solo, ho ancora dei dubbi. Che lavoro fa? Perché ha degli orari così invariati? Come fa ad avere un così facile accesso alla biblioteca o ai piani alti? E che rapporto ha col principe?
Dopotutto...non dovrebbe interessarmi.
Allora perché questi pensieri mi tormentano?

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·Kook·

«Siete vergognosamente distratto in tempi presenti» mi rimprovera in tono quasi spaventoso Madame.
Scuoto la testa, sospirando.
Rivolgo i miei occhi al foglio rigato sul mio banco
«Cosa vi è successo? Sue Maestà si aspettano il meglio da voi per una formazione completa da parte di un aspirante re. E voi non state realizzando il modello di vita che vi siete promesso»
Io non mi sono mai pronunciato per un futuro del genere
«Che ne sarà del vostro futuro? E del futuro del vostro regno! Dovete responsabilizzarvi, ormai avete raggiunto i sedici anni»
Sospiro ancora
«Ed è irrilevante ogni vostro sospiro, sappiatelo»
Alzo lo sguardo sulla donna, incrociando i suoi occhi di marmo
«Vostra altezza, è prettamente inutile che mi guardate in quel modo supplicandomi con gli occhi di smetterla, sapete che le mie non sono parole dette per dire»
«Ne sono consapevole» rispondo riportando lo sguardo su quel foglio rigato

«Vedete di risolvere i guai che vi impediscono di continuare il vostro percorso. Sapete anche voi quanto è difficile arrivare al punto in cui siete, sarebbe un lavoro sprecato, lasciato al vento; mettiate in ordine la vostra mente. Siete congedato»

«Con permesso»
Mi alzo, aggiro la sua figura, per poi giungere al portone
«E vi raccomando: testa alta e spalle distese, proprio come un vero re»
Correggo la mia postura ed esco dalla stanza, percorrendo il corridoio fino a raggiungere la biblioteca.
Il mio amato posto felice.
Mi siedo per terra, sul legno, appoggiato ad una libreria alta almeno 4 metri.
Questo luogo mi fa sentire al sicuro, in qualche modo colma la vergogna calata sulla mia persona attimi fa; non mi piace sentirmi sminuito, non mi piace che debba essere proprio Madame a farlo.
Asciugo una lacrima sfuggita ai miei occhi, alla quale ne succedono altre in religioso silenzio.
Odio piangere, lo odio sul serio.
Mi sento troppo debole quando piango, mi insulterei se fossi un altro.
Al contempo, non posso farne a meno, non riesco a smettere, sento di non essere abbastanza. Non soddisfo le mie aspettative su me stesso, sono pessimo.
Ma la mia mente è stanca, non ne può più; non riesco a dormire per più di poche ore, quando dormo, faccio incubi, che mi creano i dubbi che infestano la mia testa e per i quali non riesco proprio a non distrarmi.
Taehyung.
Di recente anche lui è diventato oggetto assiduo dei miei pensieri, tanto che talvolta mi chiedo se lui c'entri qualcosa con i miei sogni. Alla fine, non faccio altro che sognare lo stesso avvenimento, ma nell'ultimo c'era anche lui e la cosa mi ha messo più in confusione di prima.
Avrei solo voglia di uscire in questo momento...so che è sbagliato.
Ma il mio corpo mi porta istintivamente da ciò che mi fa stare bene.
Da chi mi fa stare bene.
Mi alzo, mi spoglio fino all'intimo*, e corro fuori dalla biblioteca, successivamente dal castello, fino a ritrovarmi nel solito cortile colmo di lavoranti.
Mi aggiro per le colture, fino a scorgere la figura impegnata di Taehyung.
I suoi gesti sono scattanti, non morbidi come al solito, il suo sguardo è un cruccio.
Mi avvicino
«Ehi» lo saluto
«Ehi» fa con sguardo altrove, continuando a lavorare
«Tutto bene?»
«Ho litigato con Jooheon»
«Ora capisco perché sembri così irritato»
«Il termine giusto è scazzato. Ad ogni modo, che ci fai qui? Di solito lavori a quest'ora»
Studio.
Mi mordo il labbro
«Ecco...ho finito prima. Vuoi una mano?»
Taehyung alza lo sguardo e noto che è stranito
«Dopo il lavoro che fai tu, ne cerchi altri da fare? Sei strano»
«Disse colui che non dà il 'voi' a nessuno»
Mi guarda sorpreso
«Senti, vieni qui e lavora piuttosto»
«Volentieri» rispondo sorridente.
Mi rimbocco le maniche.

*quello del secolo, non i boxer (ci tenevo a precisarlo)

°°°
povero Gguki, rappresenta tutti noi studenti (・・)
 

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora