Chapter Fifty-First

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·Tae·

Congelo sul posto, non avendo il coraggio di fronteggiare la donna più temuta e rispettata dopo la regina, se non addirittura prima di lei
«Rispondetemi»
Mi giro lentamente, fino a ritrovarmela davanti. Faccio un piccolo inchino
«Vi porgo i  miei saluti, Madame. In verità, è l'espressione del giovane principe che mi ha fatto ridere, non sembrava affatto d'accordo con l'idea di essere ritratto»
«Sua altezza il principe non è mai entusiasta di adempiere a certe regolarità reali»
Annuisco
«Se posso permettermi di porgere un commento superfluo e non richiesto, anch'io lo avrei trovato futile e alquanto noioso»
La donna dalle mani giunte in grembo, il vestito color pece ed i capelli grigi raccolti in un'agghindata treccia, mi osserva con un sopracciglio alzato
«Non avevo il benché minimo dubbio a riguardo. Vogliate seguirmi, siete in ritardo, il principe vi attende» mi incita porgendomi la direzione con un braccio.
Se solo non stessi cercando di essere educato, alzarei gli occhi al cielo
«Certamente» dico con poco entusiasmo.
Iniziamo a camminare e man mano che ci facciamo avanti, lei mi mostra varie stanze del castello...ed io posso solo provare a pensare quanto possa essere grande una costruzione del genere. Come fanno i reali con il bagno? E se a metà cena a uno viene di andare pipì, devono fare due piani per arrivarci?
Le mie futili domande mentali svaniscono appena scorgo Jungkook tra le piante di un piccolo giardinetto all'interno delle mura.
Il deja-vu che mi pervade è così forte da farmi venire i brividi.
Dico, sono sempre io l'oggetto di situazioni del genere?
Se non voglio incontrare persone(riferimenti puramente casuali), le incontro; se non voglio incappare in problemi, in un modo o nell'altro ci finisco; se non voglio ferire nessuno, ogni volta conficco una lancia.
Solo nell'arte tutto risulta coerente.
E ciò che io definisco arte è impresso nella figura del giovane principe.
Scuoto la testa. Questo è solo il rimasuglio di ciò che ho provato da piccolo...o almeno, dati i ricordi più che vaghi, ciò che credo di aver provato.
Resto fermo accanto a Madame ed entrambi restiamo ad osservare la concentrazione sul volto del giovane, intento ad osservare la statua innanzi a lui. Non sta disegnando come nel sogno, lì davanti ci sono un paio di libri, probabilmente uno dei due è pure in latino
«Quando il principe si concentra, la sua mente oscura ogni suo pensiero. E quando succede è sorprendente, lui è sempre catturato da chissà quali tormenti»
Guardo Madame con sopracciglia aggrottate e scetticismo in volto.
Immagino Jungkook: «Oh wow, oggi quale servitore prendiamo in giro spacciandomi per comune plebeo?»
«Sarà» rispondo vago.
Non mi va di essere falso, ma allo stesso tempo, non voglio risultare scortese. Vivrò di mezzi termini qui
«Il mio compito riguarda l'osservare il principe?» cambio argomento
«Solo per oggi, è giusto presentarsi ufficialmente»
Poso velocemente gli occhi su di lei, provando a captare qualcosa dal suo sguardo enigmatico. Una minima informazione, solo per comprendere se sospetta del rapporto tra me e Jungkook.
Non una briciola di ciò che avrei sperato riesco a scorgere.
Peccato
«Si sta avvicinando» mi avvisa la donna.
Un Jungkook in veste squisitamente reale e dai capelli sistemati si fa avanti con un sorriso mal trattenuto.
È differente da come lo vedevo prima, appare in un certo modo più...sicuro, non penso sia dovuto all'abbigliamento che, cavolo, gli sta-
«Vostra Altezza, vorrei presentarvi Kim Taehyung, il vostro nuovo servo di fiducia»
Mi inchino a fatica, dando decisamente un brutto schiaffo al mio povero orgoglio.
Lo guardo dal basso, consapevole, con sguardo duro ostento i suoi occhi vispi e spensierati, segnati da leggere occhiaie violacee
«Lieto di conoscervi. Potete sistemarvi nella vostra stanza, riadattata apposta per voi, accanto alla mia»
Bene, così se mi chiamerà non potrò neanche usare la scusa del "sono caduto dalle scale".
«Altezza, sono onorato dell'opportunità che mi è stata concessa. Svolgerò il mio compito al meglio»

Che inferno.

·Kook·

Mentre salutavo Taehyung non riuscivo a trattenere le mie guance, che si ostentavano a restare su per la gioia. Quando l'ho visto, l'intero corpo mi formicolava e sentivo lo stomaco contorcersi.
Sa molto di storia romantica, ma la realtà è che lui mi odia ed io sono soltanto un egoista che non bada ai sentimenti altrui pur di stare bene e ottenere ciò che vuole, in questo caso la sua compagnia.
In fondo si è condannato da solo salvandomi, no? Nessuno lo ha obbligato.
Sto cercando una minima giustifica per il comportamento da me tenuto, la verità è che il mio è un desiderio che costerà caro alla sanità mentale di Taehyung.
Eppure, io di mia spontanea volontà non lo avrei mai fatto; Madame ha dato il via al tutto e trova che sia una cosa giusta. Sono conscio che non conosca tutta la storia, ma secondo me sospetta qualcosa, sa benissimo che non sono capriccioso al punto di volere un servitore tutto per me. Non è una mia necessità
«Il vostro insegnante, dunque, come dicevo, me ne ha parlato, Jungkook»
Mi risveglio dai miei soliti pensieri e mi appresto ad annuire energicamente, continuando poi a consumare il mio pasto.
Dopo questo...dritto dritto da Taehyung
«Oggi c'è in programma una celebrazione ecclesiastica Vostre Maestà, l'orario di appuntamento, come deciso da voi, è l'ora seguente al pranzo»
Mi cadono le posate per terra dopo le parole del consigliere e tutti si girano verso di me e la mia espressione incredibilmente scocciata.
Le cerimonie no...vi prego, no.
Non ci voglio andare
«Quindi è concord-»
«Scusate l'interruzione» dico avanzando l'indice avanti al mio viso
«Non è che questa potrei risparmiarmela?»
Domanda decisamente sbagliata, dal momento che ad essa seguono gli occhi ardenti di mio padre, il viso sconvolto di mia madre, l'incredulità del consigliere ed un colpo di tosse con ghigno nascosto da Madame.
Imbarazzante
«Ecco»
Roteo gli occhi, li sposto da una figura all'altra
«Io...scherzavo, ovviamente»

***
Certo, Jk

𝐊𝐢𝐧𝐠  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora