Chapter Fifth

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·Tae·

"Oggi il principe compie finalmente sedici anni!" - "Sono letteralmente sedici anni che aspettiamo tutti di vederlo! Chissà come sarà cresciuto!" - "Se assomiglia a Sua Maestà il re, sarà un ragazzo bellissimo!" - "Voci interne dicono che sia davvero eccellente in tutto ciò che fa" - "Sono troppo curiosa, l'ho visto solo in fasce"
Mi infilo tra una persona e l'altra nella confusione creatasi oggi nel mercatino, seguito da Sunmi, sentendo ogni tipo di commento sul grande avento di oggi, commenti che vanno dalla semplice curiosità ai pensieri intromissivi.
Possibile che questo principe interessi loro così tanto? Mi sta antipatico solo perché è diventato una celebrità senza aver fatto un bel niente.
Mentre giungo al banco della frutta, odo altri commenti a riguardo
«Possibile che si parli solo di lui? Diamine, che fastidio, sta solo facendo sedici anni» mi lamento visibilmente irritato.
Sunmi ridacchia mostrando i suoi occhi vispi e mi prende la mano, stringendola
«Tae, non lasciarti irritare da cose del genere, domani se ne saranno già scordati tutti» mi dice lei con un piccolo sorriso
«Tks. Nessuno ha fatto così per i miei sedici anni» mi lamento tenendo il passo.
Arriviamo alla bancarella giusta ed iniziamo a raccogliere la frutta fresca che serve a Jin per fare la torta.
Resto concentrato su ciò che devo prendere, ma mi sento osservato da Sunmi
«Vorresti forse metterti al pari di un reale?» mi chiede.
Sbuffo
«No, certo che no...lo trovo assurdo»
Lei si avvicina a me e mi accarezza l'avambraccio, spiazzandomi
«Da domani sarà tutto come prima» tenta di rassicurarmi
Annuisco rincuorato all'idea che gli extra lavorativi spariranno
«Già, tutto come prima»

Se solo avessi saputo...

Sulla strada del ritorno, io e la mora parliamo del più e del meno, rilassandoci e non pensando al duro lavoro che ci attende il pomeriggio stesso.
Percorriamo la stradina di campagna in mezzo ad immenso verde, in una giornata
davvero bella, soleggiata e non esageratamente calda; noto anche molti bambini giocare fra di loro in mezzo all'erba, trovando la scena parecchio tenera.
Purtroppo non tardiamo granché ad arrivare a palazzo e qui le nostre strade sono costrette a dividersi per i diversi compiti assegnatici.
Ci fermiamo a metà della strada che porta al portone d'entrata del palazzo per salutarci.
Ci ritroviamo uno di fronte all'altra
«È stato piacevole passare del tempo con te» mi dice sorridendomi con le spallucce e le mani giunte dietro la schiena, roteando di poco la sua postura tramite il bacino
«Oh, anche per me! Grazie mille» le dico sincero, rivolgendole un sorriso.
Lei sembra arrossire, poi si avvicina lentamente e mi poggia le mani sul petto.
Resto immobile, curioso di ciò che sta per fare.
Si mette in punta di piedi e poggia le sue labbra sulle mie.
Allora...è così un bacio.
Rimango totalmente di pietra mentre lei preme le labbra sulle mie; schiuso di poco le mie e mi ritrovo la sua lingua a contatto con la mia...
Il contatto dura pochi secondi, infatti lei si allontana velocemente e non mi dà neanche occasione di reagire che scappa via con tutte le borse contenenti la frutta, lasciandomi spaesato.

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[poco prima dell'inizio della festa]

·Kook·

Mi infilo una maglia intima a manica lunga e dei pantaloncini abbinati.
Mi specchio, sentendomi a mio agio, ma preoccupandomi all'idea di dover indossare l'abito da cerimonia al di sopra di quello che ho già.
Ma perché esistono queste cose? Fa così caldo d'estate!
Sbuffo, mi scompiglio i capelli, rendendoli presentabili. Mi abbottono bene la camicia di sotto ed inizio ad indossare l'abito ufficiale.
Non me lo vedo proprio addosso.
Termino di prepararmi e tento la qualsiasi angolazione per autoconvincermi che posso farcela a stare almeno una serata così.
Mi specchio e rispecchio, ma questa roba proprio non me la vedo addosso.
Bussano
«Chi è?» chiedo tenendo gli occhi sulla mia figura ancora riflessa.
Ormai sono almeno due ore che mi preparo, è pure sceso il buio
«Vostra Altezza, vi devo dire che la festa sta per iniziare. Alcune persone sono già giunte a palazzo, verranno serviti gli antipasti e vi sarà il giullare di corte ed una piccola orchestra che si esibiranno prima del vostro arrivo» mi informa una delle serve.
«Quando dovrò presentarmi?» chiedo attento
«Non saprei dirvelo con certezza, ma penso che sarà almeno tra un'ora e mezza la vostra entrata»
«Bene, vi ringrazio molto per avermi avvisato. Riferite al re e alla regina che non sto molto bene per ora, ma che penso che il mio malessere passerà entro la mia presentazione. Vi prego di raccomandare anche che il principe desidera, anzi, pretende del riposo indisturbato»
«Ma certo V-vostra Altezza! Ogni vostro desiderio è un ordine. Riposerete nella pace più assoluta. Con permesso»
La sento allontanarsi.
Tiro un sospiro di sollievo chiudendo gli occhi e dopo averli riaperti nuovamente sulla mia figura riflessa, mi rendo conto di non essere pronto.
Già, non lo sono.
Chissà chi la gente si aspetta di vedere come futuro re, chissà come la pensano i miei genitori...non mi sento per niente pronto.

Slaccio quasi con violenza il giacchetto, mi libero sia di esso che della camicia, solo dopo dei pantaloni.
Poso il completo sul letto e guardo sotto di esso, estraendo da una piccola scatola un paio di scarpe rovinate.
Mi affretto e recuperare anche il borsello e a metterci dentro dell'acqua; sistemo alcuni oggetti, prendo la chiave e spengo i vari candelabri.
Esco dalla camera e richiudo a chiave.
Noto che a questo piano non c'è praticamente nessuno e la cosa mi rincuora, dal momento che in caso contrario, mi risulterebbe tutto molto più difficile.
Accertatomi che non ci sia veramente alcuno, scendo silenziosamente la scala a chiocciola lungo la torre e mi ritrovo davanti ad uno dei corridoi.
Non passo in mezzo, notando che ci sono davvero tanti nobili, così continuo a scendere le scale, fino a ritrovarmi vicino ad un'uscita secondaria, ahimè, controllata da due guardie.
Merda.
Questi saranno i controlli superflui adoperati per la festa.
Sbuffo internamente e tento di farmi venire in mente qualcosa.
Mh...ci sono.
Estraggo dal borsello un sasso che ci conservo sempre senza alcuna ragione apparente e lo lancio lontano dalla postazione delle due guardie.
Ottimo Kook, il tuo maestro sarebbe fiero del lancio appena effettuato
«Ch'è stato?»
Nel momento in cui le guardie si allontanano di qualche metro per controllare, io corro verso l'uscita, ma invece di sfruttarla rischiando di fare rumore, passo dalla finestra spalancata che vi è accanto, facendomi un po' male alla caviglia, ma risultando silenzioso.
Mi ritrovo all'esterno, nel cortile stante dietro al palazzo.
Respiro in maniera affannata.
Ammetto a me stesso di avercela avuta un minimo di paura, ma neanche poi cosi tanta.
Almeno ora sono libero ed ho un'ora e mezzo tutta per me.
Mi rialzo, mi strofino i vestiti bianchi ormai imbrattati un po' di terra secca e mi sistemo in borsello. Aspetto di non gettare più affanni.
Prendo un gran respiro e comincio a passeggiare.
Amo passeggiare di notte.

𝕶𝖎𝖓𝖌  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora