OTTAVO CAPITOLO

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ELARA desiderò essere rimasta a letto.

I suoi occhi si socchiudevano, faceva freddissimo quella notte nel castello. Voleva solo stare nel suo piumone nel dormitorio.

Ma invece, aspettava che Draco Malfoy uscisse dalla Sala Comune dei Serpeverde, se mai l'avesse fatto. Per quanto ne sapeva potrebbe essere nel suo letto, nel profondo del sonno, mentre lei moriva di freddo nell'angolo del corridoio.

Una metà di lei desiderava non aver mai incontrato Draco l'anno scorso- le avrebbe risparmiato un sacco di guai quest'anno.

Ma l'altra metà sapeva che anche se non gli e l'aveva mai detto, lui era diventato la sua salvezza l'anno scorso. Gli piaceva il fatto che non faceva mai domande, anche se era per mancanza di interesse. Poteva anche piangere e non si sarebbe nemmeno degnato di chiederle se stava bene. Non chiedeva perché non gli interessava e per Elara, la cui vita sembrava sempre invasa dalla famiglia, aveva amato la sua mancanza di interesse. Ma in qualche modo, lui capì di cosa aveva bisogno, una distrazione, e gli e la diede- solo per le sue esigenze, ovviamente, ma di nuovo, poteva scegliere chiunque.

Elara strofinò le sue braccia, desiderando di aver messo qualcosa di più caldo.

Guardò l'orologio- erano le dodici e dieci. Era lì da un'ora. Se la beccavano, sapeva che avrebbe avuto di più della punizione della McGonagall. Sospirando, delicatamente, Elara stava facendo ritorno ai dormitori quando sentì il rumore della porta dei Serpeverde aprirsi.

Si nascose di nuovo nell'ombra, sbirciando nell'oscurità per vedere chi era. I capelli di Draco catturarono la sua attenzione ancor prima di guardarlo in faccia, per poi iniziare a salire le scale e vedere la sua figura imponente allontanarsi. Si strinse al muro mentre lui si guardava intorno per vedere se c'era qualcuno, incamminandosi nel corridoio. Si spostò nel buio proprio come Elara, che si alzò il cappuccio nel caso lui la vedesse. In quel modo, c'era ancora una chance che anche se la vedesse poteva non sospettare di lei.

Lo seguì, corridoio dopo corridoio, solo fermandosi per non farsi vedere da Peeves, che sembrava ridere di lei. Ma poi, girando l'ultimo corridoio, non c'era più. Era svanito.

Non era possibile. Non c'era nessun posto dove andare, e il corridoio era troppo lungo per essere passato senza che lei lo vedesse. Sbirciò di nuovo nel corridoio, niente.

Aveva un mantello dell'invisibilità?

Era improbabile, visto che ne esisteva solo uno ed era in possesso di Harry Potter. In più, pure se aveva una copia, perché non usarlo appena uscito dal dormitorio?

Perplessa, Elara si incamminò nella Torre dei Corvonero, quando sentì qualcosa vicino alle gambe. Qualcosa di morbido e felino.

Ci pensò un minuto più tardi. Solo una persona dello staff aveva un gatto.

"Fuori per una passeggiata notturna, Miss Jacobs?"

Elara congelò, prima di girarsi per affrontare Filch.

"Io---" borbottò per una scusa ma Filch già l'aveva presa per un orecchio, scortandola all'ufficio più vicino, quello di Lumacorno.

"Filch, cosa significa questo?" chiese il Professore, mentre Elara veniva strattonata nella stanza.

"Fuori dal coprifuoco, Sir" Flich sputò fuori, guardando Elara con sdegno.

"Un'ora. Infatti, penso che abbia bisogno di una punizione, Sir"

Elara accigliò Flich, che in sua risposta quasi ringhiava.

"Bene, ma adesso lasciala andare Flich, gli darò la punizione che si merita ma lasciagli andare l'orecchio"
Riluttante, Flich le lasciò andare l'orecchio.

ᴛʜᴇ ʙᴏʏ ᴡʜᴏ ʜᴀᴅ ɴᴏ ᴄʜᴏɪᴄᴇ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora