VENTISETTESIMO CAPITOLO

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LA REAZIONE DI DRACO FU IMMEDIATA.

Si tirò indietro di scatto, tirò indietro le mani appoggiandole sul letto, creando la distanza tra di loro. I suoi occhi cambiarono, da stanchi diventarono subito calcolatori.

Elara non si mosse, guardandolo mentre alzava lo sguardo su di lei, la mascella serrata.

"Quindi è per questo che sei venuta." Derise, guardando altrove prima di riguardarla. "Sei venuta per fare l'avvocato di Santo Potter? Che carina. Ti paga anche per stare tra le sue gambe?"

Elara sussultò, facendo un passo indietro. "Non devi essere così scortese-"

"Non devo?" rise, e le si ghiacciò il sangue. "Penso che ho tutto il diritto. Visto che sei venuta per difenderlo-"

"Non sto difendendo nessuno!" Elara rispose, cercando di avvicinarsi a lui. Scosse le spalle. "Voglio solo sapere cosa è successo-"

"Chi ti ha detto che ho usato la maledizione Cruciatus?" domandò Draco, afferrando le lenzuola sotto di lui per poi lasciarle. "Potter? Ha sempre cercato di prendermi-"

"Tu hai sempre cercato di prendere lui!"
"- perché cazzo credi a lui? A meno che non sei arrotolata tra il suo cazzo-"

Elara espirò, stringendo i denti. "Stai facendo l'idiota ora, Draco-"

"Allora, vattene!" esclamò frustrato. "Non ti fermerò."

Elara strinse i pungi. "Sei incredibile!" Prese la borsa da terra, facendo qualche passo per poi tornare indietro. "Era solo una semplice domanda da si o no!"

"E se fosse si?" ringhiò, alzandosi in piedi. Torreggiava su di lei, iridi che turbinavano di animosità. "Se gli avessi lanciato la maledizione imperdonabile? Allora cosa?"
Elara si morse le labbra per non dire niente di stupido. Draco catturò il movimento, contorse la sua mano di fianco come faceva ogni volta che stava per perdere il controllo.

"Mi segnalerai?" domandò, facendosi più avanti. Elara si fece indietro ma lui continuava ad avanzare, aggirandosi verso di lei come una pantera. "Sarai una piccola puttana e farai la fottuta spia?"

"Harry lo direbbe prima di me." Disse, a malapena registrò che fosse la sua voce.

Draco si fermò sui suoi passi prima di farsi una mezza risata. "Va all'inferno. Tu e Potter veramente siete fatti l'uno per l'altra. E' un Cercatore nel Quidditch, si?" Si avvicinò, afferrandogli il braccio per tirarla più vicino. "Beh, tu sei il fottuto boccino"

"Quindi l'hai fatto." Concluse Elara, sussultando alla sua mano stretta sul braccio. "Hai usato la maledizione imperdonabile."

"E avrebbe funzionato." Draco le ringhiò contro, una mano stretta nei suoi capelli per tirarla, costringendola a guardarlo. "Se è questo che ti stai domandando. Volevo farlo."

Lo stomaco di Elara si arricciò, cercò di dimenarsi dalla sua presa ma era troppo stretta. "Allora penso che hai avuto ciò che ti meritavi."

Le parole uscirono dalla sua bocca prima che le potesse fermare, e vide sul suo viso, oltre la rabbia, il guizzo di dolore. La sua presa nei suoi capelli si allentò per un attimo. Ma poi le emozioni andarono vie, coperte dalla maschera.

"Mi avresti lasciato morire se l'avessi saputo prima." Ringhiò, lasciandola andare e girandosi di spalle. Si mantenne sulla sedia per mantenere l'equilibrio.

"Quindi ecco qua." Continuò, seccatamente. "Hai avuto quello che volevi. Ora puoi correre dal tuo gruppo di patetici amici e pulirti la coscienza."

Elara sbattè le palpebre, confusa.

"Era questo che volevi, giusto?" Un sorriso pigro gli invase la faccia. Era aspro e apatico ed Elara voleva solo schiaffeggiarlo. "La tua povera coscienza Corvonero non poteva gestire di scopare con il figlio di un Mangiamorte, poteva?"

ᴛʜᴇ ʙᴏʏ ᴡʜᴏ ʜᴀᴅ ɴᴏ ᴄʜᴏɪᴄᴇ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora