NONO CAPITOLO

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"DRACO!"

Elara alzò lo sguardo da dove era seduta, tre diversi libri di sulle stelle erano aperti avanti a lei.

Pansy Parkinson stava per assalire il banco di Draco, era arrabbiatissima.

"Dove sei stato?" sibilò, guadagnandosi l'attenzione degli studenti vicini a loro. "Mi avevi promesso di vederci dopo le lezioni"

La fronte di Elara si aggrottò, concentrandosi sui libri avanti a lei, ma sentendo ancora la conversazione.

"E come puoi vedere" parlò con nitidezza, mettendo giù la penna e aggiustandosi sulla sedia. "Sono qui."

Pansy rimase zitta per un momento. "Ma avevi promesso-"

"E' successo qualcosa"

"Ah veramente? Cosa?"

Elara sentì il fruscio della carta, e Pansy iniziò, incredula.

"Come rompere reparti anti-apparizione, per il bene di Merlino, cosa stai leggendo-"

Elara si girò giusto in tempo per vedere Draco chiudere il libro, e guardarla con il suo sguardo assassino. "Non sono cazzi tuoi, Pansy. Da quando ti interessa qualcosa in più di trovare un modo per entrare nel mio letto?"

Elara soppresse un sussulto, rigirandosi sui libri, la sua curiosità era al limite. Stava studiando i reparti anti-apparizione? Perché?

E scopava Pansy?

Elara rimosse l'ultimo pensiero, disgustata da se stessa.

Pansy era così silenziosa che Elara si girò per vedere se c'era ancora. Era bordò in faccia e una ciocca di capelli gli era sfuggita dalla coda mentre correva qui.

"Tu, Mr Malfoy" respirò pesantemente. "sei il peggior bastardo senza cuore che ho mai incontrato"

Con quello, se ne andò, ignorando lo sguardo di pietra di Draco mentre parlava.

Elara scrisse qualche altra pagina di appunti e disse, abbastanza rumorosamente così che Draco potesse sentire; "Sono incline a concordare con lei"

Alzò gli occhi dal banco e trovò lo sguardo di Draco. Erano ad un banco di distanza ma sembrava che non avrebbe esitato a raggiungerla e strozzarla.

"Zitta, Jacobs" ringhiò.

"Zittiscimi tu" le parole uscirono dalla sua bocca prima ancora che potesse fermarsi.

Gli occhi di Draco si scurirono, si alzò, accorciando lo spazio tra i loro banchi con pochi passi.

Le mani di Elara si strinsero forte alla penna, non appena si sedette proprio a fianco a lei, una mano dietro allo schienale della sedia, e una mano sulla scrivania mentre si chinava vicino a lei.

Elara fissò lo sguardo sugli anelli sulle dita, cercando di non tremare alla sua presenza. Il suo respiro le sfiorò l'orecchio quando parlò. "Torre di Astronomia. Alle otto"

Elara aprì la bocca per protestare- già era stanca- ma quando i suoi denti sfiorarono il suo orecchio, le parole gli morirono in gola.

Era grata di essere in un posto un po' più nascosto della biblioteca, sentiva le guance arrossire. Era troppo vicino. Sentì il sorrisetto sulla sua faccia, portò una mano sulla sua guancia, i suoi anelli erano freddi al contatto con la pelle. Il suo tocco era debole, gentile, come se appena ci fosse. Elara rabbrividì, il cuore batteva quasi che gli usciva dal petto. La guardava diritto negli occhi, mentre lei distoglieva lo sguardo.

"Non fare tardi" sussurrò, il suo respiro era caldo sul suo collo. Prese il suo libro dal tavolo e se ne andò.

Elara buttò fuori un grosso respiro, sentendo come se non avesse respirato per tutto il tempo.

ᴛʜᴇ ʙᴏʏ ᴡʜᴏ ʜᴀᴅ ɴᴏ ᴄʜᴏɪᴄᴇ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora