TRENTASETTESIMO CAPITOLO

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"CADRA'"

"Non cadrà."

"Non cad-"

Boom!


"Te l'avevo detto."

Elara sbuffò e si abbassò per prendere la scatola dal pavimento, appoggiandola al tavolo.

"Forse se avresti aiutato, sarei stata in grato di metterlo sulla mensola in alto."
Draco sembrava indifferente da dove era seduto sulla sedia dietro alla cattedra, le gambe sul tavolo, giocando con una sfera di cristallo in mano.

"Ho così una bella vista di te da qui." Ghignò, incontrando i suoi occhi e prendendo di nuovo la sfera in mano. "Penso che non mi muoverò da qui."
Elara alzò gli occhi al cielo, sospirando pesantemente. "Sei veramente un coglione, lo sai?"

Smise di lanciare la sfera, per strofinarsi l'indice sulla tempia. "Memorizzato."
Elara scosse la testa e riprese la scatola pesante in mano. La alzò sopra la testa, alzandosi con le punte per cercare di metterla a posto.

Gli occhi di Draco bruciavano sulla sua schiena.

Vacillò e si spinse più in alto possibile, cercando di mettere la scatola a posto. Sentì un sospiro e il suono delle gambe di Draco che lasciavano la cattedra e le sue braccia bruciavano mentre aspettava che arrivasse dietro di lei.

"Sei minuscola, è ridicolo." Respirò nel suo orecchio, le sue braccia arrivarono alla sua vista, prendendo il pacco con facilità e poggiandolo sulla mensola.
Contemporaneamente, le baciò la guancia, Elara rilassò il corpo e si girò per affondare le braccia su di lui.

"Sei solo troppo alto." Replicò, il suo calore filtrava attraverso lei, facendola sentire stordita.

"Mh." Mormorò, il naso le sfiorava la mascella mentre la baciava delicatamente vicino all'orecchio. Inalò, nettamente, beata, chiudendo gli occhi. "Ora, torna a lavoro."
Elara gemette mentre lui si tirava indietro, tornando alla cattedra e sedendosi. "Sei in punizione anche tu."
"Solo perché tu eri troppo impegnata a fantasticare sul mio cazzo durante Pozioni."


Gli occhi di Elara si aggrapparono ai suoi, guardandolo male, mentre lui aveva un sorriso presuntuoso sulle labbra.

"Sei tu quello che ha fatto esplodere il suo stesso calderone."
Draco alzò le spalle, indifferente. "Ho pensato che il viola stesse bene a Fletcher."
Elara rise scuotendo la testa, tornando al mobile. Stava sistemando da un'ora e aveva fatto buoni progressi.

Allungò la mano per prendere un contenitore con delle fiale e delle bottiglie, tirandole fuori per sistemarle sul terzo scaffale. "Hai davvero una vendetta per tutti, vero?"
"Corretto. Tranne per te."
Il petto di Elara si riscaldò ma continuò a spostare le fiale. "Non c'è da stupirsi che ti metti in così tanti guai- aiha!"
Sibilò, facendo cadere la fiala dove si era appena chiusa il dito dentro.

Draco era dietro di lei in un istante, facendola girare per guardarlo. Prese la sua mano, esaminando il piccolo taglio sul pollice. "Non smetti mai di farti del male, mh?"
Elara guardò come una piccola goccia di sangue le scendeva dal taglio. "Non è colpa mia. La fiala era rotta."
Draco scosse la testa, delle ciocche di capelli gli ricoprirono la fronte. "Sei sicura che non hai nessuna perversione per il dolore?" Il suo tono era stuzzichevole e l'aveva intesa come una battuta, ma il petto di Elara sobbalzò, per poi arrossire.

Vide lo sguardo nei suoi occhi e sembrava scioccato, i suoi occhi che scendevano sul suo viso, catturando le guance arrossire e lei girarsi, il suo polso ancora nella sua mano. "Per la barba di Merlino. Non dirmi che veramente-"

ᴛʜᴇ ʙᴏʏ ᴡʜᴏ ʜᴀᴅ ɴᴏ ᴄʜᴏɪᴄᴇ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora