𝟓𝟒. 𝐒𝐜𝐚𝐩𝐩𝐚𝐫𝐞.

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"Travis non ti azzardare!" urlo nascondendomi dietro al banco della cucina.
"Dai Ariel!" canticchia venendomi in contro.
"Scordatelo, non ci vengo a quella stupida festa" alzo gli occhi al cielo.
"Ma dai, fallo per me" avanza su di me.
"No no e n-" non mi lascia finire che mi prende per i fianchi e mi trasporta fino al letto.
"Potremmo andare insieme a quella festa..." sussurra. "...Per poi ricambiarti in un altro modo" mi bacia il collo per poi finire la frase.
"Trav s-smettila" balbetto cercando di allontanarlo.
"Devi solo accettare, solo accettare" sfrega i nostri nasi.
"O-ok va bene, vengo con te" annuisco. Mi guarda per poi baciarmi con passione.
"Trav dobbiamo uscire insieme a-agli altri" balbetto troppo presa dai suoi baci, dai sentimenti che provo per lui.
"Abbiamo ancora un'ora di tempo" ridacchia per poi ribaciarmi.
"Tr-traavis" sussurro al contatto tra i nostri corpi.
"Piccola Ariel, se fai così rendi tutto più complicato" ridacchia.
"Travis i-io ti amo" sussurro chiudendo gli occhi. Il calore del suo corpo sfuma e questo mi fa capire che si è allontanato. Il suo sguardo è perso nel vuoto mentre cerca di risistemarsi i pantaloni e la maglietta, sgualciti per la troppa foga.
"C-che hai detto?" domanda in un sussurro quasi udibile.
"I-io ti amo" ripeto con più convinzione di prima.
"N-non puoi. Tu non puoi amarmi" scuote la testa mentre io avanzo verso la sua figura.
"T-trav parliamone. N-non per forza devi ricambiare. N-non-" mi ferma in modo brusco.
"Devo pensare, lasciami stare" indossa una felpa per poi uscire dalla stanza.
"Trav" sussurro al vento. Ripeto il suo nome finche non mi rendo conto di star piangendo. Tremante arrivo a digitare il numero di James per poi balbettare.
"J-james v-vieni qui.
T-ti prego James, ho bisogno di te" e poi cado in un pianto.
Non so dopo quanto tempo ma arriva il mio migliore amico a cercare di calmarmi.
"Hey Nana, vieni qui" mi prende in braccio per poi strendere i noatri corpi sul suo letto.
"M-mi dispiace, non volevo dirlo" balbetto ancora, rannicchiandomi sume stessa. "Cosa Alexa, cosa non volevi dire, piccola" mi sposta con delicatezza le ciocche che ostruiscono la vista.
"Gli h-ho detto che l-lo amo .Gli ho detto che lo amo e lui mi ha detto che non potevo. Se n'è andato" rilascio un sospiro per poi venire avvolta dalle due grandi braccia che mi hanno sempre salvata. Ma ora la vera domanda è: possono salvarmi anche adesso?

Una settimana dopo

"Nana, non so come dirtelo ma lo stronzo vuole vederti" dice James prima di addentare il panino appena fatto.
"Dopo una settimana si è deciso?" domanda Maddie alzandosi dal suo letto pieno di libri.
"Maddie" la richiamo io.
"Che c'è? Lo stronzo non si è fatto sentire per una cavolo di settimana e ora se ne esce con il volerti vedere. Se ne vada a quel paese" sbuffa.
"Ho bisogno di parlargli e lo sapete" sussurro triste.
"Giuro che lo picchierei se solo me lo permettessi" ringhia James.
"Sai se questa sera sarà in camera?" domando mordicchiando il tappo della penna che tengo in mano.
"Si, oggi si. Gli scorsi giorni è sempre tornato o tardi o ubriaco" alza le spalle. "Oh..." sussurro e basta.
"Dopo ti accompagnamo" mi abbraccia Maddie. Li ringrazio per poi continuare a studiare.

"James cazzo, portati quelle chia-
"la voce roca di Travis arriva alle mie orecchie mentre cerco di sostenere il suo sguardo.
"C-che ci fai qui?" balbetta strabuzzando gli occhi.
"Dobbiamo parlare" rispondo torturandomi le mani.
"Vi lascio, fammi uno squillo così poi ti riaccompagno in camera" James mi lascia un bacio sulla fronte e poi se ne va.
"Non ti sei fatto sentire" esclamo senza giri di parole.
"N-non sapevo che cosa venirti a dire" borbotta.
"Potevi almeno dirmi che fine avremmo fatto noi" abbasso la voce all'ultima parola.
"I-io mi dispiace ma non-" lo interrompo non appena noto un segno violaceo sul suo collo.
"C-che cos'hai li?" chiedo con disgusto. "Dove?" domanda tastandosi il collo.
"Sei stato con un'altra?" chiedo in un sussurro con sgomento.
"A-aspetta posso spiegare. No Alexa posso spiegare" tenta di fermarmi.
"Lurido stronzo, sei andato con un'altra e non hai il coraggio di dirmelo in faccia" dico fermandomi prima di aprire la porta.
"E-ero ubriaco ma non sono andato oltre, non ce la facevo. Le baciavo ma poi non succedeva più nulla perchè appena chiudevo gli occhi la tua immagine si palesava" mi spiega.
"Fai veramente schifo. Dai la colpa all'alcol ma dovresti sapere che la scelta di bere l'hai presa tu, mi fai schifo!" esclamo per poi scappare da quella stanza e da quell'università che porta troppi ricordi, troppo male.
Apro la porta della stanza con velocità per poi prendere una borsa e infilarci dentro vestiti su vestiti.
Devo assolutamente andarmene, scappare di qui o rischierò di impazzire.

Angolo autrice

Questo è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo.

Indelebile come un tatuaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora