"Buongiorno!" appoggio il vassoio con su la colazione interamente preparata da me sulla scrivania.
"Mhm" Travis si copre la faccia con il cuscino mentre dice cose incomprensibili.
"Si, lo penso anche io" rispondi burlandomi di lui.
"Ho sonno Ariel" dice con la voce ancira impastata mentre i suoi bellissimi occhi si aprono e io ridacchio.
"Come mai questa colazione?" alzo le spalle mentre lui mi osserva.
"Devi chiedermi qualcosa?" domanda sedendosi sul letto e facendo finire il lenzuolo sulle gambe mettendo in vista il suo addome.
"Nono" scuoto la testa.
"Allora hai combinato qualcosa" afferma. Io distolgo lo sguardo.
"Oh mamma, che hai fatto?"
"Probabilmente hocohogdh i tuoi pantaloncini" sussurro.
"Cosa hai fatto?" esclama alzando un sopracciglio.
"Ho cologhl i tuoi pantoloncini" metto insieme lettere a caso per non fargli capire ciò che dico. Avanzo verso il bagno ma lui mi urla di tornare indietro.
"Aspetta, mi chiudo in bagno e poi te lo posso dire" urlo.
Giro la chiave e alla vista dei suoi pantaloncini ridacchio.
"Ora puoi dirmi che hai fatto? Se me lo dici non ti faccio niente" la sua voce sembra abbastanza calma.
"Ho colorato i tuoi pantaloncini" dico tutt'un fiato.
"Cosa?!" urla.
"Non ho fatto apposta, ho messo per sbaglio le mie calze dentro la lavatrice"
"Posso vederli almeno?" sbuffa.
"Prometti di non arrabbiarti?"
"Ho già fatto, tranquilla" risponde duro.
Apro leggermente la porta e lo faccio entrare.
"Giuro che non ho fatto apposta" gli porgo l'indumento e lui strabuzza gli occhi. Mi guarda, io lo guardo e dopo pochi secondi scappo dal bagno.
"Ti prenderò furfantella!" esclama ridendo.
"Non ho fatto apposta Trav-" non arrivo neanche al bancone della cucina perchè lui mi prende per i fianchi e mi spinge contro esso.
"Non hai fatto apposta eh?" incomincia a farmi solletico mentre io mi dimeno.
Dopo averlo pregato di smetterla, finalmente tre minuti dopo la finisce.
"Puoi anche ringraziarmi, quei pantaloncini sono sexy"
"Sono rosa!" esclama riappoggindo le mani sui miei fianchi.
"Ma penso ti staranno comunque bene" lascio un leggero bacio sulle sue labbra.
"Dovremmo andare a lavorare. Tu dovresti anche fare colazione" lo ammonisco.
"Mhm hai ragione" lascia un dolce bacio sulle mie labbra per poi continuare a darmi piccoli baci che vanno dal mento fino al collo.
"Ma che fai?!" rido allacciano le mani dietro al suo collo.
"Faccio colazione con te, Ariel" sospira contro la mia pelle mentre fa scendere le sue mani per mettermi sul bancone.
"D-dobbiamo andare" gemo.
"Shh, solo qualche altro secondo" allargo le gambe per allacciarle al suo bacino e lui si avvicina a me, capendo le mie intenzioni.
"Solo un'altro po'" ripeto gemendo vicino al suo orecchio.
"Cazzo" succhia il mio collo lasciando, molto probabilmente, il segno.
"Non farmene altri che quelli di due settimane fa sono appena scomparsi" lo avviso.
"Allora credo sia meglio rinfrescare la memoria agli altri" esclama continuando la sua opera."È colpa tua se siamo arrivati in ritardo!" mi allaccio il grembiule del bar del college.
"Mia? Sei tu hai incominciato tutto" si sistema il ciuffo all'indietro.
"Certo, come se io ti avessi detto 'mangiami', come no"
"Beh l'hai fatto intendere" sbuffa.
"Zitto Hollen ho ragione io" finisco di legare i capelli in una treccia e gli sorrido.
"Dai andiamo a lavorare mia principessa" mi prende per mano e incominciamo ad accogliere i clienti.
La giornata passa e arrivano le 22. Stanca morta lascio giù il grembiule insieme a Travis.
"Comunque quell'Alan è stato qui due ore solo per osservarli, mica per studiare" esclama sbuffando. Io alzo gli occhi al cielo.
"Non è affatto vero Travis, lo sai pure tu.Aveva parecchie cose da studiare e lo hai visto pure tu con i tuoi occhi"
"Gelosone" gli strozzo le guance e ridacchio per la faccia buffa che fa.
"Non sono geloso Alexa" io lo gaurda per dire 'Si come no!'.
"Okay...forse un po' ma non tanto" distoglie lo sguardo, imbarazzato. Gli lascio un bacio all'angolo della bocca e poi prendo la mia borsa e la sua mano per uscire dal bar.
Le stelle si vedono benissimo questa sera. Il freddo ci colpisce appena usciamo dal caldo del bar e Travis stringe la mia mano e la porta nella tasca del suo giubbotto per tenerle al caldo. Penso che questo sia un gesto carinissimo e che sia un modo per proteggermi, un modo di preoccuparsi per me.
"Vieni da me a dormire?" dico di punti in bianco.
"Va benissimo mia principessa. Sarei venuto anche senza il tuo consenso visto che anche James me l'ha chiesto. Voleva fare una sorpresa a Maddie" mi sorride.
"Ah, e sai cosa?" nega scuotendo la testa.
"Pizza e Harry Potter?" domanda speranzoso.
"Pizza e Harry Potter" confermo felice.
"Ti stai appassionando troppo a Harry. Questa cosa non va bene!" ridacchio.
"Ah si? Tranquilla, non ruberò mai quelle mutande che ti ho visto di Harry Potter" ride.
"Mio dio" mi copro il viso arrissato con la mano.
Entriamo nel dormitorio veloci e corriamo fino alla mia camera.
"Sembriamo dei ladri, cazzo" inserisco la chiave nella toppa e giro.
"Shh" lo tiro dentro la camera e chiudo.
"Sono le 22 passate, abbassa la voce cretino!" mi tolgo il cappotto e lo apoggio sulla sedia della scrivania.
"Okay scusa" sussurra scherzando.
"Prenota le pizze intanto che io chiudo le finestre" ordino al mio fidanzato.
"Ok" afferra il cellulare e compone il numero mentre io chiudo le persiane e vado in bagno per cambiarmi. Merda ho dimenticato i vestiti sulla sedia. Guardo Travis che sta ancora parlando. Bene.
Corro tipo ninja a fino alla scrivania e quando sono sul punto di prenderli, lui da dientro mi fa il solletico e io incomincio a ridere come una matta.
"B-basta "rido a crepapelle.
"La prossima volta però, ricordati di prendere i vestiti perché non penso che riuscirò ancora a controllarmi con te in intimo davanti a me. O ti ricorderai dei vestiti o sarò costretto a fare l'amore con te. Ricorda" sussurra l'ultima frase e i brividi si espandono in tutto il corpo.
"O-okay" sussurro.
"Ricordalo, perché questo lo sentirai dentro di te" sussurra al mio orecchio facendomi sentire quanto mi desidera. Il calore, la passione e la voglia tra noi due si sentirebbe anche a miglia di distanza. Le mie guance si dipingono di rosso per la volgarità che ha detto ma allo stesso tempo il fuoco si accende in me.
I nostri fianchi premuti gli uni contro gli altri.
I nostri respiri affannati.
Le sue mani che vagano sul mio ventre.
E poi la mia voce che spezza il suo respiro e fa aumentare il mio.
Una frase detta al momento. Pensata al momento, ma che non poteva essere più giusta di così.
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Indelebile come un tatuaggio
RomanceAlexa ha una vita turbolenta. Dopo essere scappata dalla sua città natale, si trasferisce a Boston. Vuole aprire un nuovo capitolo della sua vita e dimenticare ciò che ha passato, eccetto il suo migliore amico James. Trevis è il solito ragazzo stron...