"Hai ragione, tu non sei niente per me"
Sono ore che questa frase si ripete in loop nella mia mente.
Per lui non sono niente
Non sono niente.
Perché mi sto facendo problemi, non dovrei essere preoccupata, non me ne dovrebbe importare e invece sono sveglia alle due del mattino per una stupida frase.
Devo togliermi dalla testa ciò che ha detto. Devo totalmente fregarmene.
Non ce la farai.
Devo farcela, per me, solo per me.
Devo."Buongiorno Alexa, dormito bene?" domanda la madre di Travis.
Contando che non ho dormito, ho litigato con suo figlio e non ho neanche fame. No
"Si tutto bene, i bambini sono già svegli?" domando con un sorriso falso.
"Se vuoi puoi andare da Nora, prima aveva chiesto di te, cara, ora vado a fare la spesa con mio marito. Travis non si è ancora svegliato. Se vuoi puoi andare da lui anche se alcune volte si altera se lo svegli. Buona fortuna"
Appena finisco di mangiare, metto a posto la tazza e cerco la stanza di Nora.
Apro una porta bianca ma trovo davanti a me un letto matrimoniale completamente senza pieghe.
Chiedo subito la porta e ne apro altre due.
La prima che apro è totalmente buia.
Okay, sembra la camera delle tenebre.
Cerco l'interruttore ma non lo trovo.
Oramai i miei occhi si sono abituati al buoio e scorgo una figura stesa sul letto disfatto.
Mi avvicino sempre di più e capisco chi sia la persona.
Travis è steso il letto. La sua guancia appoggia al cuscino e lo fa sembrare dolce.
Ha il torso nudo e i pantaloni della tuta leggermente abbassati dove si scorgono i boxer della Calvin Klein.
"Hai un po' di bava che ti scende dall'angolo destro della bocca" sussurra.
Il suo alito caldo arriva al mio viso e, alzandosi velocemente, mi prende per il polso.
Perché deve accadere come nelle serie Tv?!
Non può semplicemente inciampare nei suoi stessi passi per poi cadere e preoccuparsi di sé stesso e non di che cosa io abbia?!
"Niente,non ho assolutamente niente" dico in tono duro.
"So che hai qualcosa. Non hai dormito bene? Ti ha dato fastidio qualcuno? Hai...hai fatto incubi?" domanda squadrandomi dalla testa ai piedi.
"Non. Ho. Niente" scandisco le parole ma lui non molla la presa sul mio polso.
"Ora me ne vado ciao" mi libero dalla sua presa e, fortunatamente, trovo la stanza di Nora.
"Ciao!"
"Ariel" viene ad abbracciarmi.
"Che bei disegni che stai facendo,chi sono questi?" indico il foglio.
"Siamo io, Seba, tu e Trav, ti piace?" chiede speranzosa.
"Molto bello"
"Mi disegni la principessa Ariel? La aggiungo alla mia collezione di principesse!" annuisco e lei sorride e mi ringrazia tutta felice."Ora sarebbe meglio andare a vedere se sono arrivati mamma e papà" lei mi segue e prende la mia mano.
"Trav ieri ha detto che sei molto bella. Io gli ho dato ragione, sei molto bella come la principessa Ariel" sorrido al solo pensiero di ricevere un complimento sincero da Travis ma scaccio il pensiero.
"Ciao Nora" la saluta sua mamma.
"Tra poco è pronto da mangiare, potresti andare a chiamare Travis?"
"Certo" salgo le scale con cautela e mi preparo al peggio.
"È quasi pronto" busso alla sua porta ma nessuno rispondo e quindi decido di entrare.
Non lo avessi mai fatto.
La scena di Travis e la ragazza si interrompe appena sentono la porta aprirsi e io rimango pietrificata.
"I-io non..." sbatto la porto e corro in camera facendo risuonare il rumore per tutta la casa.
Come ho potuto credere che fosse un santo. D'altronde perché mai non avrebbe dovuto farlo? Io non sono nessuno.
Prendo il blocco da disegno e strappo il suo ritratto.
Perché mai avrei dovuto pensare che gli importasse di me.
Cerco disperatamente gli altri due disegni che ho fatto in sua compagnia ma quando sono sul punto di strapparli qualcuno entra.
"Alexa" ciò che dice sembra un sussurro alle mie orecchie.
"Non volevo scusa"
"N-Non hai niete di cui scusarti, non so nemmeno io perché sto reagendo così. La vita è tua" mi asciugo le lacrime con le maniche della felpa e raccolgo il suo ritratto da terra.
"Non ho fame, dillo a tua mamma" sussurro, butto il ritratto nel cestino e mi stendo sul comodo letto.
Dopo pochi minuti in silenzio, se ne va dalla stanza e io piango in silenzio.
È così mi addormento, con le labbra secche e le guance rigate da lacrime salate."Il mio fratellone ti vuole parlare" mi scuote la piccola Nora. Metto a fuoco la sua figura e le sorrido.
"Adesso vado, sono le due, sarebbe meglio per te dormire" dico guardando l'orario.
"Allora a dopo Ariel" la saluto e mi sistemo meglio i capelli.
Non deve fregarmi niente di quello che mi dirà. Mi ripeto durante il percorso per camera sua.
"You watch me bleed until I can't breathe
I'm shaking falling onto my knees
And now that I'm without your kisses
I'll be needing stitches" ciò che sento è qualcosa di magnifico.
Sta cantando Stitches e fa un effetto strano.
"Sono io" busso alla porta e lui si interrompe.
"Entra pure" adagia la chitarra sul letto ed io mi chiudo la porta alle spalle.
"Ti volevo chiedere scusa" si gratta imbarazzato la testa.
"Precisamente...per cosa?" avanzo verso lui.
"Per tutto. Non pensavo quelle cose ieri sera, mi dispiace. Mi sono incazzato...con te e non dovevo. Per prima invece, bhe, non doveva capitare. Mi sono solam.."
"Non mi interessa. Ora posso andare?"
"Non fare così, perfavore Alexa"
"Cosa dovrei fare? Tu vivi la tua vita e io la mia. Mica ci sono io che ti dico cosa devi fare. Puoi farti qualsiasi tipo di persona. Ma non me" urlo frustata
"Io non volevo. Ero incazzato con te. Non significa niente ciò che hai visto" urla a sua volta.
"E tu così le tratti le persone? Sei il bad boy della situazione? Oltre a tua sorella, i tuoi parenti e i tuoi amici, le altre donne della tua vita le tratti di merda. Basta vedere me!Cosa cazzo ti abbiamo fatto eh? Io cosa ti ho fatto? Sarò anche stronza, ma mai quanto te. Questo te lo assicuro" avanzo verso lui.
"Non. Volevo" ringhia a denti stretti.
"Bhe, nuova notizia. Ho anche io dei sentimenti e sfortunatamente ieri quando hai detto che a te non frega niente di me, ci sono stata male!" prendo un respiro e gli pongo l'unica domanda a cui non ha risposto.
"Cosa ti ho fatto? Cosa ti hanno fatto?"
"A parte che la ragazza che mi fa sentire vivo è incazzata con me, che questa casa mi fa ricordare mia sorella uccisa davanti ai miei occhi e che vorrei solamente sfogarmi, nessuno mi ha fatto assolutamente niente" il suo petto si alza e si abbassa velocemente.
Sua sorella.
"Io non-"
"Non voglio la tua compassione" si strofina la faccia con le mani frustrato.
"Non ne avevo intenzione"
"Scusa ancora. Scusa se ti ho urlato contro" il suo sguardo è stanco e allo stesso tempo dolce.
"Amici?" gli porgo la mano e lui l'accetta sorridendo.
"Amici" mi abbraccia e io lo stringo più forte.
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Indelebile come un tatuaggio
RomanceAlexa ha una vita turbolenta. Dopo essere scappata dalla sua città natale, si trasferisce a Boston. Vuole aprire un nuovo capitolo della sua vita e dimenticare ciò che ha passato, eccetto il suo migliore amico James. Trevis è il solito ragazzo stron...