𝟏𝟖. 𝐀𝐥𝐚𝐧.

213 4 1
                                    

"Un bicchiere di vodka alla ciliegia, grazie" dice un ragazzo che avrà su per giù la mia età.
"Subito" rispondo.
Dopo avergli preparato il bicchiere glielo passo.
" Come ti chiami?" chiede.
"Perché dovrei dirtelo?" dico alzando un sopracciglio con fare interrogativo.
"Perché io sono Alan e desidererei conoscerti, quindi?" ridomanda sorridente.
Non gli rispondo e decide di passare ad un'altra domanda.
"Da quanto lavori qui?" chiede sorseggiando la sua vodka.
"Due mesetti all'incirca" rispondo vaga.
"A che ora finisci?"
"Alle 21"
"Ti aspetterò donna senza nome" dice facendomi l'occhiolino.
Servo gli altri ragazzi nel bar e poi verso le 21.05 appendo il grembiule ed esco.
"Ciao donna senza nome" dice una voce roca.
"Oh Dio, Alan" mi metto una mano sul petto per lo spavento.
"Mi hai fatto prendere uno colpo"
"Scusa, hai qualcosa da fare ora?" chiede grattandosi la nuca.
"Beh, no?"
"È una domanda donna?"
"Dipende da cosa vuoi fare"
"Ti accompagno a casa?"
"Perché dovrei dirti dove abito? Potresti essere un maniaco o potresti essere un serial killer"
"Ti giuro sulla mia bacchetta di Harry che non sono ne un maniaco ne un killer" si mette la mano destra sul cuore e mi sorride.

"Hai solo quella bacchetta?"
"Cos? Ma stavamo..Niente, comunque si" dice confuso.
"Cambio spesso argomento" dico imboccando la strada per il mio dormitorio.
Siamo seduti all'incirca da un'oretta sulla panchina di fronte al dormitorio femminile a parlare.
"Sono un po' stanca, mi ha fatto piacere parlare con te" sorrido.
"Anche a me" sorride di rimando.
"Grazie per questa, Alan" dico indicando la felpa rossa che mi ha tenuto al caldo mentre conversavamo.
"Prego..." aspetta che io gli dica il mio nome è così faccio.
"Alexa" sorrido.
"Alexa, bel nome"
"Lo so" dico facendogli l'occhiolino scherzando.
"Ci rivedremo?"
"Chi lo sà!"sorrido.
"Buona notte Alexa" ricambio e mi dirigo in camera mia.

"Wow! Che giornata!" dico uscendo fuori in balcone.
"Gia,giornataccia" fa uscire il fumo dalla bocca, Travis, lui è ovunque.
"Cosa ci fai ancora sveglio?" gli chiedo.
"Potrei farti la stessa domanda" fa spallucce.
"E io potrei non rispondere"
"Stessa cosa per me" risponde.
Passano vari minuti e nessuno dei due parla, decido di andare dentro ma prima che lo faccia, lui mi ferma.
"Chi era quel ragazzo del bar?" mi chiede Travis.
"Nessuno" faccio spallucce.
Scavalca il suo balcone e arriva nel mio, si avvicina e mi incatena al muro.
"Preferisci-soffia sul mio collo-essere baciata da me o dirmi chi era quel ragazzo?" sussurra avvicinandosi.
"Perché mai dovrei dirtelo?"
"Ti conviene decidere, sai che posso attuare la prima opzione" dice con un sorriso da stronzo.
"Si chiama Alan" rispondo deglutendo.
"Quindi non vuoi un mio bacio?" nego con la testa ma lui si avvicina ancora di più di quanto non lo sia già.
"Travis" soffio sulle sue labbra.
"Mmh mmh" dice chiudendo gli occhi.
"Allontanati" gli dico ma visto che sta per baciarmi faccio la prima cosa che mi viene in mente.
Gli tiro una ginocchiata nei gioielli.
"Cazzo Alexa! Porca puttana che male" si accascia a terra mettendosi la mano dove è stato colpito e io sorrido soddisfatta.
"La prossima volta vedi di ascoltarmi troglodita, ora vattene" dico con tono deciso.
"O preferisci un'altra ginocchiata?" sorrido malvagia.
"Nono ora vado, 'notte mocciosetta" sorride andandosene tra qualche 'cazzo che male' e 'mi devo ricordare di non farla arrabbiare' sussurrati.
Mi metto a letto e dormo beatamente fino a quando la sveglia del giorno dopo non mi sveglia per avvisarmi che devo andare a lezione.

Sono a lezione di matematica e non sto ascoltando.
Ma c'è qualcosa più noioso della matematica?
Magari aspettare il proprio turno per prendere una torta o aspettare alla cassa quanto prendi dei ves- Ahio!
Ma che cazzo, che cos'è?
Guardo nella direzione da cui è arrivata la pallina e vedo Travis ridere.
'Troppo incantata dal nostro quasi bacio per seguire la lezione di matematica?' dice il bigliettino.
'Certo che no, penso a dove tirarti la prossima ginocchiata, troglodita' gli scrivo e glielo lancio.
Fa una faccia divertita ma appena sente che è stato richiamato dalla prof. ritorna normale.
"Signorino, la diverte la lezione o ciò che c'è scritto su quel foglietto?" gli chiede la prof. Indicando il biglietto che ha tra e mani.
"Entrambe" fa spallucce. Non fare così Travis,ti ammazzerà a vita o no, potrebbe far leggere il bigliettino.
Oh no! No no no no!
Non glielo faccia leg-
"Visto che la diverte, legga il contenuto del biglietto" come non detto.
Ho proprio la sfiga nel sangue.
'penso a dove tirarti la prossima ginocchiata' cita le miei parole e io mi passo una mano sopra la faccia.
Ma che cazzo, proprio ora lo doveva beccare?!
"E posso sapere chi le ha fatto questa proposta allettante?"
"Alexa" dice immediatamente.
"Non è come pensa. Cioè, insomma noi non, cioè.."
"Lasci perdere, non mi interessa la vostra vita sentimentale. Ah, prendete precauzioni" dice la professoressa di matematica.
Oh Dio no!
Si alza una risata di classe e io mi copro gli occhi con le mani.
Suona la campanella e io vado verso Travis con i libri in mano.
"Io ti uccido. Io ti uccido. Io ti uccido"
"Sicura che tu non voglia tirarmi un calcio da qualche altra parte?" alza e abbassa le sopracciglia con in sorriso da stronzo.
"Io ti uccido" dico incominciando ad andargli in contro.
"Non scappare troglodita" urlo correndo per i corridoi.
Stanca di correre mi rifugio dietro un albero.
"Stanca?" chiede Travis intappolandomi tra l'albero e il suo corpo.
"Ma che cazzo, tu, James, Alan, tutti che mi vogliono far morire!" urlo spaventata.
"Alan?" chiede.
"Lascia perdere. Piuttosto, io ti dovrei uccidere" dico con ancora il fiatone.
Cerca di scappare ma faccio uno sprint e gli saltò sulle spalle così da finire entrambe per terra.
Io sopra lui.
"Ora sei in trappola" sorrido maligna.
"E cosa vorresti fare?" mi domanda.
"Non ne ho idea sai?!" dico sedendomi sopra di lui. Fa un verso simile a quello di quando eravamo in balcone e dopo capisco.
"Magari so proprio come darti fastidio" dico sorridendo.
"Non riprovarci Alexa, non rif-" Non lo lascio finire che mi striscio su di lui.
"Merda Alexa!" decido di finirla lì per non dare spettacolo e mi alzo con un sorriso soddisfatto.
Me ne vado senza dire niente e arrivo al tavolo dove ci riuniamo sempre.

Indelebile come un tatuaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora