Più o meno sono passate due settimane dall'ultima volta che ho parlato con Travis.
Perché?
Oh bhe, il giorno successivo alla mia sbronza colossale ha fatto tutti il carino fino a quando Clarissa lo ha provocato parlando di sua sorella. Li si è incazzato con me senza motivo. Ogni giorno lo vedevo insieme a Clarissa e chissà cosa facevano. Quando lei lo raggiungeva a fumare sul balcone con uno striminzito asciugamano per coprire il suo corpo, contando che è inverno.
Al lavoro mi parla il minimo indispensabile.
La promessa che mi aveva fatto a casa sua è andata a farsi fottere come la voglia di parlare con lui.
Mi chiedo il perchè della sua incazzatura, con me poi!
E io che mi sono fatta pure toccare da lui.
Devo cancellare tutto ciò che è successo con lui, il suo odore, le sue battute, le sue parole dolci, le sue carezze e, ahimè, anche i suoi sorrisi fantastici.
Mi ero promessa di incominciare da capo e di non finire in relazioni amorose.
"Alexa, io vado a mangiare con James, sicura di non voler venire?" Maddie continua ad insistere.
Sono due settimane che sono chiusa in camera a non fare niente a parte disegnare o a fare compiti.
"Sicurissima, poi non vorrei darvi fastidio" faccio un sorriso forzato e lei mi saluta con un bacio sulla guancia e va via.
Vado decisa in balcone ma appena trovi l'arpia e il troglodita cerco di rientrare.
"Ma ciao Alicia" troppo tardi.
"Ma ciao" sorrido annoiata.
"Comunque è Alexa non Alicia" puntualizzo.
"Oh-si mette una mano davanti alla bocca-scusami" ridacchia guardando Travis che la sta fulminando.
"Come mai non vi parlare amore?" domanda al suo amore.
"Perché si, Clarissa"ringhia.
"Ti ricordavo un uomo di tante parole Travis" mi prendo gioco di lui.
Lui non risponde ma mi lancia uno sguardo di fuoco.
"Ma da quanto non fate conversazione?" oddio,ma non può stare zitta per una volta?!
"Smettila"
"Che hai amore?"
"Nulla, ma potresti stare zitta una volta tanto" abbassa la voce per non farsi sentire, peccato che io ci senta bene.
"Ma amore! Che modi sono?" sgrana gli occhi l'arpia.
"Smettila di chiamarmi amore. Ti scopo e non significa che io sia innamorato di te" dice in tono duro.
Mi dirigo verso la stanza ma mi fermano le parole arrabbiate di Clarissa.
"Lei l'avrai fatta godere e magari ti avrà anche ricambiato il favore, ma non la tratti male come tratti me"
"Brutto stronzo, glielo hai detto? Ma io ti spacco la faccia!" sono incazzata. Sbatto la porta del balcone anche se mi sento chiamare.
Perché cazzo lo dice al mondo? E poi che significa'avrà anche ricambiato il favore'?
Tiro un urlo e lo soffoco con il cuscino.
"Io lo ammazzo la prossima volta" cerco di calmarmi.
Dopo una decina di minuti bussano alla porta e io senza guardare chi è, apro.
Appare l'immagine di un Travis che si sistema la maglietta e io richiudo subito la porta.
"Alexa perfavore" esordisce dall'altra parte della porta.
"Noo" urlo andando in cucina a preparare della carne.
"Alexa, cazzo, apri! Ti devo parlare, ti supplico" urla.
"Cosa cazzo vuoi?" apro la porta ed entra come un razzo, forse per la paura di rimanere di nuovo chiuso fuori.
"Mi dispiace per Clarissa" rido.
"Ti dispiace per cosa?" incrocio le braccia sotto il seno.
"Io.."
"Puoi anche andare, ciao" sto ferma lì ma lui non se ne va.
"Tu.."
"Egli. Siamo alle elementari?"
"Ti chiedo scusa per le scorse settimane"
"Okay, ciao" dico freddamente.
"Perfavore, mi dispiace ma insomma, lei ha tirato fuori mia sorella e mi sono incazzato"
"E così dal nulla non mi hai più parlato"
"Già"
"E poi mentre te la scopavi le hai detto che mi hai..." non riesco neanche a dirlo.
"Non è andata proprio così, ecco" si gratta la nuca leggermente imbarazzato.
"Non voglio sapere particolari, voglio solo sapere perché ti sei arrabbiato con me" dico senza giri di parole.
"Perché...non lo so, lei ha tirato fuori la storia di mia sorella e mi sono incazzato con la prima persona che avevo davanti"
"Allora spero di non averti più davanti visto che non mi hai parlato per due settimane. Grazie delle spiegazioni, ora puoi anche andare dal tuo amore"
"L'ho mandata via"
"Ma che dispiacere" fingo.
"Gelosa?" sorride.
"Di te?Mai!" lo guardo piena d'odio.
"C'è puzza di bruciato" dice Travis e io mi ricordo che c'era la mia amata carne sul fuoco.
"Cazzo! Oddio, che puzza. Dovrò ricomprare la padella. Cavolo!" sento delle risate alle mie spalle e mi giro incazzata con la padella in mano.
"Cosa ridi?"
"Nulla, nulla" trattiene una risata e io lo fulmino.
"Potrei farmi perdonare offrendoti del sushi?"
"Io in realtà non l'ho mai mangiato" sussurro.
"Coosa?!" urla.
"Non è colpa mia!"
"Mio Dio! Il sushi è vita!" mi guarda con gli occhi spalancati.
"Babbano!"
"Stupida"
"Ma cos'è? Una battaglia ad insulti troglodita?" ridacchio per la sua faccia.
"Non so, chiamo e ordino il sushi" va in sala e dopo poco torna.
"Tra una decina di minuti arriva da mangiare"
"Vediamo un film?" domando già sapendo che film fargli vedere.
"Un Horror?"
"Ma neanche morta! Avevo in mente un Fantasy"
"Per me è uguale" fa spallucce.
"Okay, allora vada per Harry Potter" sorrido a Travis e lui sbuffa.
"Mi hai obbligato a mangiare il sushi e io ti obbligo a vedere Harry Potter, amami"
"Come no"
Scende a prendere il sushi e dopo poco ritorna con due buste piene di cibo.
"Questi sono Onigiri-indica una polpetta di riso racchiuso in un'alga- questi nighiri-indica una pallottola schiacciata con del salmone sopra-e questo è ramen"
"Sembrano capelli" rifletto.
"Come rovinarsi l'appetito" sbatte una mano in fronte e sorrido prendendo le bacchette.
"Non si prendono così le bacchette, Dio mio!" prende le sue bacchette e mi fa vedere come si fa.
Ma siccome io sbaglio, mi aiuta.
Il contatto con lui mi fa venire i brividi.
"Capito?" dice guardandomi con quegli occhioni.
"Si" non ho capito un cazzo ma vabbè.
Ero troppo concentrata sui suoi occhi e sulle sue labbra. So che non dovrei ma non ce la faccio.
Cerco di prenderne un nighiri e stranamente ce la faccio. Metto play e incominciamo a mangiare e a guardare Harry Potter."Ariel?" sussurra al mio orecchio il soprannome datomi da sua sorella.
"Mh" mugugno ancora addormentata.
"Ti porto a letto" mi stringo di più a lui e ridacchia. Sento un vuoto e solamente due braccia che mi sostengono e poi mi adagia su un qualcosa di comodo, ovvero il letto.
"Grazie" apro in due fessure gli occhi e gli sorrido.
"Rimani" gli prendo la mano e lo tiro verso il letto.
Annuisce senza fare domande, si toglie i pantaloni e la maglietta e mi metto le mani davanti agli occhi.
"No! Non entri qui così. Ci sono dei pantaloncini lì-indico la sedia-ma la maglietta ce l'ho ancora io" arrossisco.
"Puoi anche tenerla" mi sorride dolcemente infilandosi i pantaloncini.
Si stende vicino a me e mi accoglie tra le sue braccia.
E dopo due settimane ritrovo quel calore familiare .Quel profumo che adoro tanto. Quel sorriso che amo e quegli occhi che mi ricordano il mare infinito.
Ammetto che mi era mancato tutto questo.
STAI LEGGENDO
Indelebile come un tatuaggio
RomanceAlexa ha una vita turbolenta. Dopo essere scappata dalla sua città natale, si trasferisce a Boston. Vuole aprire un nuovo capitolo della sua vita e dimenticare ciò che ha passato, eccetto il suo migliore amico James. Trevis è il solito ragazzo stron...