Capitolo 8

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- Credo che quella troia di Madison non si staccherà mai più da me. Aiutatemi voi, facciamo qualcosa, cazzo, non la sopporto più! - Sean si lasciò cadere su una panchina all'esterno della scuola, in compagnia dei suoi due migliori amici, mentre riattaccava la chiamata di Madison Monroe, con cui era stato una sola volta, ma ora la ragazza non lo mollava più. - Dio, a me nemmeno piace. È una cazzo di tavola da surf, ed è meno interessante di una lezione di matematica. -

Phil aveva notato fin da subito la preoccupazione negli occhi di Derek, e voleva capire cosa fosse successo all'amico, ma senza essere invadente.

- C'è Robert Dean, Phil, portagli la coca. - Disse Derek, dopo aver letto il messaggio che gli era arrivato sul suo secondo cellulare, un vecchio modello di iPhone 6.

- Arrivo subito, aspettate qui. - Phil si alzó di fretta, lasciando soli i due amici.

- Ho saputo che hai malmenato un ragazzino di prima... Come mai ti sei divertito senza di noi? - Domandó Sean all'amico, che sembrava abbastanza assente, mentre guardava il parcheggio della scuola.

- Avevo voglia di sfogarmi Sean. - Derek spiegó in poche e spicce parole, mentre Phil tornava con in mano una grossa mazzetta di banconote, sedendosi di nuovo accanto a Derek.

- È arrivato mio padre, ragazzi a domani, devo andare. - Derek si alzó subito, e prese la sua borsa che usava come cartella per portare i libri, dirigendosi verso la gigantesca Audi del padre.

- Hai notato anche tu? - Phil guardó Sean negli occhi, mentre lui ritirava il cellulare.

- Che cosa? -

- Deve essere successo qualcosa, Derek aveva qualcosa che non andava. -

- Non ci ho fatto caso Phil... allora, cosa posso fare per schiodarmi di dosso quella Madison? -

- Sean, cazzo, falle capire che non la vuoi, allontanala da te con ogni mezzo, credo che tu non abbia bisogno di aiuto per picchiare una ragazzina. - Phil era noto per la sua violenza e cattiveria, praticamente incontrollabile.

Tutta la scuola intera sapeva della sua sete di violenza, del piacere sfrenato che provava durante le risse, di quanto godeva a fare male agli altri.

Era spaventoso. Per lui non contava affatto se si trovava davanti una ragazza, un ragazzo, o un povero debole. Amava sfogarsi in quel modo così crudele e orribile.

Sean era il più tranquillo dei tre, non sentiva l'impellente bisogno di sfogarsi attraverso risse e facendo del male agli altri. Ma per lui era una grande rivalsa sfogarsi in quel modo.

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