Capitolo 46

176 12 0
                                    

Mia smise di contare le ore che passó seduta contro il muro di quel vicolo cieco, ma sapeva per certo che era lì da molto tempo.

Il cuore le batteva ancora forte nel petto, l'emozione le aveva fatto ancora inumidire gli occhi di lacrime; perché Derek aveva avuto quel comportamento nei suoi confronti? Che cosa significava tutto questo?

Aveva avuto paura di venire ancora umiliata dal folle e violento ragazzo che la bullizzava mesi fa; ma per qualche misteriosa ragione sembrava che quel ragazzo terrificante non esistesse più, sembrava che al suo posto fosse rimasta solo l'ombra di ciò che era un tempo quella grossa mole umana.

Si alzó lentamente in piedi, Mia, e mentre camminava verso casa, la sua testa era scossa da un turbinio di migliaia di pensieri, e le sue gracili gambe tremolavano ad ogni suo passo che, incerto, la portava sempre più vicino all'appartamento della madre.

****

- Dio, Phil, non so che cazzo mi stia succedendo... non riesco a smettere di pensare a quella ragazza, Mia, ce l'ho in testa qualsiasi cosa faccia, non sono più in me... Phil, aiutami... - Mormoró Derek in una noiosa giornata scolastica, in cui si era ritrovato con il migliore amico di sempre nel corridoio del terzo piano durante l'intervallo.

- Perchè ce l'ha sempre in testa? - Phil se possibile era ancora più ottuso di Derek, e sicuramente non era un esperto in questioni psicologiche. - Parlane con la signora Leinch, lei saprà aiutarti. -

- Non voglio parlare con la strizzacervelli. La odio, continua ad invadere la mia privacy, non ce la faccio più ad andare a quelle sedute. Sta arrivando Sean, guarda! - Derek indicó con la mano l'amico, che arrivava caracollando lentamente per il corridoio, con negli occhi un'aria trasognata e incredibilmente stanca.

- Fanculo quella cazzo di verifica, quest'anno mi faccio bocciare. - Esordì dicendo queste poche parole, Sean, sedendosi accanto ai suoi due migliori amici. - Cosa sono queste facce? Tutto bene? - Domandó poi, osservando impressionato le espressioni dei due ragazzi, stampate sui loro volti esausti. - Derek? Va tutto bene? -

- Ragazzi... io... - In quel momento Derek cominció a sentire le lacrime salirgli agli occhi, e nella mente gli iniziarono ad apparire vari flash di ciò che gli era accaduto in carcere. - Mi è successa una cosa orribile in carcere... aiutatemi... -

- Ma che cosa è successo? Siamo i tuoi migliori amici, possiamo aiutarti solo se ce lo racconti. - Sean gli asciugó una lacrima che gli stava solcando la guancia proprio in quel momento, e pochi secondi dopo la campanella annunció la fine dell'intervallo di metà mattina. Nessuno dei tre ragazzi se ne curó minimamente.

- Mi vergogno troppo... ho paura, ho paura di raccontarlo, ho paura di dirlo a qualcuno... - Mormoró Derek, abbassando lo sguardo verso terra.

- Come puoi vergognarti di dirlo ai tuoi migliori amici? Noi ci saremo sempre per te! - Esordì Phil, cingendo il muscoloso torace dell'amico in uno stretto abbraccio.

- Uno dei carcerati... mi ha... - Non riusciva ad andare avanti, e le lacrime continuavano a scendere dai suoi occhi sempre più numerose e calde. - Lui... -

Scoppió ancora in singhiozzi, Derek, e smise di parlare. I suoi due amici lo abbracciarono, lo strinsero, e tentarono di rassicurarlo.

- Mi ha violentato. - Disse infine il ragazzo.

Scese il silenzio tra i tre, mentre un'espressione di paura si dipingeva sui volti di Sean e Phil.

Sean sentì i suoi occhi inumidirsi, e abbracció più forte l'amico.

- Noi ci saremo sempre per te. Ti aiuteremo ad uscirne Derek. - Dissero i due ragazzi quasi insieme.

Derek si sentì liberato di un enorme peso che aveva sul petto, e mentre le lacrime continuavano a scendere dai suoi occhi in maniera liberatoria, si rifugió tra le braccia dei suoi due amici, e si sentì protetto come un bambino nell'abbraccio di una madre.

AloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora