Capitolo 20

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- Dove cazzo è il chilo di coca che vi avevo dato? Chi ve l'ha preso?! - Phil stava zitto mentre il suo " capo " gli sussurrava nell'orecchio le sue inutili domande.

- L'hanno preso quando ci hanno arrestato Terry. - Rispose a bassa voce il ragazzo. Le guardie erano lontane dal loro punto di colloquio, ma non poteva rischiare che sentissero qualcosa.

- Carter mi farà picchiare a sangue se non recupero i soldi di quel chilo; mi sono fidato di tre stupidi ragazzini, ma ho sbagliato ad affidarvi della roba così raffinata e costosa. Quando uscirete, vi consiglio di guardarvi molto attentamente le spalle. Siete più al sicuro qui dentro che fuori, fidati di me, Phil. -

Non c'era bisogno che Terry glielo ricordasse; Phil lo sapeva che non sarebbe stato per niente al sicuro fuori dal carcere. Era meglio stare dentro, dopotutto.

La guardia fece un segno con la mano a Phil.

- Devo andare Terry... vieni un'altra volta a farmi sapere come andrà a finire con Carter. - Phil si alzó com riluttanza, e dopo aver dato due baci sulle guance all'amico, si avvió verso la sua cella a testa bassa, senza guardare in faccia nessuno.

Notó con la coda dell'occhio Sean, che era seduto da solo al tavolo dei colloqui, senza nessuno con cui parlare. A quanto pare, nemmeno questa volta sua nonna era venuto a trovarlo. Phil sapeva che l'amico aveva bisogno di tutto il sostegno possibile, e il ragazzo non voleva che Sean crollasse in carcere. C'erano troppi lupi affamati pronti a sbranarlo se avesse mostrato anche solo il minimo segno di debolezza.

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- E così domani te ne vai, ho sentito, smidollato. - Derek notó di striscio che Ted Bandy, il detenuto più grosso di stazza di tutto il carcere, si era appoggiato al muro bianco del bagno. Il ragazzo notó con orrore che gli unici due rimasti in bagno a prepararsi per andare a dormire erano loro due; Derek si toccó quasi istintivamente i lividi che Ted Bandy gli aveva provocato picchiandolo a sangue in cortile solo qualche giorno prima.

- Sei fortunato, stronzetto. Hai la possibilità di andartene da questo posto di merda. - Ted si stava avvicinando sempre di più a lui, e Derek cominció a spostarsi automaticamente verso le docce, dietro di lui. - Che bei capelli... sai, quando ero giovane li avevo proprio come i tuoi, ragazzino arrogante. -

Ted tentó di accarezzare i capelli di Derek, ma il ragazzo si spostó istintivamente all'indietro. Si accorse a quel punto che era arrivato al muro della prima doccia del bagno, e che non poteva indietreggiare ancora. Cominció a sentire il corpo enorme e grasso dell'uomo premuto contro il suo, e sentiva di stare per vomitare; non riusciva a capire cosa stesse succedendo.

- Girati, stronzo. - Derek si sconvolse, e tentó di scappare, ma Ted era troppo più forte di lui. L'uomo lo prese per il collo, e lo giró violentemente contro il muro, mentre gli tappava la bocca con una mano.

Derek smise di pensare mentre sentiva Ted che si abbassava i pantaloni, e cominciava ad ansimare come un animale. Il ragazzo pianse come un bambino, e si pentì davvero, per la prima volta, di tutto il male che aveva fatto a chi era più debole di lui.

Vide scorrere nella mente le immagini di tutti i poveri ragazzini che aveva picchiato, pesti e sanguinanti a terra, e nella sua mente si bloccó l'immagine di una ragazza in particolare: Mia, a terra, svenuta, a causa sua.

Si sentì il peggiore dei mostri.

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