Capitolo 48

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- Derek che cazzo combini? - Gridó Phil prendendo l'amico per le spalle e scuotendolo. - Cosa ti succede? -

- Non lo so Phil... mi perseguita quella ragazza, mi appare nei sogni, la penso di continuo, io sono terrorizzato da lei! Non so perché l'ho fatto, è stato istintivo... Phil... aiutami... - Derek aveva gli occhi lucidi e rossi, e li fissó in quelli grigi come un mattino nebbioso dell'amico.

- Dopo quello che ti è successo in carcere penso tu sia spaventato da qualcuno che vuole fare il bullo. - Phil non ne capiva assolutamente niente di psicologia, ma provó lo stesso ad aiutare l'amico, che non ne voleva sapere di mettere a nudo i suoi sentimenti e pensieri con la signora Leinch.

- Voglio andarmene da qui. Voglio sparire. Phil... voglio morire... -

- Dio, Derek, non dire queste cose nemmeno per scherzare! - Gridó Phil, arrabbiandosi. Sferró a Derek uno schiaffo, che subito si portó una mano sulla guancia colpita.

- Ma che cazzo fai?! - Urló di rimando Derek. Il ragazzo divenne rosso di rabbia, e provó a caricare un pugno.

- Controlla la rabbia, Derek! Controllati! Svegliati! Questo non sei tu, questo ragazzino che mi vedo davanti è solo un idiota! Chi eri prima di diventare questo individuo? -

- Io... -

- CHI ERI? -

La campanella della fine dell'intervallo risuonó nelle orecchie dei due ragazzi, mentre si fissavano intensamente a vicenda, mentre i loro occhi freddi si incontravano, e mentre i loro statuari corpi si fronteggiavano.

- Ero uno dei bulli più temuti della scuola e del paese. - Disse lentamente Derek, mentre il suo cuore spezzato, rovinato e ferito provava a ricomporsi di un po' di orgoglio e coraggio.

- Smettila di comportarti da idiota, reagisci! Si che quel che ti è successo è stato terribile, ma è successo per colpa tua, adesso devi passarci sopra, devi dimenticartelo! -

- Hai ragione Phil. Sono stato un debole a reagire così. Riprenderò in mano la mia vita, e la smetterò di comportarmi da coglione. -

- Controlla la tua rabbia, e se continui a pensare a Mia Orphell, focalizza la cosa, cerca di capire il perché, e affronta le tue paure. -

- Grazie Phil. Sono felice di avere una persona come te vicino. - Mormoró Derek, avvicinandosi all'amico e stringendolo in un abbraccio tenero come quello di due bambini delle elementari.

I loro cuori induriti dalle brutte esperienze della vita si sciolsero nell'affetto che provavano l'uno per l'altro, e si sentirono al sicuro, come ci si sente al sicuro tra le braccia di una madre.

****

- Stai mangiando regolarmente, Sean? - Fergus si sistemó la larghissima tuta arancione da carcerato che era perennemente costretto ad indossare, e si avvicinò con il busto a Sean, seduto dall'altra parte del tavolino, nella sala colloqui del penitenziario.

- Mangio meglio di quando stavo qui dentro, questo è poco ma sicuro. - Esclamò il ragazzo, facendo echeggiare la sua infantile risata cristallina nella stanza.

- Come sta tua nonna? Ricordi come mi parlavi di lei? - Domandó poi l'uomo, accennando un piccolo e timido sorriso.

- Sta bene, è felice di riavermi a casa con lei. -

Era da quando era uscito dal carcere che Sean andava regolarmente a fare visita a Fergus, condannato ancora a qualche mese di reclusione. Nel periodo che aveva passato in quel posto infernale aveva trovato nell'uomo molto più di un amico e compagno di cella, ci aveva trovato un padre.

Sean non aveva mai avuto un padre, e incontrare qualcuno che potesse essere un sostituto di quella figura così importante nella vita di chiunque era stata una delle cose più belle che gli fossero mai capitate.

I due videro una delle guardie del carcere venire verso di loro, in segno che il colloquio doveva terminare li. Erano sempre così brevi, e Sean aveva così disperatamente bisogno di avere un padre vicino.

- Quando uscirai da qui non voglio perdere i contatti con te, Fergus! - Disse alla fine Sean, prendendo una mano dell'uomo e sorridendo.

- Nemmeno io voglio perderli con te, cucciolo. - Al ragazzo si sciolse il cuore nel sentire quel nomignolo.

Se ne andó felice, con l'animo riscaldato e rinnovato dopo aver visto Fergus, e di volta in volta usciva sempre più entusiasta dai colloqui con quell'uomo, conosciuto in una triste occasione, ma che gli stava migliorando la vita.

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