Capitolo 45

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- Ci vediamo la settimana prossima, Derek. Come prima seduta devo dire che è andata bene, sei stato bravo ad aprirti così con me; grazie. - La signora Leinch aprì la porta del suo studio, facendo uscire Derek.

Il ragazzo si sentiva con il cuore leggero; era da tanto che non si apriva così con qualcuno, e con la psicologa era riuscito a farlo.

- Grazie a lei signora. - Uscì dalla stanza, con la freddezza nello sguardo azzurro dei suoi grandi occhi.

Evitó di chiamare qualcuno per portarlo a casa, preferì andare a piedi; aveva bisogno di riflettere.

Ma era uscito dal condominio dove c'era lo studio della psicologa da pochi minuti, quando sentì dei leggerissimi singhiozzi. Seguì incuriosito il rumore, e si ritrovó davanti ad uno stretto e minuscolo vicoletto, buio; non si vedeva chi ci fosse dentro a singhiozzare.

- Tutto bene? - Provó a chiedere, inoltrandosi nel vicolo. Sentì all'improvviso dei rumori forti, chi era nascosto stava probabilmente scappando lontano da lui. - Hei, aspetta! - Gridó, accelerando il passo verso il rumore della fuga. Afferró il braccio di chiunque stava fuggendo, un braccio incredibilmente magro.

Quando la figura misteriosa di giró verso di lui, il suo cuore raggelò di colpo. Era Mia.

- Lasciami! - Mia gli strattonó il braccio, liberandosi dalla sua presa forte, e cercando di fuggire di nuovo. Ma il vicolo purtroppo era cieco. - Che cosa vuoi da me?! Lasciami in pace, ti prego... - La ragazza si inginocchió a terra, e si schermó il viso con le mani, mentre il panico le attanagliava le viscere.

Aveva una paura folle dell'immensa mole di Derek, che torreggiava su di lei. Che cosa voleva?

- Non voglio farti nulla! Ho sentito dei singhiozzi, e sono solo venuto a vedere... non credevo fossi tu. - Derek indietreggiava, sembrava terrorizzato anche lui.

Fu come trovarsi davanti al proprio peggiore incubo, per entrambi. Il silenzio era imbarazzante, e la tensione si poteva tagliare con un coltello.

Derek voleva andarsene, ma sentiva come qualcosa che lo inchiodava al terreno; non poteva lasciare lì Mia.

- È tutto a posto...? - Provó a chiedere, abbassandosi verso la ragazza, e mettendole dolcemente una mano sulla spalla. Lei si ritrasse ancora, come a volersi nascondere nel muro di cemento che chiudeva il vicolo.

- Va tutto bene. Ora, lasciami. - La voce le tremava, così come tutto il suo corpo era scosso da violenti brividi di terrore.

Mia guardava Derek come se fosse un mostro, una bestia; e il ragazzo pensava che avesse ragione. La bocca di Mia era piegata in una smorfia di orrore, e Derek voleva solo aiutarla.

Lui aiutarla? Dopo tutto quello che le aveva fatto? Sembrava un utopia e una pazzia che proprio lui volesse aiutare quella povera piccola ragazzina, dal cuore frantumato e rovinato.

Derek si alzó lentamente, e se ne andó, senza girarsi indietro nemmeno una volta, mentre la vista gli si appannava, e le gambe gli cedevano.

Che cosa significava tutto questo?

Derek avrebbe solo voluto sparire per sempre dalla faccia del pianeta Terra.

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