Capitolo 67

96 6 0
                                    

- Papà... - Derek sussurrò quella parola come se non la conoscesse, come se non la avesse mai pronunciata.

- Dimmi Derek, è tutto a posto? - Jonas rispose senza nemmeno alzare gli occhi dai documenti che stava leggendo sulla scrivania del suo studio, allestito a casa.

- Sì, io... volevo solo... - Il ragazzo si bloccó, le parole non gli salivano alla bocca, rimasero bloccate in gola.

Nella stanza scese un agghiacciante silenzio, mentre la tensione che cresceva dentro Derek si poteva addirittura tagliare con un coltello. A quel punto, Jonas si degnó di alzare gli occhi dai suoi documenti, e li fissò in quelli del figlio, senza parlare.

- Papà, mi dispiace per tutto quanto. Mi dispiace di averti deluso, di essere così... mi dispiace di essere un perdente. Non te lo meritavi, un figlio così... - Derek inizió a sentire gli occhi pungere, le sue lacrime represse minacciavano di sgorgare da un momento all'altro. Ma non si sarebbe mai permesso di singhiozzare davanti a suo padre.

L'uomo si alzó, e si eresse in tutta la sua severa altezza. Tutto in Jonas era spigoloso e severo, a partire dal carattere, che si rifletteva anche nella sua fisicità.

- Derek, ma che stai dicendo? - La voce di Jonas rimaneva sempre tranquilla, quasi priva di emozioni. Il ragazzo non sapeva se leggervi rabbia, disgusto, stupore o incredulità. - Oh Derek... non devi dare retta a tutto quello che ti dico quando sono arrabbiato. Come potrei pensare che tu, il mio unico figlio, sia un perdente? Non hai idea di quanto ti voglio bene... sei l'unica cosa che ho, tu sei tutto quello che ho, tutto ciò che mi è rimasto, lo capisci? Ti amo più della mia stessa vita, e questo voglio che te lo ricordi per sempre, prima di fare qualunque sciocchezza ti venga in mente. Non mi hai deluso, e non mi deluderai mai. - In quel momento l'uomo assunse una espressione dolce, comprensiva. Derek non aveva forse mai visto suo padre così.

- Io, pensavo... - Il ragazzo sentì che le lacrime iniziavano a ruscellare sul suo viso perfetto e triste. Jonas gliele asciugó delicatamente con il suo fazzoletto, sempre pulito e immacolato.

- Vieni qui, figlio mio. - Padre e figlio si strinsero in un abbraccio che valeva più di mille parole non dette in tutti quegli anni. Derek non ricordava nemmeno più l'ultima volta che aveva abbracciato suo padre. Si lasció cullare in quell'abbraccio dolce e tenero, mentre la sua mente si svuotava da ogni brutto pensiero.

- Ti voglio bene papà. -

- Io te ne voglio e te ne vorrò sempre, Derek. -

****

- Ieri sera ho sentito Derek, Sean. - Phil si presentò a casa della nonna di Sean senza preavviso, mentre l'amico era intento ad aiutare sua nonna a preparare una torta.

Phil era abituato a presentarsi così senza preavviso, dato che nonna Jessie aveva sempre accettato di buon grado i migliori amici del nipote, felice che lo facessero stare meglio.

Si era sorpresa nel vedere Sean sempre così entusiasta a mangiare dolci, e a mangiare più del solito. Non riconosceva quasi più l'amato nipote; ma era molto felice del cambiamento.

- Phil, vieni, entra pure. Scusa se si è introdotto così in casa tua, nonna. - Sean abbassó lo sguardo per scusarsi con Jessie, ma la signora gli diede una amorevole pacca sulla spalla sorridendo.

- Stai tranquillo ragazzo mio. Perché non vi sedete fuori in giardino? La torta è quasi pronta, mancheranno cinque minuti alla fine della cottura. Phil, siediti, accomodati, e aspetta qui finché la torta non è pronta. Sai, il tuo amico Sean mi ha aiutato a preparala, e secondo me è squisita. - La nonnina sorrise ancora, mentre invitava i due ragazzi ad accomodarsi fuori nel suo grande giardino tenuto con grande cura. Li osservó sedersi al tavolo di legno, e rientró in casa a controllare la torta.

- Come ti dicevo, ieri Derek mi ha chiamato. Sembrava... felice. Mi ha detto che si è visto con Mia, ma non mi ha spiegato i dettagli. Penso che stia cominciando a stare meglio davvero. -

- Ne sono molto felice. Era da un bel pezzo che non lo vedevo a scuola in effetti. Mi manca quel suo brutto muso. - Scherzó Sean, azzardando una risata.

- Io spero che possiamo tornare ad essere i migliori amici che eravamo un tempo... intendo con lui in particolare. Ultimamente si è tanto allontanato da noi, e me ne dispiace molto... anche a me manca lui e il suo pessimo carattere. -  Anche Phil rise, finalmente sereno.

- Sai Phil, voglio che tu e Derek conosciate Fergus. Lui mi è molto caro, gli voglio davvero bene; ve lo presenterò. -

- Vediamoci domani, io, te e Derek, insieme, come un tempo; portaci da Fergus, ovunque va bene, basta che siamo insieme noi tre, spensierati, felici e come fratelli. -

Phil e Sean si abbracciarono, mentre i sorrisi si allargavano sulle loro guance, sperando fino in fondo nei loro cuori di poter tornare amici con Derek come un tempo.

Erano cambiati tutti e tre, ed in meglio. La loro amicizia sarebbe finalmente stata sana e serena, e Derek gli avrebbe parlato della sua relazione con Mia.

Forse, si poteva ancora aggiustare tutto.

AloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora