- Eccolo qua l'unico fortunato dei tre poveri ragazzini sfigati ad essere uscito in anticipo. - Derek alzó la testa, con i capelli spettinati, e con il suo spento sguardo blu osservó la persona da cui provenivano quelle fredde parole: Terry.
- Che cosa vuoi? - Domandó il ragazzo, torturandosi con le unghie il braccio destro.
- Guardami in faccia quando ti parlo! - Gridó Terry, afferrando un lembo della costosa giacca di Derek, per avvicinarlo a lui; gli alzó il mento con due dita, e si trovò davanti il viso di una persona distrutta. - Ascolta, mi dispiace per quello che vi è successo, ma quella roba che avete perso la dovete ripagare; Carter vuole i soldi indietro, e vi vuole fuori dal suo gruppo. -
- Quanto ti devo? - Sospiró Derek, in un flebile sussurro.
- Tremila dollari. - Sputó Terry, lasciando andare il mento di Derek.
- Non vale così tanto qualche grammo di cocaina. - Ribattè il ragazzo, alzando il suo sguardo su Terry. - Conosco un minimo il suo valore. Varrá massimo duemila dollari e qualche centinaia. -
- Vuoi essere lasciato in pace o vuoi continuamente guardarti le spalle? Paga, e nessuno ti toccherá mai con un dito. - Terry era più basso e molto più vecchio di Derek, doveva avere circa trent'anni, era un trentenne orribilmente magro e smunto, con due mani provviste di dita lunghe e affilate simili a tentacoli. Derek aveva sempre avuto un certo ribrezzo nei confronti di Terry.
- Avrai i tremila dollari. - Derek aveva quei soldi, ne aveva anzi molti di più, non era un problema darli a Terry. Il suo pensiero andó in automatico a Phil e Sean, voleva vederli, gli mancavano i suoi migliori amici; aveva paura per loro, paura che qualche carcerato facesse loro quello che era stato fatto a lui.
Sarebbe andato a trovarli, si sarebbe informato al più presto sull'orario visite e su dove erano stati incarcerati. Sapeva che suo padre non sarebbe stato d'accordo, ma erano pur sempre i suoi migliori amici.
****
- Mamma, sono arrivata quinta alla gara di skate di oggi, sai, saresti potuta venire a vedermi. - Mia assunse un'espressione schifata, mentre osservava la madre seduta al tavolo color legno al centro della loro cucina, intenta a guardarsi alcuni dei suoi fogli di lavoro. - Avrei apprezzato vederti tra il pubblico. -
- Skateboard è uno sport da maschiaccio, avrei preferito vederti in una gara di ginnastica ritmica o di danza, Mia. - Genna era sempre fredda, ed era sempre stata scontenta di sua figlia. Non sopportava l'idea che non le somigliasse per niente.
- Ma purtroppo per te faccio skateboard, è quello che mi piace ed è quello che voglio fare. A dopo, mamma. - Mia se ne andó senza dire altro, e la madre non la seguì; alla ragazza faceva male avere un rapporto del genere con sua madre, ma non riusciva a sopportare i pregiudizi e lo schifo della donna nei suoi confronti. Genna la odiava? Bene, anche lei avrebbe odiato Genna.
STAI LEGGENDO
Alone
RomanceChe cosa succede quando la ragazza timida e sempre presa di mira reagisce alle umiliazioni degli altri? ⚠️storia ricca di linguaggio volgare e scene violente, e tratta di argomenti delicati. Sconsiglio la lettura di questa storia a chi è minore di 1...