Capitolo 64

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- Derek non ha la minima intenzione di vendicarsi di Mia, Sean. - Esordì Phil, sedendosi accanto all'amico su una panchina del più grosso parco della loro città.

- Ma!? - Sean aprì la bocca stupito, e non riuscì a dire altro per esternare il suo stupore. Il Derek che conosceva da anni e anni, con cui era sempre stato amico, stava reagendo in quel modo? Come una pecorella spaventata dal lupo?

- In lui vedo solo tanta... tristezza. È malinconico, sembra aver perso ogni voglia che gli rimaneva di vivere. Quello che gli abbiamo rivelato lo ha distrutto. Non so se abbiamo fatto bene a dirglielo, a questo punto. -

- Secondo me abbiamo fatto benissimo, lo abbiamo salvato da una presa in giro che gli avrebbe fatto anche più male. -

- Si ma quante volte una bella presa in giro è più piacevole di una crudele e lacerante realtà? - Phil si prese il volto tra le mani. Se lo sentiva, stava perdendo per sempre il suo migliore amico. - Gli abbiamo fatto il cuore a pezzi, Sean. -

- Io... non so che cosa dire amico mio. Non so come reagire, non so come fare per provare a farlo sentire meglio. Si sta allontanando sempre di più da noi, si sta allontanando da tutti. Sta sfuggendo ai nostri tentativi di rinsaldare l'amicizia, se ne sta sempre solo... È così che è una persona depressa? -

- Credo... di sì. Le sedute dalla psicologa probabilmente non lo stanno aiutando, e la situazione con Mia gli ha ancora di più demolito i rimasugli dei sentimenti umani d'amore che poteva ancora provare. - Phil e Sean erano sconsolati, non sapevano più che cosa fare per aiutare il loro amico. - Secondo te come va il suo rapporto con il padre? -

- Conosci suo padre, è più freddo del ghiaccio. Credo che Jonas sappia che il figlio è infelice, ma si aspetterà che la signora Leinch risolva la situazione da sola. -

- Perchè noi due non riusciamo a fare nulla per lui...? -

Era un interrogativo a cui Phil non riusciva a darsi risposta da mesi, da settimane. Da quando ciò che rimaneva di Derek era uscito di prigione, da quando quel guscio vuoto che una volta era il loro migliore amico aveva fatto nuovamente il proprio ingresso nella società civilizzata.

Erano sicuri solamente di una cosa: Derek non doveva assolutamente essere lasciato solo.

****

Derek si fissó allo specchio del bagno più grande e bello di casa sua, e all'immacolato, gigantesco specchio vide riflessa l'immagine di un povero perdente.

Picchió un pugno contro il marmo del lavandino, che non diede nemmeno segno di creparsi. Il marmo migliore e più resistente disponibile sul mercato probabilmente; suo padre otteneva sempre il meglio.

Non aveva ottenuto il meglio avendo lui come figlio, però.

Sentì le lacrime affiorare ai suoi occhi, e anche se provó a fare di tutto per non farle scorrere lungo il suo volto, non ci riuscì; le vide ruscellare lungo le guance, solitarie e gelide, come il suo cuore e il suo animo.

Chi mai avrebbe potuto amare una persona mostruosa come lui? Per suo padre era poco meno che invisibile, e l'unica ragazza per cui aveva mai provato qualcosa di più che attrazione l'aveva soppiantato con un altro sfigato.

Che cosa ci faceva ancora vivo se non contava nulla per nessuno?

Perché Ted Bandy non l'aveva ucciso quando ne aveva l'occasione, li, in quel maledetto carcere che l'aveva cambiato per sempre?

Forse era il momento di avere davvero coraggio, per una sola volta nella sua misera vita, e fare ciò che avrebbe dovuto fare una volta uscito di prigione.

Che cos'era lui? Era solo poco più di un rifiuto. I rifiuti non meritano di vivere. Era ciò che suo padre gli aveva sempre insegnato, sin da bambino.

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