Capitolo 1

264 58 54
                                    

Amavo il mare, amavo sentire la sabbia finissima che mi accarezzava i piedi, amavo guardare le mie impronte cancellate dalle onde. Ma più di tutto amavo il mare perchè era capace di capire la tempesta della mia anima.
E quel giorno, dopo tanto girovagare, mi ero ritrovata davanti a quello stesso mare che tante volte era stato in grado di comprendere i miei più segreti pensieri.
Avevo diciotto anni e pensavo di avere tutto: una famiglia perfetta, un futuro radioso e, sopra ogni cosa, Lia, la mia migliore amica da sempre. Quanto mi sbagliavo! E lo scoprii così, di punto in bianco, andando a trovare la mia amica come avevo sempre fatto negli ultimi dieci anni.
Andai da lei a festeggiare la maturità; ci eravamo appena diplomate al liceo locale con il massimo dei voti. Non avremmo fatto nessuna vacanza, ma saremmo semplicemente rimaste noi, festeggiando alla nostra maniera. Così comprai del gelato, cioccolato per me e vaniglia per lei, noleggiai alcuni dvd dei nostri film preferiti e mi recai a casa sua.
La porta d'ingresso era aperta, ma non ci feci caso. Capitava spesso che Lia dimenticasse di chiudere a fondo la porta. Presi la maniglia e spinsi entrando nel salone. In casa sembrava non esserci nessuno, ma io, in cuor mio, sapevo che lei non poteva essere da nessuna altra parte. Decisi di percorrere il corridoio e mi diressi verso camera sua. Quale errore! Era lì, con lui, il ragazzo che più di ogni altro mi aveva rubato il cuore e mi aveva fatto soffrire. Niente nella loro espressione e nei loro atteggiamenti poteva essere frainteso. Loro due stavano insieme a mia insaputa. Non potevo crederci, lei, la mia migliore amica, mi aveva tradito.
Non riuscii ad aprire bocca, volevo dire tante cose, ma nessun suono uscì. Ero come pietrificata davanti a quella scena. Fu lei a rompere quel silenzio imbarazzante "posso spiegare..." mi disse, ma io non volli sentire e scappai da quella casa chiudendo per sempre ogni rapporto con lei.
Mi diressi in spiaggia, il mare ululava forte, le onde si infrangevano negli scogli così come io mi ero infranta sbattendo contro la realtà.
Il telefono squillava, non accennava a smettere. Lia chiamava e richiamava, ma non avrebbe mai ricevuto risposta. Dentro di me sapevo che tutto si era ormai distrutto e che niente sarebbe tornato come prima. Egoisticamente decisi che non avrebbe dovuto nemmeno darmi spiegazioni, non le volevo sentire, non in quel momento.
Una delle mie certezze, forse la più importante, non esisteva più e con lei era sparita la parte più felice e spensierata di me.

IO SONO EMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora