Andò a prendere una boccata d'aria, si sentiva soffocare là dentro. Poco dopo fu raggiunto da Paola e Claudio e lei esordì dicendo: "che è successo ancora?"
Sergio era seduto su una sedia e giocherellava con un bastone che aveva trovato lì vicino.
"Lei aspettava un bambino" disse sospirando.
Non aveva più lacrime da versare, il suo cuore era come diventato di pietra.
Lo stupore si poteva leggere chiaramente nella faccia dei miei due amici che non credevano alla notizia.
"Aspettava un bambino" disse Paola a bassa voce "non posso crederci".
"Mi ha portato via tutto, questa doveva essere la notizia migliore della mia vita e, invece, è diventata un incubo. Ora come faccio ad andare avanti sapendo che lei non c'è più e che quel bambino non nascerà mai? Cavolo era mio figlio, nostro figlio, e non lo conoscerò mai! Come potrò far finta di niente? Mi sembra di impazzire, aiutatemi vi prego."
Calde lacrime sgorgavano dai suoi occhi profondi e bagnavano le sue guance perfette.
Paola gli si avvicinò e lo strinse in un abbraccio, solo in quel momento Sergio diede pieno sfogo al suo dolore.
"Non preoccuparti noi siamo con te."
"E lei, lei dov'è? Doveva essere qui ad accudire il nostro bambino, ma non ci sono più né lei né lui. Non potete capire quanto lo odio, quanto vorrei che fosse lui ad essere morto" la sua esasperazione ruggiva a ogni sillaba pronunciata
"Arriverà anche il suo turno."
"Ma questo doveva essere il suo turno! Invece se ne è andata Emma. Ti pare giusto?"
"No" Paola non riuscì a dire altro; ogni parola in più era davvero superflua.
Intanto Sergio si era alzato in piedi infervorato dalla discussione e dal dolore. Intravide attraverso gli alberi una figura, gli sembrava Samuele.
"Lui è qui."
"Lui chi?" Chiese la mia amica.
Sergio gli andò incontro correndo e la sua rabbia aumentava.
"Samuele" rispose Claudio a Paola "e lui l'ha visto, ora è la fine."
Sergio correva così veloce come non aveva mai fatto. Finalmente lo raggiunse.
"Fermati bastardo!"
"Che vuoi?" gli disse lui come se niente fosse. Era veramente Samuele.
"Perché sei qui?"
"Per vederla."
Sergio non riuscì a trattenersi e gli sferrò un pugno diritto sul naso.
"Non c'è più nessuno da vedere."
"Che stai dicendo?" Gli rispose in tono di sfida.
"Lei è morta e sei stato tu a ucciderla."
"Io non l'ho uccisa!"
"Sì, l'hai fatto. Ora lei non c'è più ed è tutta colpa tua" gli diede un altro pugno.
"Lei mi ha detto che voleva uccidermi per quello che le avevo fatto."
"E non aveva torto. Tu le hai rovinato la vita, poi gliel'hai rubata."
"Lei non voleva stare con me."
"E per questo l'hai violentata brutto stronzo?" Questa volta lo colpì con un calcio.
"Sì" nei suoi occhi dardeggiava la solita rabbia furiosa.
"Ma toglimi una curiosità, prima di essere massacrato di botte, perché l'hai uccisa? Per vedere cosa si provava? O per quale altro motivo?"
"Perché lei voleva te" disse Samuele con lo sguardo pieno di odio.
"Sei un mostro!" l'urlo di Sergio riecheggiò nelle vicinanze.
Gli si scaraventò addosso con una furia cieca, colpendolo in tutte le parti del corpo, proprio come lui aveva fatto con me. Aveva chiuso gli occhi e continuava a picchiarlo, gli stava rendendo tutto il male che ci aveva fatto. La sua rabbia lo faceva agire così.
Finalmente arrivarono Paola e Claudio che riuscirono a dividerli. Poi lei disse: "non ti basta averla uccisa? Avercela portata via? Che ci fai qui? Questo è il posto per le persone che le volevano bene e tu non sei tra queste. Va alla polizia e costituisciti!".
Così fece, ne furono informati dal telegiornale: "preso il ragazzo che aveva ucciso la ventiquattrenne a Milano."
Sergio non riusciva a calmarsi, aveva le mani doloranti e varie escoriazioni, ma sembrava non accorgersi nemmeno. Quando fu più tranquillo chiamò mio fratello per riferirgli dell'accaduto.
"Ciao Yuri, sono Sergio, devi venire subito, siamo in ospedale, ci sono dei problemi con Emma."
"Qualcosa di grave?"
"Te lo dirò appena sarai qui."
Non era di certo una notizia che si poteva comunicare al telefono, così Sergio inizialmente tacque.
Yuri partì subito e arrivò da lì a un'ora. Capì tutto quando vide lo sguardo di Sergio, ma sembrava non volerci credere.
"Dov'è mia sorella?" chiese preoccupato.
"Lei non è qui" gli rispose Sergio.
"E allora dov'è?" La sua ansia saliva a ogni battito.
"È morta" Sergio non sapeva come dire la verità, così la rivelò e basta.
La notizia cadde addosso a mio fratello come un macigno. Non poteva credere alle sue orecchie.
"Come è successo?" continuò con un filo di voce, rotta dal pianto.
"È stato Samuele, non voleva che stessimo insieme perciò l'ha violentata ed uccisa."
Yuri emise un leggero gridolino: "povera sorellina mia"
"E non è finita" disse Sergio.
"Che c'è ancora? Che le ha fatto quel maiale?" Gli si poteva leggere in volto lo stordimento dovuto alle tante novità e sentire distintamente il suo cuore andare in frantumi.
"Lui non c'entra questa volta. Questo che sto per dirti sarebbe stata una bella notizia, ma si è trasformato in un incubo."
Quei suoi grandi occhi si riempirono di lacrime e il mio cuore, che tanto lo aveva amato, si spezzò di nuovo.
"Che vuoi dire?"
"Aspettava un bambino, me l'avrebbe dovuto dire domenica, ma purtroppo non ha vissuto abbastanza."
"Come l'hai scoperto?" Yuri era sconvolto.
"Con l'autopsia."
"Mi dispiace tanto" sibilò leggermente.
I due uomini si abbracciarono poi mio fratello disse: "io se lo prendo lo uccido."
"Ci ho già pensato io."
"In che senso?"
"Prima si è presentato qui e l'ho riempito di botte."
"Che faccia tosta, ma ora dov'è?" Strinse i pugni cercando di placare la sua rabbia.
"È stato preso...in realtà si è costituito."
"Adesso lei dov'è? Voglio vederla!"
"Là" disse Sergio indicando una stanza anonima in fondo ad un corridoio malamente illuminato.
Yuri si asciugò le lacrime che scivolavano copiose sul suo bel viso poi entrò.
Ora era lui a essere rimasto solo.
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IO SONO EMMA
RomanceAmori, decisioni giuste e sbagliate fino alla tragica conclusione. La storia di Emma, fatta di grandi felicità e di immensi dolori. Il tutto in una fantastica Milano a fare da sfondo.