Me ne andai anche io. Dovevo fare un regalo a Sergio. La domenica successiva sarebbe stato il nostro anniversario e avremmo festeggiato alla grande. Mi decisi ad alzarmi solo dopo aver temporeggiato un po' in attesa di un'ispirazione per il regalo. Aspettai invano. Allora decisi di andarmene in centro, sicuramente avrei trovato qualcosa di bello e particolare per il mio Sergio. Mi faceva ancora un certo effetto chiamarlo così, ma era una bella sensazione. Avevo superato tutto e avevo ricominciato a vivere, grazie a Sergio, con Sergio. Ora era il momento di ringraziarlo per avermi donato la gioia, la tranquillità e l'amore che per tutta la vita avevo cercato. Ora ero completa, accanto a lui. Ora era completo, accanto a me. E questa consapevolezza, di appartenere l'uno all'altra, ci dava tanta forza per superare le avversità che ogni giorno si presentavano a noi.
Mentre passeggiavo, non so perchè, ripensai a quando i miei genitori si erano fatti vivi dopo tanti anni e alla disperazione che avevo provato.
"Voi siete fuori dalla mia vita, sono sei anni che non vi fate più sentire e ora non potete tornare come se nulla fosse, io non ve lo permetterò. Ora la mia vita è felice, ho il lavoro, l'università e Sergio. Voi non fate più parte della mia vita. Non voglio più vedervi. E ora scusate, ma quella è la porta" dissi indicando l'uscio.
Sergio li accompagnò e mi accorsi che disse loro: "Non biasimatela, lei ha sperato ogni giorno per sei anni di ricevere una vostra chiamata, ma il telefono non ha mai squillato. Io ero accanto a lei quando piangeva a causa vostra. Ha sofferto molto. Ora è bene che seguiate il suo consiglio. Prendete la porta e lasciatela in pace. Ora siamo felici."
"Ma anche l'altra volta aveva detto di non chiamarla" replicò stizzita mia madre.
"Ma come può pensarlo? Aveva 18 anni ed era scappata di casa. Aveva paura, ma proprio quelli che avrebbero dovuta amarla e pregarla perché tornasse non si sono mai fatti sentire. L'avete lasciata sola e adesso se la cava molto bene, ma ha lottato tanto per raggiungere questo traguardo. Ora andatevene. Arrivederci."
Li spinse letteralmente fuori dalla porta e corse da me.
"Grazie per averli cacciati via."
"Ma come hai fatto a sopportarli per 18 anni? Io non li avrei retti per 2 giorni."
"Ora capisci?"
"Io ti ho sempre capita."
"Lo so e ti amo per questo."
Sergio mi aveva salvata ogni volta. Questo pensiero mi fece nascere un sorriso.
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IO SONO EMMA
RomanceAmori, decisioni giuste e sbagliate fino alla tragica conclusione. La storia di Emma, fatta di grandi felicità e di immensi dolori. Il tutto in una fantastica Milano a fare da sfondo.