Capitolo 8

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Il giorno dopo ci alzammo veramente tardi. Avevamo ignorato la sveglia che, ostinata, continuava a suonare. Lentamente riuscii ad aprire un occhio e a dare il benvenuto al nuovo giorno. Lì per lì non riconobbi niente e mi sentii un po' spaesata. Dove mi trovavo? Poi, d'un tratto, una voce calda mi chiamò "Emma vieni, la colazione è pronta!" e tutto fu chiaro. Presi le prime due cose che trovai in valigia e le indossai, poi, con i capelli più arruffati che mai, mi diressi sbadigliando in cucina. L'odore di caffè la faceva da padrone e io mi svegliai definitivamente. "grazie..." riuscii solo a pronunciare e mi sedetti in cucina davanti alla mia bella tazza fumante.
Poi aggiunsi: "Io sono tipo da cioccolata calda". Sergio si girò e mi sorrise dolcemente. Stavo bene.
Dopo un istante, la sedia davanti a me si mosse e Sergio mi raggiunse per la colazione. "Dovremmo andare a comprarci qualcosa per pranzo e magari per farci una cioccolata calda" mi disse strizzando l'occhio. Feci cenno di sì con il capo mentre inzuppavo l'ultimo biscotto nel caffè. "E anche qualche biscotto magari" aggiunse sconsolato. Il suo volto dispiaciuto mi fece ridere di cuore e la mia risata sonora riempì quel silenzio.
"Sei davvero una bella ragazza, mia cara Emma. E non lo dico per fare colpo su di te". Sgranai gli occhi e risposi: "Anche in tuta? Senza unghie laccate e minigonna? Io sono una tipa sportiva sai?" "Sei bella proprio per questo" aggiunse sottovoce. Alzai gli occhi e lo fissai per un istante eterno, non sapendo cosa rispondere. Gli sorrisi caldamente e mi alzai. Notai che non aveva capito la mia reazione.
Andai nella mia stanza e cominciai a prepararmi per uscire. Sergio canticchiava la sua canzone preferita, la stessa che io detestavo: "Tu che vai veloce come il vento..."
"Io sono pronta..." gli gridai dalla mia stanza.
Presi le chiavi e scesi le due rampe di scale che mi separavano da Sergio.
"Dai, sali!"
"Dove?"
"In macchina!" mi rispose risoluto.
"Macchina? Quale macchina?" Gli chiesi io colta di sorpresa.
"Mia dolce Emma, io sono un uomo organizzato! L'ho portata la scorsa settimana perché pensavo mi potesse servire." Mi spiegò dolcemente.
Lo seguii pensando, tra me e me, che finalmente sarei stata felice.

IO SONO EMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora