Entrai come facevo di solito spalancando la porta e salutando a gran voce il collega esausto che stava per andarsene.
"Ciao Giorgio!"
"Ciao Emma, beata te che sei così felice."
"La vita sembra andare per il verso giusto ora, dopo quasi due anni."
"Sono contento per te...a domani... ciao!"
"Ciao!"
Tolsi il cappotto, accesi la luce e presi un film da inserire nel lettore dvd. Di solito a quell'ora non veniva nessuno e avevo tutto il tempo per guardare un film in santa pace, senza che Sergio mi rovinasse il finale. Avevo scelto un classico della comicità. Il film iniziò con me che ripetevo a memoria le battute degli attori a voce alta senza accorgermi che quella sera qualcosa di diverso c'era. Mentre mangiavo un pop-corn sentii un rumore proveniente dalla stanza accanto. Iniziai ad avere paura perché non avevo visto nessuno entrare. Presi un giornale, l'ultima edizione di Vanity Fair, e lo arrotolai come per farlo diventare una mazza per colpire. Avevo perso la cognizione del tempo e dello spazio; dopo tutto era normale che qualcuno entrasse in un negozio aperto. Mi avvicinai, di soppiatto, allo sconosciuto con il giornale alto al cielo, lui si girò e gridò, anche io feci lo stesso. Poi lo riconobbi. Era Samuele, il mio Samuele. Quel pensiero mi scaldò il cuore.
"Ah, sei tu!" gli dissi spaventata
"Perché ti sei tanto spaventata?"
"Come perché? Sei entrato qui di soppiatto, senza farti sentire!"
"Ma chi, io? Sbaglio o è aperto il negozio?"
già, il negozio! Non mi ricordavo proprio di essere al lavoro.
"Sì, scusa! È che..."
"Non ti giustificare, non hai scuse!"
"Come prego?"
"Non puoi far niente per migliorare la tua situazione"
Scoppiammo a ridere proprio mentre Sergio faceva capolino alla porta.
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IO SONO EMMA
Storie d'amoreAmori, decisioni giuste e sbagliate fino alla tragica conclusione. La storia di Emma, fatta di grandi felicità e di immensi dolori. Il tutto in una fantastica Milano a fare da sfondo.