Capitolo 51

30 12 8
                                    

Il suo mondo si spezzò in mille piccoli pezzi. Se ne stava in mezzo alla sala, come pietrificato mentre Paola emise un grido acuto. Era la fine.
"Sbrigati" gli disse con le lacrime agli occhi il mio caro medico.
Corse verso di me, ma era troppo tardi. Ero volata via.
"È troppo tardi" disse Marco mentre Sergio si avvicinava al mio letto.
"Emma, Emma rispondi, non fare scherzi!"
Diceva queste frasi senza nemmeno capire cosa stesse uscendo dalla sua bocca. Marco entrò e disse: "Lei non c'è più."
"Stai zitto!" urlò dilaniato dal dolore.
"Se ne è andata."
"No, lei non può lasciarmi solo" gridò tenendo il mio corpo tra le braccia. Le sua urla arrivarono anche ai miei amici che capirono subito. Era veramente finita.
"Ti lascerò con lei per un po' di tempo, ma fra un'ora verrà portata via."
"Va bene, ma adesso vattene" disse bruscamente.
Marco si allontanò e intravide Sergio sedersi sul mio letto e abbracciare il mio corpo esanime. Una lacrima cadde sul mio viso e arrivò fino alle mie labbra, ancora rosse, ancora desiderabili. Le mie braccia cadevano sulle sue ginocchia, era così evidente che quel corpo era vuoto, disabitato. Mi prese il viso tra le mani e mi baciò per l'ultima volta mentre arrivavano per portarmi via.  Quella fu la nostra ultima volta insieme, la nostra ultima ora ed era volata via così velocemente. Sergio raccattò le sue poche cose e si diresse dai miei amici per comunicare la triste notizia. Varcò lentamente la porta e, guardando fisso il pavimento, disse: "È volata via".
Nei suoi occhi non c'era una briciola di speranza, ma come si poteva ancora sperare? Il mondo faceva schifo, ogni giorno di più. Paola abbracciò Claudio, la faccia di Giorgio fu rigata da una lacrima. Sergio cadde sulla sedia.
"Possiamo vederla?" gli disse Paola.
"Me l'hanno portata via."
"Dove è?"
"Non lo so" ammise.
"Tu come ti senti, hai bisogno di qualcosa?" continuò lei.
Questa frase scatenò l'ira di Sergio, tutta la sua rabbia esplose all'improvviso.
"Come puoi chiedermi questo?- gli domandò lui- ti sembra forse che io stia bene? Quel mostro me l'ha portata via e nell'ultima ora ho stretto tra le braccia quello che restava del mio grande amore sperando di vederla riaprire gli occhi, ma non è successo. La stringevo forte, ma ogni volta le sue braccia ricadevano senza vita sulle mie ginocchia. No, non sto affatto bene. Vorrei ucciderlo con le mie mani quel bastardo che ha toccato il mio angelo."
Le sue mani erano strette in un pugno così forte che le unghie lo avevano ferito. Lo odiava da morire, non aveva mai provato un tale sentimento. Ma ciò sembrava rasserenarlo. Gli era rimasto solo questo: odiare Samuele.
Poi si pentì di aver trattato Paola così e le disse: "Mi dispiace, scusami, non avevo intenzione di trattarti male, mi sembra di vivere un incubo."
"Non dirlo nemmeno, tutti noi sappiamo quanto vi amavate, cosa c'era tra di voi. Lei è morta per salvarti, è stato il suo modo di dirti che ti amava."
Sergio riflettè un po' poi sbarrò gli occhi come se avesse visto un fantasma.
"È colpa mia se lei è morta. È morta perché non ho saputo proteggerla come meritava."
"No, non è come dici. È morta perché Samuele non sopportava che lei amasse tanto te. La sua gelosia l'ha portato a fare questo. Lei ti amava e ti amerà per sempre. Proprio oggi mi ha detto di come fosse contenta di quel regalo che ti aveva fatto, che quello sarebbe stato il primo di una lunga serie di anniversari da festeggiare insieme. Tu l'hai resa felice negli ultimi mesi della sua vita" gli disse mentre lo guardava con quei suoi grandi occhi marroni pieni di lacrime.
"E lei ha reso felice me..."
"La porterai sempre nel tuo cuore, avrai con te i ricordi dei suoi sorrisi, dei suoi sguardi e delle sue tante manie."
"Ma non avrò lei."
"Qui ti sbagli, lei non ti lascerà mai, veglierà su di te come tu hai fatto con lei. Ringraziava Dio tutti i giorni per averle dato una seconda possibilità con te. Tu sai che quello che sto dicendo è vero."
"Lo so."
"È meglio che te ne vai a casa per un po'. Vegliamo noi su di lei."
"Sì, vado, ma tornerò presto. Mi sono rimasti solo questi pochi attimi da passare al suo fianco e non voglio sprecarli. Devo restarle accanto."
Sergio si alzò e, barcollando un po', si diresse verso la porta, la aprì e se la richiuse dietro le spalle dicendo: "torno subito amore mio, non ti lascerò sola".

IO SONO EMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora