Salimmo in macchina, Sergio velocemente e io arrancando un po'. Mi faceva davvero male. Forse quel mostro mi aveva rotto qualcosa. Arrivammo in ospedale ed entrammo al pronto soccorso. L'infermiera di turno prese il mio nominativo; dopo cinque minuti mi chiamarono. La porta scorse davanti a me e si richiuse velocemente.
"Buongiorno" mi disse una voce calda.
"Buongiorno" risposi un po' impaurita.
"Sono il suo medico. Mi dica, che le è successo?"
Tentai di non rispondere, di evadere la domanda e mi chiusi in me stessa. Tremavo per la paura, era come se tutta la scena mi si ripresentasse davanti agli occhi.
"Ho paura" sussurrai piano piano. Per fortuna quella volta ci fu un medico in grado di capirmi.
"Cosa vuole dire?"
"Che ho paura che questo accada di nuovo!"
"Questo cosa?"
"Il volto gonfio, il corpo dolorante e sanguinante... e tutto per..."
"Per cosa?"
"Per averlo amato troppo!"
"Quindi è colpa di un lui?"
"Sì, del mio lui.. un attimo d'ira ed è successo l'impossibile. Mi ha gettato a terra, mi ha spinta, mi ha picchiata, ho sbattuto la testa e ora sto malissimo."
"Dove le fa male in particolare?"
"Un po' ovunque. Da quando ho sbattuto la testa ho un'emicrania continua."
"Faremo delle radiografie e una tac. Intanto questa notte lei starà con me! Lei è ricoverata, per un paio di giorni, poi si vedrà."
"Ok" mi limitai a rispondere.
Uscii da quella stanza e mi ritrovai davanti Sergio che se ne stava a girarsi i pollici fissando un punto non ben definito del pavimento. Le mie parole lo riportarono a terra.
"Sono qui."
"Ehi, come stai?" mi diede un bacio in fronte.
"Devo restare qui per un paio di giorni."
"Ricoverata?"
"Già."
"Tutto per colpa sua, di quel verme... lo ucciderò."
"Non farai niente di tutto ciò. Ricorda, noi siamo meglio di lui."
Entrai nella mia stanza e Sergio rimase con me, per sorvegliarmi.
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IO SONO EMMA
RomanceAmori, decisioni giuste e sbagliate fino alla tragica conclusione. La storia di Emma, fatta di grandi felicità e di immensi dolori. Il tutto in una fantastica Milano a fare da sfondo.