Capitolo 21

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"Ancora lui, era più di un anno che non si faceva vivo!" mi sussurrò in un orecchio Sergio.
"Già" mi limitai a dire io che, in realtà, non avevo alcuna voglia di iniziare di nuovo la solita lite quando si parlava di lui.
"Allora come è andata la serata?" dissi ai due intenzionata a cambiare argomento.
"Molto bene" mi rispose Sergio calorosamente, anche se sembrava dirlo come per farmi un dispetto.
"Bene" acconsentì Giorgia.
Sembrava filare tutto liscio tra di noi, tra me e Sergio in particolare. Accompagnammo Giorgia a casa senza fare menzione al mio incontro. Quando lei se ne fu andata Sergio iniziò il suo discorso.
"Che ci facevi con lui, di nuovo?"
"L'ho incontrato per caso, lì al bar."
"Che vi siete detti?"
"Niente di speciale!"
"Devi dirmi tutto!" gridò improvvisamente lui.
Io non riuscivo a capire perché si arrabbiasse tanto, dopo tutto non avevamo fatto altro che parlare per un po', finché non fummo scoperti da lui e ci lasciammo, proprio come due amanti clandestini. Decisi di togliermi ogni dubbio.
"Perché ti scaldi tanto?"
"Ora è tornato nella tua vita e finirà con il farti di nuovo male!"
"Perché ne sei così sicuro?"
"Perché lo ha già fatto!" Urlò arrabbiato.
"Magari in questo anno è cambiato, è maturato!"
"Non difenderlo, tu non sai niente di lui!"
"È vero, ma sento che posso fidarmi!"
Finalmente arrivammo davanti al portone di casa e la ricerca delle chiavi mi avrebbe sicuramente concesso un attimo di pausa per riposare dopo la lotta che sentivo non essersi conclusa. E avevo ragione. Dopo aver chiuso la porta del nostro appartamento lui tornò alla carica ripensando alle parole dette poco prima.
"Come puoi fidarti di lui dopo quello che ti ha fatto?"
"Non lo so, ma sento che posso!"
"No, non puoi."
"Sì invece..."
"Non puoi essere così stupida da ricaderci di nuovo!"
"E invece voglio esserlo, se amare qualcuno vuol dire essere stupidi, io voglio esserlo!"
"Come amare?"
Le mie parole lo avevano lasciato senza fiato, a bocca aperta. Senza più parlare, senza che fosse pronunciata più alcuna parola riguardo alla credibilità di Samuele, si diresse nella sua stanza e con un tonfo sordo si accasciò nel letto e si mise a dormire. Io seguii il suo esempio. Magari la notte ci avrebbe portato consiglio.

IO SONO EMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora