Capitolo 44

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Mi voltai indietro ancora una volta per guardarli insieme. Poi mandai un messaggio a Paola con su scritto: "siete una bella coppia, fossi in te ci farei un pensierino. Dopo tutto è un bel ragazzo no?"
La sua risposta non tardò, ma mi lasciò davvero stupita: "tu credi? Io non lo trovo niente male, poi chissà".
"Spero per te che vada tutto bene" pensai, ma non glielo dissi.
Scesi le scale della metro, feci passare il biglietto che venne timbrato. Le porte si aprirono. Destinazione: centro. In meno di dieci minuti arrivai. Dovevo andare in quella gioielleria per ritirare il regalo di Sergio. Aprii la porta che fece un leggero rumorino.
"Buongiorno."
"Buongiorno, posso aiutarla?" mi rispose una calda voce maschile che proveniva dall'altra stanza.
"Cercavo la signorina Melissa."
"Certo, gliela chiamo subito" mi rispose in tono molto cortese.
"La ringrazio."
Ero sola tra quei bei gioielli e fantasticavo. Li guardavo attraverso gli spessi vetri della vetrina. Come erano belli!
"Ciao!" mi disse Melissa e io tornai con i piedi per terra.
"Ciao."
"Sei venuta a ritirare l'anello?"
"Sì, è pronto?"
"Certo, te lo prendo subito. Tu intanto continua a sognare."
"Già" mi voltai leggermente verso di lei sorridendole.
In trenta secondi fu di nuovo da me.
"Ecco a te! Ti piace?"
Lo guardai attentamente, con una cura maniacale: "È perfetto, sono sicura che gli piacerà" dissi soddisfatta.
"Sono contenta" mi rispose sorridendo. Aveva davvero un bel sorriso, uno di quelli che ti fanno sentire bene.
"Grazie. Siamo apposto così vero?"
"Certo, mi hai già pagato tutto, il conto è saldato."
"Bene."
"In bocca al lupo" mi disse sorridendo.
"Per cosa?"
"Per la seratina romantica con il tuo ragazzo."
"Crepi il lupo" le risposi felice.
Me ne andai salutandola calorosamente.
Uscii e passai davanti ad una libreria e, nonostante fossi in ritardo, decisi di entrare. Stavo bene in posti pieni di libri. Mi sembrava di poter leggere in quelle pagine la soluzione di ogni possibile problema. Mentre tenevo tra le mani un libro che avevo già e che avevo letto più o meno quattro volte, la radio trasmetteva la mia canzone preferita: "nati ieri" di Raf. Quella canzone mi dava speranza per il futuro quando diceva " noi crediamo fino in fondo che il domani sia migliore nonostante tutto". Sembrava scritta apposta per la storia della mia vita. Sergio però la detestava, lui non era ottimista come me. Vedeva sempre la realtà nuda e cruda, quale poi era veramente. Invece io no, volevo sperare che il mondo potesse cambiare, che potesse diventare migliore anche a scapito dell'evidenza. "Tu sei troppo sognatrice" mi diceva Sergio quando si accorgeva che ascoltavo quella canzone. "Io voglio sperare che possa cambiare qualcosa. Come fai a dire che questa canzone è brutta? Ti dà la forza per andare avanti, per credere che il domani sia migliore nonostante tutto".
"Se lo dici tu, comunque a me non piace" era l'unica cosa che obiettava ogni volta.
A me piaceva, la ascoltavo ogni volta che Samuele tornava nella mia vita, quando non vedevo più via d'uscita, quando il mondo non era un bel posto in cui vivere. E in quell'istante, dopo aver incontrato Samuele di nuovo, era la ciliegina sulla torta. Ci voleva qualcosa che mi facesse pensare positivo. Ed ecco la canzone. Respirai profondamente poi ripetei tra me e me: "io credo fino in fondo che il domani sia migliore nonostante tutto".
Se solo avessi visto quel domani migliore...

IO SONO EMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora