Capitolo 55

30 9 6
                                    


I giorni passarono veloci e arrivò in fretta il giorno del mio funerale. Yuri si preoccupò di avvisare i nostri genitori.
"Pronto" disse mia madre al telefono.
Yuri non aveva la forza di parlargli, ma lo fece lo stesso, per me: "ciao mamma, sono Yuri"
"Ah- disse fredda lei- che c'è?"
"Ci sono dei problemi con Emma."
"Non voglio saperne niente, ci ha escluso dalla sua vita e noi le stiamo alla larga."
"È successa una cosa molto grave" continuò facendo finta di non aver sentito la replica di lei.
"Ti ho già detto che non mi interessa."
"Lei è..."
"Lei è cosa?" quello fu l'unico istante in cui si vide leggermente il suo istinto di madre.
"Lei è...è...morta."
Fece un respiro profondo, ma non batté ciglio, non fece una piega. Si limitò a dire: "sono molto affranta."
"Ma come fai ad essere così? Ti ho appena detto che tua figlia è morta e non ti importa niente?" le urlò dietro.
"Non posso farci più niente ormai". Mantenne il suo tono gelido, ma dentro di lei il suo cuore urlava di dolore.
Yuri, sconvolto per la risposta distaccata, le chiuse il telefono in faccia e non la chiamò mai più.
Sergio era seduto in prima fila, aveva al suo fianco mio fratello. Poi c'erano Paola e lo sconosciuto, Claudio e Giorgio con la sua fidanzata. Poi tra la folla c'era anche Melissa, la commessa della gioielleria, e Marco, il medico. In fondo, vicino alla porta, c'era mia madre che nascondeva il suo dolore dietro a un paio di occhiali scuri. Non c'erano tanti fiori, Sergio non ne aveva voluti, sapeva che a me non piacevano tanto. La cerimonia fu breve, concisa, ma molto toccante. Sergio era inconsolabile, accarezzava la mia bara, forse sperava ancora di vedermi arrivare. Purtroppo però non accadde. La sera rientrò a casa esausto e si lasciò cadere nel divano.
"Ora sono veramente solo"si disse malinconico.
Decise di andare nella mia stanza per provare ad abbandonare quella solitudine che lo perseguitava. Si accasciò nel mio letto, tra le lenzuola che mi avevano accolto l'ultima volta. Poi vide la mia tesi, abbandonata sulla scrivania. Era lo specchio della mia vita, interrotta a metà, proprio sul più bello. Però a Sergio venne una bellissima idea: "la finirò io la tua tesi amore, questo tuo sogno si avvererà te lo giuro".
E così fece.

IO SONO EMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora