Capitolo 4

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Uscii di casa cercando di fare meno rumore possibile, presi la maniglia del portone che scattò leggermente, aprendosi al mio passaggio e me lo richiusi dietro le spalle. Mi incamminai lungo il vialetto lastricato. A metà strada mi voltai, ammirai quel palazzo che con tanto orgoglio avevo chiamato casa e non lo riconobbi; non era più casa mia.
Mi infilai lo zaino in spalla e ripartii.
Poco dopo il campanello suonò, mio fratello accorse alla porta ad aprire e mi trovò lì, sull'uscio, in attesa.
Il suo sguardo si illuminò e, mentre sorrideva felice, mi disse: "lo hai fatto veramente!"
Entrai, appoggiai valigia e zaino e mi sedetti in una sedia della cucina. Ero frastornata, ma felice.
Yuri arrivò dalla sala con due fogli in mano. "Tieni Emma, questi sono per te". Li presi tra le mani e li sfogliai. Un biglietto del treno per Milano e l'affitto di un appartamento.
"Come hai fatto in un giorno?" gli chiesi stupita. "In realtà queste cose erano pronte da un po' per me, avevo pensato di trasferirmi anche io, ma in questo momento tu ne hai più bisogno" replicò felice.
Mi sentivo in colpa perchè stava rinunciando a qualcosa di importante per me, ma gliene fui immensamente grata. "Grazie" aggiunsi commossa.
"Allora sorellina, vieni, beviti la tua amata cioccolata calda poi vai in stazione. C'è un treno per Milano che partirà stanotte. L'affitto è già attivo dal mese scorso, anche se io sono andato solo un paio di volte, ed è già pagato per questo e il prossimo mese. Poi dovrai cavartela, ma conoscendoti so che ce la farai".
Era tutto vero, reale, ma io non riuscivo a capacitarmene. Era come se fossi uno spettatore della mia stessa vita. Ma quello che stavo vedendo mi piaceva. E tanto.

IO SONO EMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora