Jack
Arriviamo finalmente al campus e decido di passare subito da me, visto che so che i ragazzi sono fuori non ci sono pericoli.
Lascio Jason e Bea in auto e mi precipito nella mia stanza e tutto come lo abbiamo lasciato ieri mattina. Sento nell'aria ancora il suo profumo e le emozioni del mio risveglio. Per distrarmi prendo lo zaino, che ho sotto il letto e metto dentro il costume, la biancheria intima, qualche cambio e altre cose un po' a caso, sicuramente sto dimenticando metà delle cose, ho la testa piena di pensieri e non riesco a concentrarmi sui vestiti.
Sto per chiudere il borsone, quando sento dei passi. Mi giro e trovo Bea davanti la porta della mia stanza, averla lì mi mette in agitazione, il desiderio di stringerla e baciarla mi toglie il fiato.
"Devo fare pipì", dice semplicemente e scompare dietro la porta del bagno.
Che stupido, mi rimprovero mentalmente e mi concentro nel respirare di nuovo, mi siedo un attimo nel letto ma poi mi lascio andare sul materasso e metto le mani sul viso.
"Sono fottuto." Mormoro disperato.
"Ho una malattia grave, che non riesco neanche a pensare, pensa tu se posso curarla"."Ehi", mormora Bea quando rientra in stanza e mi trova così.
Non ho il coraggio di guardarla e quindi rimango nascosto dietro le mie mani, vorrei scomparire, magari, se lo desidero veramente tanto, accadrà.
Sono riuscito a scordare una serata intera... mi prendo in giro da solo.
E poi ecco, che il mio cuore si ferma.
"Io e te dobbiamo parlare appena arriviamo a casa." Mi dice seria Bea, per poi uscire dalla stanza.
Faccio due respiri profondi e trattenendo il mio impulso di chiamare tutti per dire che rimango alla confraternita, afferro la sacca e mi avvio verso l'auto.
Bea è nuovamente seduta dietro di me, con la sola differenza che ha indossato gli occhiali da sole neri, per isolarsi da noi, e questo mi infastidisce, perché non mi permettono di vedere i suoi occhi, decido allora di indossarli anche io.
Con gesto nervoso accendo l'auto e mi dirigo verso il dormitorio femminile dove dorme Bea, a quest'ora le ragazze saranno ai corsi, quindi non dovrebbero esserci problemi. Il palazzo in questione si trova dal lato opposto della confraternita, è un immobile in mattoni rossi molto grande circondato da aiuole piene di fiori. Lo conosco bene sono sgattaiolato fuori da diverse stanze. Bea condivide l'alloggio con Sara e Lisa è il classico locale con tre stanze da letto, bagno, cucina e soggiorno, e si trova al terzo piano della palazzina.
Posteggio sotto il dormitorio e come immaginavo il luogo è quasi deserto, Bea scende dall'auto senza dire una parola e si avvia con passo deciso verso l'ingresso. Jason approfitta subito per parlarmi.
"Che è successo? È uscita da casa tua con una faccia."
"Mi ha detto che dobbiamo parlare."
"Capisco", dice preoccupato Jason "per il resto?"
Si riferisce alla chiamata con Tom.
"Tutti pensano che siamo a casa a scopare."
Ripeto sconvolto le parole del mio amico.
"Cosa?" Urla anche lui disgustato.
"Ti dico dopo, ora va con lei non vorrei incontrasse qualcuno".
Lo vedo scendere come un fulmine e in poco tempo camminare al suo fianco, osservandosi attorno stile spia, un giorno ne rideremo, spero.
Finalmente posso respirare un attimo normale, anche se il suo profumo mi solletica i pensieri... basta! Basta! È Bea, cazzo! L'ho vista con il pannolone, cerco di evocare quell'immagine per togliere quella da donna sexy che mi rende inquieto. Non funziona granché, ma mi dà tregua almeno fino al loro ritorno.
Nell'attesa rispondo a qualche messaggio e quando comincio a non poterne più, eccoli spuntare sorridenti. Salgono in auto negli stessi posti e Jason prende in giro Bea per aver portato con sé l'intero armadio. Finito il discorso cala nuovamente il silenzio.
Non ricordo che abbiamo mai vissuto una situazione di questo tipo, solitamente non riusciamo neanche ad ascoltarci per quanto parliamo tutti in contemporanea, pur di aggiornare il trio degli ultimi avvenimenti e invece ora siamo quasi degli estranei. Sospiro frustrato, non ho mai avuto segreti con loro, di nessun tipo e ora non riesco neanche a condividere un pensiero, di quanto mi vergogno.Arrivo all'ultima tappa, cioè casa di Jason.
"Ragazzi prendo anche io alcune cose in casa e poi direi di avviarci insieme, che dici Jack?"
"Certo ti aspettiamo".
Esce dall'auto e vedo spuntare, da dietro, il braccio di Bea che accende la radio, per poi appoggiarsi nuovamente al sedile. E' chiaro che non mi vuole parlare. Dovrei esserne felice e invece no sono infastidito.
Tamburello con le mani nervosamente sul manubrio, quest'atmosfera fra noi mi fa soffrire. La vedo digitare sul suo telefono, e mi infastidisce ancora di più. Quando penso di scoppiare, vedo tornare Jason.
"Sono pronto, andiamo?"
"Vengo con te".
La mia bocca si spalanca dallo stupore, come anche quella di Jason in realtà. Mai! Dico, mai! Bea ha preferito altri a me, mai.
Una fitta mi colpisce al petto, mozzandomi il respiro, se non fossi un dottore direi che si tratta di un principio di infarto, ma purtroppo è ancora peggio. La spiegazione cerca di farsi spazio nella mia mente, ma ancora una volta non ho voglia di dare un nome a quello che sento e la respingo via.Non riesco a dire niente quindi mi volto arrabbiato verso la strada, e resto in silenzio. Se vuole andare? Che vada.
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Arrendersi all'inevitabile
ChickLitUn giorno ti svegli e quello che credevi è diventato... AMORE. Jason, Jack e Beatrice sono dei veri amici, di quelli nati insieme e cresciuti come fratelli. Poi un giorno ti svegli e il tuo mondo è tutto al contrario. Quell'amicizia non è più abbas...