Bea
Ed ecco che arriva... il dolore.
Alla fine ho scelto, ho scelto di soffrire, ho scelto di star male per essere stata abbandonata. Sapevo che non sarebbe stato facile, non lo è mai stato con lui. Sapevo che non era ancora finita, anche se stanotte mi sono donata a lui, quello che non sapevo è che se ne sarebbe andato come un ladro nella notte, lasciandomi sola a sopportare tutto questo.
Certo mi ha lasciato una lettera, ma cosa me ne faccio di un ti amo scritto su di un foglio, un pezzo di carta freddo, quando ho bisogno di calore, di qualcuno che mi stringa, no di qualcuno, di lui. Ho bisogno che lui mi tenga fra le braccia, per proteggermi da questo vuoto che sento dentro.
Mi alzo, getto la lettera sul comodino, mi avvolgo nel lenzuolo e vado in bagno. Lascio scivolare la stoffa sulla mia pelle nuda mentre mi guardo allo specchio, ed ecco li i segni di quello che abbiamo condiviso.
La mia pelle è brillante, come se avessi bevuto una pozione, ho il seno gonfio per le attenzioni che lui gli ha dedicato, sento i capezzoli indolenziti, li sfioro e un brivido mi percorre la schiena fino a giungere al centro del mio piacere. Sento qualche dolorino, quando cammino, quei segnali che mi fanno capire che non sono più innocente.
Sposto i capelli su di un lato e noto un segno bluastro vicino all'orecchio destro, lo ricopro con rabbia, non voglio vedere. Le lacrime iniziano a scendere sul mio viso, dagli occhi grandi fino alle labbra che stringo con forza, per non singhiozzare.
Mi prendo il viso con le mani, non riesco più a guardarmi, non posso vedere il mio corpo, che illuso crede di essere stato amato stanotte.
Sento la mia pelle vibrare come se ancora lui fosse vicino a me. Ho così desiderato di condividere questo momento con lui, ed è stato tutto perfetto fino al risveglio. Perché quando ho aperto gli occhi il mio sogno è diventato un incubo.
Lascio che le lacrime purifichino il mio cuore, e quando penso di aver finito entro in doccia, per levare il suo profumo da me. Prendo una spugna e sfrego con forza, fino a farmi male, le lacrime ricominciano ad uscire e io non so che fare.
Spero che il calore dell'acqua riscaldi il freddo che ho dentro, quando capisco che non sarà così, esco dalla doccia e mi avvolgo nell'accappatoio, continuo a pensare cosa farò ora. E' sempre stato lui la persona a cui chiedere consiglio, e ora?
Mentre mi asciugo i capelli decido di chiamare le ragazze, chiederò loro di venire qui per qualche giorno, non voglio tornare al campus, non potrei incontrarlo e far finta di niente.
Torno in stanza a vestirmi, svogliatamente indosso dei pantaloncini blu e una canotta azzurra, penso che andrò in spiaggia, afferro le cuffie e alzo i capelli in una coda e sono pronta.
Purtroppo, per arrivare alle scale sono costretta a passare davanti la stanza di Jack, ho lasciato la porta aperta quando sono uscita, il letto e ancora in disordine, immagini di noi su quel letto mi feriscono come lame, chiudo con forza la porta, e prima che possa impedirlo le lacrime ricominciano a scendere sulle guance. Appoggio il capo sul legno e cerco di bloccare quel fiume in piena, respiro lentamente ma non riesco a fare molto.
Alla fine, mi allontano da lì, e corro verso le scale. Sono proprio a metà, quando sento il mio nome a pronunciarlo è Jason.
E ora, mi chiedo bloccandomi, non voglio che lui sappia, mi vergogno anche se non dovrei. E poi non voglio che lui se la prenda con Jack, infondo è andata come doveva andare, la colpa è solo la mia.
Cerco di calmarmi, asciugo in fretta le lacrime.
"Sono qui Jason." Urlo e sono soddisfatta il mio tono è quasi normale.
"Ciao, Bea."
Il caloroso sorriso del mio amico mi accoglie alla fine della scala, cerco di ricambiarlo ma non credo di aver fatto un buon lavoro, visto come Jason si precipita da me.
"Che diavolo è successo?"
"Niente, perché?"
Non sono mai stata brava a mentire.
"Bea non mi prendere per il culo, cosa ti è successo hai una faccia, aspetta... hai pianto?"
"Sto bene Jason, credo di essere raffreddata."
"Raffreddata il cazzo, Bea, ti conosco fin troppo bene."
"Okay non va bene" mi arrendo "ma non voglio parlare adesso."
Il suo sguardo si addolcisce e subito mi abbraccia. Il suo calore mi è di molto conforto ed ecco le lacrime ricominciare, sarà davvero dura.
"Scusa piccola, sai che ti voglio bene non mi va di vederti così."
Lo stringo a me.
"Lo so, tranquillo, e che non ho molta voglia di parlare in questo momento."
"Va bene, però appena sarai pronta, io sarò lì disponibile ad ascoltarti."
"Lo so, grazie Jason, ti voglio bene!"
"Anche io piccola."
Mi sciolgo dal suo abbraccio.
"Stavo andando in spiaggia, se hai bisogno sono la."
Gli dico e mi avvio verso fuori.
"Bea hai visto Jack, è da stamattina che lo cerco ma non mi risponde al telefono."
Non so cosa dire, alla fine decido ancora di proteggerlo.
"Si, è andato via stamattina."
"Via? Ma non dovevate tornare insieme all'università?"
"Si dovevamo, ma ho deciso di stare un altro po' qua, verranno le ragazze a trovarmi."
Sfuggo al suo sguardo, vorrei solo uscire fuori.
"Bea, avete litigato? Cosa è successo?"
Fosse così riduttivo sarebbe semplice, ma purtroppo è molto più complicato. Osservo quegli occhi affettuosi, ma non posso lasciarmi andare, lui è troppo coinvolto con entrambi. Dovrò aspettare le mie amiche per sfogarmi.
"Bea, è successo..."
"No Jason, una piccola discussione niente di che. Stai tranquillo, okay?"
Gli sorrido ancora, cercando stavolta di essere convincente, lo vedo indeciso, si passa una mano sul ciuffo biondo mentre mi osserva preoccupato. Tiro un sospiro di sollievo quando capisco che ha ceduto.
"Va bene, allora visto che tu aspetti le ragazze, volevo dirti che sono tornato a prendere le mie cose, tornerò all'università in serata, ma se tu vuoi che io rimanga lo farò."
"Jason, vai pure. Con le ragazze starò bene."
"Dovevo tornare da Carola, ma forse è meglio se resto a farti compagnia..."
"No, non voglio che rinunci a stare con Carola, ma rimanere con me a fare niente. Come ti ho detto sto andando al mare, quindi ci vediamo all'università lunedì." Ritento con il sorriso rassicurante, anche stavolta non credo sia granché, ma Jason lascia perdere.
Si avvicina e mi lascia un bacio in testa, accarezzandomi un braccio.
"Fai la brava, okay?"
Gli faccio cenno di sì con la testa e finalmente posso andare in spiaggia. Appena fuori faccio un sospiro, mi sentivo soffocare, con tutte quelle domande.
Arrivata sotto l'ombrellone decido di chiamare le mie amiche.
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Arrendersi all'inevitabile
Literatura FemininaUn giorno ti svegli e quello che credevi è diventato... AMORE. Jason, Jack e Beatrice sono dei veri amici, di quelli nati insieme e cresciuti come fratelli. Poi un giorno ti svegli e il tuo mondo è tutto al contrario. Quell'amicizia non è più abbas...