Capitolo 30

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Jack

Arrivo nel salotto e trovo gli uomini della famiglia in attesa delle loro donne, seduti sui divani, stasera usciremo tutti a quanto pare. Indossano tutti dei vestiti spezzati e devo dire che sono ancora molto affascinanti. Li vedo ridere e scherzare sono davvero molto uniti e ne sono felice sono veramente la mia famiglia.

Mi unisco a loro anche se tecnicamente Bea non è mia, ma la sto comunque aspettando quindi.

"Figliolo abituati passerai la tua vita ad aspettare." Dice mio padre con aria di chi la sa lunga.

"Già e a passare queste serate fuori quando vorresti solo rilassarti in giardino con una birra fredda." Si lamenta John il padre di Bea.

"Il paradiso mormora l'altro" come se si immaginasse la scena.

"Però ne vale la pena quando è quella giusta", aggiunge mio padre, che ora ha alzato la testa. Seguo il suo sguardo incantato ed è posato sulla bellissima donna, mia madre, che sta scendendo le scale. Anche lei lo ricambia perdendosi l'uno negli occhi dell'altro. Ecco è questo l'amore per me.

"Già". Mormorano gli altri anch'essi assorti nel guardare le loro mogli, che sono altrettanto belle. Hanno gli occhi innamorati e io sono fiero di loro. Sono il migliore esempio per me e Jason, ci hanno insegnato a dare il giusto peso alle cose. Chissà se io... inizio a formulare questo pensiero quando vedo spuntare in cima alle scale Bea.

Il respiro mi si mozza, la vedo arrossire mentre i nostri parenti le fanno i complimenti, e io sono fermo in mezzo alla stanza intento a fissarla.

Con lo sguardo le accarezzo tutto il corpo. Seguo quel vestito scandaloso che la fascia lasciando in bella vista il seno prosperoso, vista la scollatura vertiginosa, e le lunghe gambe che copre fino a metà coscia. Immagino le mie mani che risalgono sotto quella stoffa azzurra...

"Bea sei un vero splendore!"
La voce di mia madre, interrompe i miei pensieri lascivi. Per evitare altre tentazioni mi concentro sul suo viso, ha lasciato i capelli sciolti che le fluttuano sulle spalle esili, brillando come quell'oro che ha ai lobi, le circondano il viso truccato leggermente, a risaltare, in particolare sono i suoi occhi azzurri che sembrano due laghi profondi e misteriosi. Sono così caldi, mentre scivolano sul mio corpo, che sento bruciare centimetro dopo centimetro. Alla fine risalgono verso i miei e sono gioiosamente maliziosi.

Il suo profumo floreale mi avvolge, quando ormai è a pochi passi da me e non riesco a trattenermi dal dirle:

"Sei bellissima!"

Le mormoro mentre le nostre iridi continuano la loro lotta, azzurro contro verde, entrambi infuocati e assorti. Arrossisce leggermente alle mie parole, ed è ancora più incantevole. Non so se gli altri sono già andati via siamo solo io e lei in questo momento.

"Anche tu, non sei niente male".

Mi risponde avvicinando le sua mani al mio colletto ad aggiustarlo. Le sue dita sfiorano la mia pelle e io vorrei chiudere gli occhi e perdermi in quella sensazione vellutata avviluppante. Vorrei che continuasse ma lei strizza l'occhio e se ne va lasciandomi li interdetto. La guardo avviarsi verso la porta, il suo fondoschiena ondeggia invitante, ma come farò a tenere la mani apposto tutta la sera? Sono solo un uomo e lei, e lei è... povero me.

A capo chino la raggiungo, la festa non è molto lontano da casa nostra e decidiamo di avviarci a piedi.

La luna illumina la spiaggia creando un'atmosfera magica.

"Stai bene? Senti freddo?"

Le chiedo preoccupato.

"No sto bene grazie. Allora dimmi qual è il vostro piano della serata?"

"Quale piano?"

Fingo di non capire e lei mi lancia uno sguardo perplesso.

"Va bene".

Cedo subito.

"Ascolta Bea, quei due non sono certo interessati alla tua intelligenza. E' normale che siamo un po' preoccupati".

La vedo infastidirsi.

"È solo per questo?"

Non capisco il perché di questa domanda.

"Certo".

Le rispondo sincero. Ha lo sguardo perso davanti a sè.

"Dovete imparare a farvi i fatti vostri. Io non controllo quello che fate, nè quante ve ne fate. Dovete lasciarmi libera di sbagliare".

E' arrabbiata. Accelera il passo per allontanarsi da me. Non sono d'accordo con lei ma resto in silenzio per non peggiorare il suo umore. Accelero per non perderla di vista siamo ormai arrivati, ed ecco spuntare i due ragazzi.

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora